(gr. Σάμος) Isola della Grecia (476 km2 con 33.814 ab. nel 2001), nelle Sporadi meridionali (Mar Egeo), a brevissima distanza dalla costa asiatica cui era unita nel Pliocene. Presenta due gruppi montuosi: il Kerketeùs (1434 m) a O e l’Àmpelos nella parte centrale (1237 m). Frequenti i movimenti sismici. Clima mediterraneo con scarsa piovosità estiva. Coltivazione di viti, frutta, olivi, tabacco; produzione di moscato. La popolazione è distribuita in piccoli villaggi e nel capoluogo Samo (già denominato Vathỳ; 6100 ab. nel 2001), piccolo porto sulla costa nord-orientale.
S. fu abitata già in periodo preistorico. Parecchi avanzi della cinta muraria si conservano presso l’od. Tigani. Essa abbracciava anche il porto, il cui grande molo costituiva una delle meraviglie di Samo. Al tempo del tiranno Policrate (540-522 a.C. ca.) risale il celebre acquedotto di terracotta, opera di Eupalino di Megara. Il palazzo di Policrate sorgeva invece sull’acropoli, forse ubicata sull’altura dell’attuale Kastro, sulla quale è comunque venuta alla luce una villa ellenistica, divenuta residenza imperiale in età romana. La via Sacra conduceva all’Ereo (v. fig.), dove si venerava l’antichissimo idolo ligneo di Era argiva, la cui fase più antica risale all’8° sec. a.C.; intorno si elevavano un tempio, un portico, monumenti e vari edifici minori lungo la via delle processioni. In età romana si costruirono altri templi, terme e donari. Gli scavi hanno restituito importanti sculture arcaiche e numerosi doni votivi (avori, scudi, pettorali, bronzetti). Le necropoli intorno alla città hanno fornito importanti suppellettili. Molto apprezzate erano le ceramiche verniciate in rosso lucido, dette in latino vasa samia.
Il nomo di S. (778 km2 con 42.717 ab. nel 2007) è costituito da un gruppo di isole (S., Nicaria, Furni) del Mar Egeo con capoluogo Samo.