Periodo al quale risale la più antica industria umana, cioè quella dell’antica età della pietra, o età della pietra scheggiata. Il termine è stato introdotto da J. Lubbock nel 1865 in opposizione a Neolitico (età della pietra levigata e della terracotta).
Il P. segna nello stesso tempo la comparsa dei primi Ominidi e l’insorgenza della cultura, cioè dell’attitudine a progettualizzare e a simbolizzare. Incerta rimane la datazione dell’inizio del P., compresa tra circa 2,7 e 2 milioni di anni fa e definita in base alla comparsa delle prime industrie litiche nel Pliocene superiore dell’Africa orientale. In Europa il P. termina con la fine dell’ultima glaciazione, quella del Würm, circa 10.000 anni fa; questo segna un cambiamento abbastanza netto nella fauna, nella flora e nel clima e un diverso orientamento dell’economia di sussistenza, per cui si parla d’ora in poi di Mesolitico, cui fa seguito il Neolitico.
Il P. è caratterizzato da un modo di vita dell’umanità centrato sull’utilizzo di animali cacciati da predatori, sulla raccolta e sulla caccia, e sull’assenza di tecnologie basate sulla lavorazione dei metalli, l’agricoltura e l’allevamento. In tale accezione, il P. si configura innanzitutto come un modo di vita definito in base all’economia primaria e alla litotecnica e non come un periodo dello sviluppo dell’umanità dai limiti cronologici ben definiti.
Sebbene alcuni autori ritengano alquanto superata tale concezione, il P. viene tradizionalmente suddiviso in: P. inferiore, cui vanno riferite industrie arcaiche caratterizzate dalla semplice scheggiatura della pietra, relativamente uniformi e diffuse in Africa, Asia ed Europa; P. medio, a partire da circa 120.000 anni fa, dai manufatti più regolari e meno massicci; P. superiore (da ca. 35.000 anni fa), nel quale prevale la tecnica di scheggiatura di lame e lamelle di pietra, anche arricchite di elementi ornamentali. La dipendenza da una tecnologia di caccia e di raccolta determinava nelle popolazioni del P. superiore gruppi di dimensioni ridotte (poche decine di individui), nomadi su un vasto territorio, che disponevano di un numero limitato di beni, non avevano una divisione sociale del lavoro (eccetto quella fra i sessi) e non erano gerarchizzati al loro interno.
È opinione condivisa che le industrie litiche più antiche del P. inferiore, ben rappresentate in Africa orientale a partire da circa 2 milioni di anni fa, siano dovute a Ominidi riferibili sia ad Australopithecus sia a Homo habilis. Tali industrie su ciottolo e su scheggia prendono nel complesso il nome di Olduvaiano e consistono prevalentemente di choppers, chopping tools e poliedri. A esse fanno seguito quelle a bifacciali dell’Olduvaiano evoluto e dell’Acheuleano, che in parte coesistono da circa 1.400.000 anni, anche se la transizione Olduvaiano-Acheuleano si realizza in tempi diversi nelle varie regioni. Risale a circa 1.600.000 anni fa la comparsa nell’Africa orientale di un nuovo ominide, Homo erectus, i cui resti si ritrovano a partire da circa un milione di anni fa anche in Cina e a Giava. Questa specie appare tuttavia poco chiaramente definita per morfologia e distribuzione nello spazio e nel tempo e mostra una certa differenziazione regionale, riflessa a livello tassonomico da nomi di rango specifico e generico diversi (Sinanthropus, Pithecanthropus). Per quanto dubbia rimanga la presenza di Homo erectus in Europa, rari resti scheletrici nella penisola iberica e industrie litiche in vari siti attestano con certezza la presenza dell’uomo nel P. inferiore.
Nel continente europeo alle industrie a bifacciali (Acheuleano, Abbevilliano e Micocchiano) fanno seguito quelle caratterizzate dall’aumento degli strumenti su scheggia del Clactoniano, del Levalloisiano e quelle del Tayaziano antico. Negli ultimi 100.000 anni circa del P. si hanno fenomeni diversi, più complicati: in Europa e intorno al bacino del Mediterraneo, dopo le ultime manifestazioni delle precedenti tradizioni, si sviluppa il Musteriano, le cui varie articolazioni stanno a testimoniare realtà culturali più complesse delle precedenti; a esso è associato l’uomo di Neandertal e, almeno in certi casi, come si vede soprattutto in Medio Oriente, forme arcaiche di Homo sapiens. Quest’ultimo è l’autore, a partire da una fase avanzata dell’ultima glaciazione, delle industrie del P. superiore (Perigordiano, Aurignaziano, Solutreano, Maddaleniano), caratterizzate da strumenti più specializzati e differenziati dei precedenti. Da questo periodo in poi sono ben rappresentati anche i manufatti d’osso e si hanno testimonianze artistiche (pitture rupestri nella Grotta Chovet, Francia; incisioni nelle Grotte del Romito, Cosenza) e sepolture intenzionali. In altre aree del globo si ha in questo periodo uno sviluppo diverso delle industrie, ma si constata la stessa tendenza al moltiplicarsi delle tradizioni culturali, a forme di arte e ad altre manifestazioni della sfera ideologica. La casualità delle scoperte e l’ampliamento della prospettiva di ricerca comportano, tuttavia, modifiche sempre più profonde al quadro dell’archeologia preistorica europea e degli altri continenti.