Fase cronologica seguente il Paleolitico e precedente il Neolitico.
In particolare, il termine (analogamente a Epipaleolitico) indica l’insieme delle culture postpaleolitiche precedenti la trasformazione culturale ed economica del Neolitico. In genere la tradizionale economia paleolitica è integrata o sostituita da caccia a micromammiferi e uccelli, pesca e raccolta intensiva di molluschi e frutti. Le industrie litiche comprendono spesso vari microliti; ricchissima è l’industria su osso e, per alcuni complessi culturali, è presente anche la lavorazione del legno.
La data più antica riferibile alla comparsa in Europa di comunità definibili come mesolitiche è simile ovunque, tra 7700 e 7600 a.C. Diverso è il caso delle date finali, che differiscono considerevolmente da regione a regione. Riguardo alla cultura materiale vi è una tendenza generale caratterizzata dalla miniaturizzazione dell’industria litica e dalla sua standardizzazione, oltre che dalla notevole specializzazione. Emergono tuttavia notevoli differenziazioni nella morfologia e nella tecnologia dei manufatti, vale a dire nel loro aspetto ‘stilistico’, interpretate come indici di diversità culturali. Il M. europeo si articola in diversi tecnocomplessi territoriali e ciascuna di queste unità ha una propria storia e un proprio stile. Nel Settentrione è possibile distinguere tre grandi complessi (Scandinavia, tecnocomplesso settentrionale e una parte di quelli occidentali); le regioni sud-occidentali e quelle sud-orientali mostrano affinità epigravettiane (Balcani e parte meridionale dei tecnocomplessi occidentali). L’intera macroregione (con l’eccezione della Scandinavia) è caratterizzata dalla presenza di microliti geometrici diversi fra loro e segue il ritmo dei mutamenti interculturali prima descritti. L’Europa orientale conobbe invece un’evoluzione autonoma, in parte sotto l’influenza swideriana (complesso nord-orientale). L’ultimo grande complesso è il Castelnoviano, la cui formazione risale alla fine del Mesolitico.
Il termine M., utilizzato principalmente per i complessi europei degli inizi dell’Olocene, è stato esteso anche ad ampie aree del Medio ed Estremo Oriente per descrivere popolazioni e culture con analoghe tecnologie e forme di sussistenza, senza tuttavia riuscire a rendere pienamente ragione della variabilità e della complessità delle forme dell’adattamento post-pleistocenico. Nel Vicino Oriente, in particolare, il termine M. non è mai entrato a far pienamente parte della tradizione terminologica degli studi. Problematica risulta l’applicazione del termine M. anche a Sri Lanka, dove il processo di riduzione dimensionale delle industrie su lama e microlama, insieme alla comparsa dei primi microliti di forma geometrica, appare anch’esso straordinariamente precoce rispetto a quanto si è verificato in ampie regioni del continente euroasiatico.
I termini Epipaleolitico e M. sono utilizzati per l’Africa settentrionale per designare culture che si svilupparono tra la fine del Pleistocene e gli inizi dell’Olocene antico, tra il 14° e il 5° millennio a.C. L’adozione dell’uno o dell’altro termine è spesso dipesa dalla formazione prevalentemente eurocentrica degli studiosi, che hanno trattato queste aree in netta contrapposizione rispetto al resto del continente africano, dove le diverse culture riferibili a questo periodo vengono genericamente attribuite alla Late Stone Age (tarda età della Pietra). Nelle svariate situazioni ecosistemiche e geomorfologiche che si incontrano nell’Africa settentrionale, dal deserto del Sahara all’Atlante marocchino, dalle zone montuose dell’Algeria e della Tunisia alla valle del Nilo, nel periodo considerato comparvero culture che, pur con differenze significative nello strumentario litico, avevano in comune un’economia basata sulla caccia e sulla raccolta e, in taluni casi, anche sulla pesca.