tecnologia Settore di ricerca multidisciplinare con oggetto lo sviluppo e l’applicazione di strumenti tecnici, ossia di quanto è applicabile alla soluzione di problemi pratici, all’ottimizzazione di procedure, alla presa di decisioni, alla scelta di strategie finalizzate a dati obiettivi, sulla base di conoscenze scientifiche comprese quelle matematiche e informatiche. La t. riguarda l’uso ottimale, anche e soprattutto da un punto di vista economico, di tecniche, procedimenti e conoscenze tecnico-scientifiche avanzate in un dato settore, e l’insieme di elaborazioni teoriche e sistematiche applicabili alla pianificazione e alla razionalizzazione dell’intervento produttivo.
Insieme di attività materiali sviluppate dalle varie culture per valorizzare l’ambiente ai fini dell’insediamento e del sostentamento. In quanto tale, la t. costituisce una branca fondamentale della cultura. Talvolta la si identifica con la cultura materiale, ma in realtà il suo significato è assai più esteso poiché la ricerca connessa alla t. incide tanto sulla conoscenza teorica della realtà e della natura costitutiva dei materiali quanto sul loro uso e sulle loro proprietà con influenze dirette sull’organizzazione sociale e politica.
La teoria economica ha affrontato il tema della t. centrando l’analisi sugli effetti di lungo periodo dovuti all’introduzione di nuovi prodotti o nuovi metodi di produzione. In particolare nell’impostazione neoclassica l’insieme delle conoscenze tecnologiche e scientifiche è raffigurato formalmente nella funzione della produzione (➔) e le imprese scelgono la combinazione di fattori che permetta di massimizzare i profitti. Un eventuale progresso nella t. viene incorporato in una nuova funzione di produzione. La t. è quindi sostanzialmente esogena rispetto all’economia e i suoi progressi sono resi immediatamente disponibili per le imprese. Un primo allontanamento da questa impostazione si deve a J.A. Schumpeter, il quale, pur condividendo con i neoclassici l’ipotesi di netta separazione tra scienza ed economia, ha messo in risalto la figura dell’imprenditore innovatore, capace di cogliere e percepire le opportunità offerte dalla t. e di introdurle nel processo produttivo. Le teorie schumpeteriane hanno aperto la strada a numerosi campi di ricerca, tra i quali hanno assunto particolare rilievo quello dei rapporti tra innovazione tecnologica e struttura di mercato, da cui le ipotesi di un progresso tecnico non esterno ma endogeno.
Lo sviluppo della t. esercita molteplici effetti sia a livello microeconomico (mutamento della struttura industriale, sviluppo di nuovi mercati, aumento della produttività), sia dal punto di vista aggregato (disoccupazione tecnologica, ciclo economico, aumenti di competitività sul piano internazionale). Diventano quindi rilevanti le politiche necessarie per favorire il processo di innovazione tecnologica e in particolare il sostegno all’attività di ricerca.
T. educative La possibilità d’impiego di t. nei processi d’istruzione costituisce uno dei capitoli in sviluppo della ricerca educativa. La gamma delle attrezzature impiegate nell’istruzione si è andata allargando e aggiornando in ragione dell’evoluzione tecnologica e delle offerte del mercato. A parte i supporti fisici dell’istruzione programmata, quali le macchine per insegnare (dispositivi che rendono automatiche alcune funzioni tipiche di tale istruzione) e i libri programmati (diversamente strutturati a seconda che portino programmi lineari oppure ramificati), hanno trovato larga diffusione nelle scuole gli audiovisivi di vario genere (proiezione di diapositive, registrazioni sonore, radio, cinema, televisione a circuito chiuso o anche a diffusione esterna, videoregistratori), i laboratori linguistici (centralini registratori sonori, costituiti da un banco di controllo a cui sono collegati diversi posti-allievo, e destinati allo sviluppo di talune abilità linguistiche nello studio delle lingue straniere), gli elaboratori elettronici (sistemati in apposite sale per varie applicazioni di studio e di esercitazione). Crescente sperimentazione incontra l’impiego didattico di ipertesti, veri e propri sistemi integrati che consentono di costruire percorsi preferenziali nell’ambito di una vasta rete informativa, accresciuta dalla capacità di memoria dei dischi ottici e dei CD ROM, nonché del ruolo sempre più importante assunto da internet nei processi didattici.
La t., introdotta nelle attività produttive a partire da metà Settecento, contestualmente alla nascita dell’industria, riguardava la combinazione di abilità artigiana e conoscenza organizzata sistematica e finalizzata. La prima scuola tecnica, la francese École des ponts et chaussées, è del 1747 mentre L’École politechnique, e con essa la professione di ingegnere, nasce nel 1794. Il passaggio da tecnica a t. è segnato dall’Encyclopédie di D. Diderot e J.B. d’Alembert, in cui la conoscenza artigiana (cioè l’abilità, specifica e non basata su principi generali, acquisita con apprendistato ed esperienza) è raccolta e organizzata per consentire a chiunque di diventare tecnologo senza apprendistato. In base alla tesi per cui nell’universo materiale (strumenti, prodotti, processi) i risultati efficaci nascono da un’analisi metodica e da un’applicazione della conoscenza sistematica e finalizzata, le scuole tecniche e l’Encyclopédie aggregarono, codificarono e fecero conoscere la tecnica, convertendo l’esperienza in conoscenza, l’apprendistato in libro di testo, la segretezza in metodologia, il fare in conoscenza applicata, tutti elementi caratterizzanti la rivoluzione industriale.
La t. passa via via dalle modalità di esecuzione di date operazioni (saldatura, fresatura, trattamenti superficiali ecc.) a quelle di sequenze di operazioni elementari (montaggio di parti meccaniche, messa in opera di apparati ecc.), fino alla gestione di operazioni in sistemi complessi (centri di lavorazione/assiematura operanti su una molteplicità di pezzi diversi, squadre di addetti alla realizzazione di una struttura ecc.). Gli aspetti organizzativi e gestionali acquistano sempre più importanza nella t. divenendo più strutturati e configurandosi essi stessi come t. di gestione.
I moderni sistemi di produzione sono frutto di un’evoluzione di due secoli, caratterizzata da alcune discontinuità e dalla combinazione, con effetti di mutua induzione, di innovazioni tecnologiche e organizzative. Dall’invenzione della macchina a vapore (J. Watt, 1776), con lo sviluppo delle t. dell’acciaio (per la fusione, la conversione dell’energia, le forge e i laminatoi), le innovazioni riguardano nuove macchine e modalità di lavorazioni meccaniche e di tessitura. Nella prima metà dell’Ottocento il tornio rivoluziona la t. meccanica poiché la precisione di lavorazione aumenta e consente l’interscambiabilità dei componenti. Anche la precisione delle misure meccaniche aumenta, passando da oltre 1 mm a circa 100 μm (H. Maudslay, 1805) fino a 10 μm grazie al calibro (J.R. Palmer, 1848; J.R. Brown, 1850). A metà Ottocento molte delle macchine utensili oggi in uso sono state inventate, inclusa la fresa universale (F. Howe, 1852) e molti strumenti per trattamenti superficiali.
La fabbrica si configura in relazione alle t. di trasformazione fisica ed è la disponibilità di t. che spinge il mercato. Le macchine, alimentate a acqua o vapore, sono interamente controllate dall’operatore. Nella seconda metà dell’Ottocento compaiono elementi di controllo automatico (il primo caso industriale è la fresa universale controllata automaticamente denominata Automat). Ai primi del Novecento, grazie a F.W.Taylor e H. Ford, si introducono le prime t. innovative nel montaggio e nel collegamento, automatico o semiautomatico, fra lavorazioni diverse, all’origine delle t. d’integrazione sistemistiche e funzionali. L’automazione meccanica, mediante mulini ad acqua e poi macchine a vapore, è via via sostituita da quella funzionale, mediante regolatori meccanici e poi anche elettrici ed elettronici, con vincoli d’integrazione che aumentano la produttività, ma irrigidiscono il sistema di produzione.
In questi anni si verifica il passaggio dall’energia del vapore a quella elettrica. La prima macchina interamente elettrica fu un tornio (Brown & Sharpe, 1901). La velocità di taglio dei metalli in pochi anni aumenta di 5 volte mentre il numero di parti gestite in processi di assiematura passa da 150-200 a poco meno di 10.000, il che porta all’introduzione di t. di gestione di flussi fisici e manipolazione di materiali. A metà Novecento la prima macchina a controllo numerico (un tornio) produce una nuova trasformazione e il microprocessore a basso costo, essenziale per la diffusione del controllo numerico, entra in produzione venti anni dopo. Con lo sviluppo del controllo automatico delle macchine utensili anche cooperanti, entrano in fabbrica i primi robot industriali.
Negli anni 1980 si affermano modi di produrre legati ai concetti di integrazione, flessibilità, complessità e qualità. La complessità di gestione di forme geometriche e caratteristiche fisiche diventa affrontabile con le nuove t. CAE, CAD, CAM e CAPP (computer aided process planning) e i primi sistemi integrati flessibili, economicamente produttivi, si diffondono insieme a t. di gestione sofisticate, quali quelle basate sulla simulazione. Lo sviluppo dei cosiddetti materiali funzionali e materiali intelligenti, che possiedono capacità adattative a stimoli esterni (materiali a memoria di forma, polimeri piezoelettrici, fluidi magneto-reologici, materiali fotoreattivi ecc.), ha ricadute notevoli sia sui prodotti (per es. materiali tessili, materiali da costruzione, autoveicoli) sia sui processi produttivi (si pensi allo sviluppo di sensori e attuatori innovativi, o alla gestione del ciclo di vita dei manufatti).