Luogo dove tradizionalmente, avviene la trasformazione fisica dei materiali attraverso un processo manifatturiero. A partire dagli anni 1980, il concetto di f. si è ampliato, passando a quello più generale di entità preposta alla produzione di beni e servizi di qualsiasi tipo. Con questa accezione più generale si può parlare di f. ogniqualvolta si configuri un prodotto ben definibile con il relativo mercato.
In questo quadro, i processi di automazione assumono un aspetto e un ruolo in larga misura nuovi: si passa dai tradizionali strumenti basati su robot per la movimentazione e la lavorazione non assistita da operatori di parti e componenti (➔ produzione) a strumenti di supporto alle decisioni e alla gestione integrata di interi segmenti della catena cliente-fornitore (➔ automazione). L’organizzazione moderna della f. fa riferimento sostanzialmente a quattro concetti: flessibilità, integrazione, complessità e virtualità. Scegliere tipo e livello di flessibilità/integrazione/virtualità, in termini costo-efficacia, affrontandone la complessità, è un elemento risolutivo del successo d’impresa.
La flessibilità di sistema riguarda sia la capacità di adattarsi a contesti esterni variabili (flessibilità esterna) sia di far fronte alle richieste quando si producano significativi cambiamenti interni (flessibilità interna). La capacità di gestire con tempi e costi accettabili un largo insieme di operazioni, il loro diverso concatenarsi, carichi di lavoro variabili, mantenendo al tempo stesso elevati standard di qualità nelle diverse circostanze, sono caratteristiche dominanti della flessibilità esterna. Analogamente, per la flessibilità interna, alla capacità di far fronte a (e correggere) eventuali errori e di delegare parte o tutta l’attività a una diversa unità organizzativa (interna o esterna), al verificarsi di condizioni critiche che compromettano il raggiungimento degli obiettivi, si sta aggiungendo nella f. la capacità di riconfigurarsi (ovvero di collegare in modo diverso le unità organizzative) per l’indisponibilità non prevista di risorse o informazioni importanti.
L’ integrazione di sistema riguarda il sistema di trasporto e movimentazione (parti, macchine, infrastrutture); gli aspetti umani e organizzativi (integrazione di figure professionali e funzioni, pianificazione delle operazioni); gli aspetti finanziari (flussi di impegni e di esborsi in ogni fase del processo e in ogni unità organizzativa); gli aspetti informativi (flussi di informazioni all’interno dell’unità organizzativa e fra unità organizzative e con l’esterno); il processo decisionale interno ed esterno.
La complessità riguarda sia la difficoltà (o la possibilità) di determinare gli elementi significativi del processo (relativi all’evoluzione delle grandezze caratteristiche del sistema in ambiente deterministico a informazione completa, alla stima di tali grandezze in ambiente caratterizzato da incertezza e informazione limitata, alla valutazione dei tipi di evoluzione possibile in ambienti caotici) sia gli aspetti di sistema (numero e tipo di elementi e di interconnessioni presenti nel sistema, irregolarità della struttura complessiva, numero di passaggi necessari fra unità organizzative per ogni attraversamento del sistema da parte di una richiesta di operazioni).
La virtualità, infine, è la caratteristica dominante per la sua novità, e la teleoperazione e la prototipizzazione virtuale ne sono i due aspetti più rilevanti (➔ decentramento). La prototipizzazione virtuale nasce dalla necessità di risolvere i problemi di coordinamento operativo quando sussista la convenienza economica di commissionare all’esterno la produzione di parte della componentistica di un prodotto complesso. I tempi imposti dalla flessibilità produttiva non consentono più di acquisire i prototipi fisici di ciascun componente, assiemarli e sperimentare il prototipo del prodotto complessivo, per verificare se soddisfa le specifiche del progetto. D’altra parte le capacità di elaborazione automatica disponibili e le conseguenti capacità di simulazione e rappresentazione consentono la prototipizzazione virtuale, che altro non è se non lo studio virtuale delle interazioni dei componenti del prodotto complessivo. La prototipizzazione virtuale è rilevante anche all’interno di una stessa organizzazione di f., quando la produzione dei componenti sia distribuita sul territorio e/o i luoghi della progettazione e prototipizzazione siano separati da quelli dell’assiematura e del collaudo finali. La teleoperazione e la prototipizzazione virtuale consentono la separazione completa dei flussi fisici dai flussi organizzativi e quindi la possibilità di sviluppare ulteriormente il decentramento nel territorio delle attività operative, evitando i problemi socioeconomici che comportano le grandi f. con ingenti concentrazioni di uomini e risorse, fino a giungere a un archetipo di f. virtuale in rete, ambiente di integrazione dell’informazione relativa ad attività operative di agenti autonomi decentrati, con un ruolo centrale della produzione e gestione dei flussi organizzativi. Queste forme di virtualità configurano, al limite, f. senza macchine, cui corrispondono, lontane, f. senza uomini.
Un altro aspetto della virtualità, rilevante per il supporto alle decisioni gestionali nelle nuove strutture organizzative, è quello che va sotto il nome di producibilità. Questa può essere intesa come la possibilità di valutare la produzione di nuovi beni o servizi e/o l’adozione di nuovi processi o procedure senza effettuare realmente le operazioni conseguenti. In tal caso si ha una f. virtuale perché ipotetica, ambiente di simulazione per valutare la potenzialità e la flessibilità produttiva e il suo valore economico: pertanto, la virtualità è relativa a un ambiente o a un modo di operare in cui gli elementi sono solo una rappresentazione di cose realmente o potenzialmente esistenti.