Cecchi Gori, Mario e Vittorio
Produttori e distributori cinematografici: Mario, nato a Brescia il 21 marzo 1920 e morto a Roma il 5 novembre 1993; Vittorio, nato a Firenze il 27 aprile 1942. Tra i produttori più rappresentativi del cinema italiano, Mario è stato uno dei promotori del successo della commedia all'italiana, finanziando i film di autori come Dino Risi, Luciano Salce, Ettore Scola, Mario Monicelli. Sempre attento ai gusti del pubblico, ha prodotto alcuni dei maggiori successi commerciali del cinema italiano, spesso legando il proprio nome a commedie di costume. In collaborazione con il figlio Vittorio, ha lavorato con Castellano e Pipolo e Carlo Verdone e con attori come Paolo Villaggio, Adriano Celentano, Tomas Milian e Ornella Muti. Dopo la morte di Mario, Vittorio ha lanciato i comici Leonardo Pieraccioni e Vincenzo Salemme.
Dopo essersi iscritto alla facoltà di Lettere dell'Università di Firenze e aver lavorato come agente di borsa, Mario C. G. nel 1948 si trasferì a Roma, dove venne in contatto con produttori italiani come Carlo Ponti e Luigi De Laurentiis e, alla fine degli anni Cinquanta, con la Maxima Cinematografica (di cui fu comproprietario) produsse alcuni film di Steno, di Luigi Zampa, di Gianni Franciolini e Il mattatore (1960) di Risi, con Vittorio Gassman. Queste prime scelte fecero subito emergere una chiara strategia di mercato: privilegiare il 'cinema d'attore' piuttosto che il 'cinema d'autore'. Fu così che, oltre a Totò e ad Alberto Sordi, Mario C. G., con il marchio della Fair cinematografica, contribuì al successo della maschera comica, sospesa tra il farsesco e il grottesco, di Vittorio Gassman, producendo alcuni dei più importanti film dell'attore negli anni Sessanta, come Il sorpasso (1962), La marcia su Roma (1962), I mostri (1963), tutti diretti da Risi, Se permettete, parliamo di donne (1964) e L'arcidiavolo (1966) di Scola, Slalom (1965) e La pecora nera (1968) di Salce, L'armata Brancaleone (1966) e Brancaleone alle Crociate (1970) di Monicelli. Sempre con la Fair cinematografica, produsse film diretti da Ugo Tognazzi (Sissignore, 1968) e dallo stesso Gassman (Senza famiglia nullatenenti cercano affetto, 1972), lanciò come attore il cantante Gianni Morandi e come regista lo scrittore Alberto Bevilacqua. Parallelamente produsse anche opere di impegno civile come L'istruttoria è chiusa: dimentichi (1971) di Damiano Damiani. Dal 1974 legò il suo nome al marchio Capital dividendosi sempre tra la commedia (…altrimenti ci arrabbiamo!, 1974, di Marcello Fondato con Bud Spencer e Terence Hill; La presidentessa, 1977, di Salce) e il film politico (Perché si uccide un magistrato, 1975, Goodbye & Amen, 1977, e Un uomo in ginocchio, 1979, tutti diretti da Damiani; Corleone, 1978, di Pasquale Squitieri).Dal 1980 Vittorio cominciò a collaborare con il padre e insieme produssero spesso film di Castellano e Pipolo con la coppia Adriano Celentano e Ornella Muti: Il bisbetico domato (1980) e Innamorato pazzo (1981) furono campioni d'incasso delle rispettive stagioni cinematografiche. Dal 1981 il loro marchio venne mutato in Intercapital cinematografica, dal 1984 in Cecchi Gori Silver Film e dal 1988 in Cecchi Gori Group Tiger cinematografica. Tra le commedie prodotte in questo decennio, le opere di Carlo Verdone (Borotalco, 1982; Compagni di scuola, 1988; Il bambino e il poliziotto, 1989), di Francesco Nuti (Stregati, 1986; Caruso Pascoski, di padre polacco, 1988; Willy Signori e vengo da lontano, 1989), di Carlo Vanzina (Vacanze in America, 1984; Via Montenapoleone, 1987), di Bruno Corbucci (Delitto al ristorante cinese, 1981 e Delitto in Formula Uno, 1984, entrambi con Tomas Milian), di Maurizio Ponzi (Noi uomini duri, 1987; Il volpone, 1988), di Neri Parenti (Fantozzi va in pensione, 1988 e Ho vinto la lotteria di Capodanno, 1989, entrambi con Paolo Villaggio). Ma alla lista si devono aggiungere anche i primi successi commerciali di Gabriele Salvatores (Marrakech express, 1989; Turné, 1990), i film politici di Damiani (Pizza connection, 1985; Il sole buio, 1990), il cinema d'autore di Federico Fellini (La voce della luna, 1990), Scola (Splendor, 1989; Che ora è?, 1989), Francesco Maselli (Il segreto, 1990), Francesco Rosi (Dimenticare Palermo, 1990), Ermanno Olmi (La leggenda del santo bevitore, 1988), e l'horror di Dario Argento (Opera, 1987). L'attività dei C. G. negli anni Ottanta continuò comunque ad affidarsi a quei comici-registi e a quel cinema d'attore in grado di assicurare il successo di botteghino, come nel caso di Roberto Benigni (Il piccolo diavolo, 1988 e Johnny Stecchino, 1991) con il quale la Cecchi Gori ottenne altissimi incassi. Non vanno però dimenticati anche alcuni clamorosi insuccessi commerciali: Attila, flagello di Dio (1982) di Castellano e Pipolo (interpretato anche da Rita Rusic, futura moglie di Vittorio e imprenditrice di successo all'interno della società) che segnò il momentaneo declino della carriera di Diego Abatantuono come attore comico; Joan Lui ‒ Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì (1985), scritto, diretto, interpretato e montato da Adriano Celentano (sue, inoltre, le musiche), ma totalmente ignorato dal pubblico; La partita (1988) di C. Vanzina, girato con un budget elevato (anche per la presenza di star come Matthew Modine, Jennifer Beals e Faye Dunaway). Nel 1989 il gruppo Cecchi Gori ha creato, assieme a Silvio Berlusconi, la Penta, di cui hanno fatto parte diverse società impegnate nella produzione e distribuzione sia cinematografica sia televisiva, e successivamente ha allargato la sua attività all'esercizio cinematografico e al mercato dell'home video.
Negli anni Novanta vanno segnalati la conferma di Salvatores, che con Mediterraneo (1991) ha vinto l'Oscar nel 1992 per il miglior film straniero, e l'impegno di Il muro di gomma (1991) di Marco Risi. Dopo la morte di Mario, le produzioni più significative della società sono state Il postino (1994) di Michael Radford, ultimo film di Massimo Troisi, Lamerica (1994) e Così ridevano (1998) di Gianni Amelio, Una pura formalità (1994) di Giuseppe Tornatore, Al di là delle nuvole (1995) di Wim Wenders e Michelangelo Antonioni. A questo periodo risale però anche un altro insuccesso commerciale, quello di OcchioPinocchio (1994) di Nuti, che ha di fatto sancito la rottura tra il produttore e il comico. Nel marzo del 1994 Vittorio C. G., intrapresa l'attività politica, è stato eletto senatore della Repubblica nelle liste del Patto per l'Italia. Nel corso del decennio, la Cecchi Gori ha inoltre scoperto nuovi personaggi che hanno subito riscosso il favore del pubblico: Leonardo Pieraccioni, per es., con il grande successo di Il ciclone (1996) ha suscitato un grande interesse intorno ai comici toscani, dando modo ad alcuni di loro di esordire come registi (Massimo Ceccherini e Giorgio Panariello). Da ricordare inoltre i successi del comico Antonio Albanese con L'uomo d'acqua dolce (1997), dell'attore partenopeo Vincenzo Salemme con L'amico del cuore (1998) e le 'commedie di costume' dirette da Paolo Virzì (Ferie d'agosto, 1995; Ovosodo, 1997). Dal 2001, a causa di alcuni dissesti finanziari (in cui è stata coinvolta anche la società di calcio della Fiorentina, della quale Vittorio C. G. era diventato presidente insieme al padre nel 1990, fino al clamoroso fallimento del 2002) il numero dei film prodotti e distribuiti è diminuito drasticamente.