BIANCHI, Celestino
Nato a Marradi, il 10 luglio 1817. Liberale conservatore, si dimostrò patriota ardente sia come deputato di Destra, sia nel giornalismo, che fu la passione di tutta la sua vita. Collaboratore de La Patria di Firenze (1847-48), diresse poi, nella stessa città, Il Nazionale, in cui propugnò audacemente l'indipendenza e unità italiana con l'aiuto del Piemonte e della Casa di Savoia. In seguito fondò e diresse a Firenze Lo Spettatore (1855-59), che nelle sue intenzioni doveva far riscontro al Crepuscolo milanese, assecondandone in Toscana la funzione letteraria e politica, e nel quale egli trattò specialmente di critica drammatica sotto lo pseudonimo di Pier Morone, mentre Ruggero Bonghi indirizzava a lui le sue famose lettere critiche Perché la letteratura italiana non sia popolare in Italia. Insegnante valoroso e autore di parecchi scritti di storia e di politica, merita soprattutto che di lui si ricordi il battagliero opuscolo Toscana e Austria (Firenze 1859), che mostra tutta la sua abilità di scrittore politico e che diede, con altri, il colpo di grazia al governo lorenese. Nel 1872 prese a dirigere La Nazione di Firenze, e a Firenze morì il 26 giugno 1885.
Senza far menzione dei suoi fortunati testi di storia, conviene ricordare la lettera polemica a Pier Carlo Boggio Il barone Ricasoli, Mazzini e Garibaldi (Torino 1862); Ciro Menotti o le cospirazioni di Modena nel 1831 (Milano 1863); Federico Confalonieri e i Carbonari del 1821 (Milano 1863); Pietro Fortunato Calvi e la spedizione nel Cadore, racconto (Milano 1863); Venezia e i suoi difensori (I848-49), notizie storiche (Milano 1863); Silvio Pellico, Pietro Maroncelli e gli uomini del Ventuno, notizie storiche (Milano 1867).
Bibl.: M. Galli, Lo Spettatore di Firenze (1855-59), Cosenza 1919 (specialmente il cap. II).