Correnti, Cesare
Uomo politico (Milano 1815 - Meina, Novara, 1888). Laureatosi in giurisprudenza nel 1837, intraprese la carriera amministrativa e nel 1840 fu nominato vicesegretario della Commissione liquidatrice del debito pubblico. Tradusse le osservazioni e le ricerche di carattere economico e sociale effettuate nel corso della sua attività in importanti contributi destinati alle riviste lombarde del tempo, in particolare agli «Annali di statistica». Nel 1847 pubblicò anonimo a Lugano il saggio L’Austria e la Lombardia, una documentata ed esplicita denuncia delle carenze dell’amministrazione austriaca e dei danni da essa apportati allo sviluppo della penisola. Il suo crescente impegno politico culminò nel marzo 1848 nella partecipazione alle Cinque giornate di Milano. Nominato segretario del governo provvisorio e inizialmente riluttante a una immediata annessione al Piemonte, accolse in seguito le istanze della maggioranza moderata e stilò il proclama che indiceva il plebiscito per l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna, decisione che lo distaccò dai democratici. Dopo la sconfitta piemontese e il ritorno degli austriaci in Milano, si stabilì a Torino e lì tenne unite le file dell’emigrazione lombarda; fu due volte a Venezia (autunno 1848 e gennaio 1849) a portare soccorsi finanziari a Manin. Nel suo soggiorno torinese si dedicò a un’intensa attività pubblicistica collaborando a «La Donna italiana», a «L’Italia economica» e successivamente al «Progresso» che fu l’organo ufficiale dei profughi lombardi. Si avvicinò allora alla Sinistra parlamentare, spintovi dall’amicizia rinsaldata nell’esilio piemontese con Depretis, insieme al quale nel 1854 diede vita al «Diritto». In occasione della guerra di Crimea sostenne però la politica di Cavour, del quale continuò tuttavia a respingere i criteri di rigido accentramento amministrativo. Deputato al Parlamento subalpino nel 1849 e al Parlamento italiano dal 1861, partecipò attivamente ai lavori della Camera e fu due volte ministro dell’Istruzione: nel 1867, quando promosse la fondazione della Società geografica italiana, e nel 1869-1872, periodo nel quale propose l’abolizione delle facoltà teologiche, la soppressione dell’insegnamento religioso nelle scuole secondarie, la fondazione di istituti di scienze sperimentali presso l’università di Roma e promosse numerose iniziative per rafforzare l’istruzione femminile. Nel 1876 Correnti fu uno dei protagonisti della «rivoluzione parlamentare» che segnò la caduta della Destra e l’avvento della Sinistra. Ottenne infatti che il centro, del quale era il più qualificato esponente, votasse contro il governo ponendolo in minoranza. Da questo momento strinse ancor di più i legami con Depretis, di cui fu il consigliere più ascoltato nei primi anni della Sinistra al governo: fu lui a preparare il discorso pronunciato nel 1876 da Depretis a Stradella che costituì il primo programma di governo della Sinistra. Dal 1876 in avanti egli rimase, comunque, nell’ombra; il suo astro politico declinò e nel 1886 non venne rieletto. Fu nominato però subito senatore, per intervento di Depretis.