Naturalista (Roma 1585 - Acquasparta 1630); fondatore (1603) dell'Accademia dei Lincei, alla quale dedicò tutte le sue energie, curando o promuovendo a sue spese varie pubblicazioni scientifiche collegiali e individuali, tra le quali Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e Il Saggiatore di G. Galilei. Concepì un Theatrum totius naturae, di cui pubblicò soltanto la parte introduttiva alla sezione botanica sotto il nome di Tabulae phytosophicae, in numero di 20. Le 13 iniziali furono pubblicate dal C. in appendice alle prime edizioni (1628, 1630) del Rerum medicarum novae Hispaniae thesaurus, meglio noto come Tesoro messicano; le rimanenti furono pubblicate a cura di F. Stelluti nelle successive edizioni (1648, 1649, 1651) della grande opera collegiale lincea. Nelle Tabulae C. raccolse in modo sintetico ma preciso i fondamenti della morfologia, fisiologia, sistematica, patologia e nomenclatura delle piante, riconoscendo il valore dei caratteri che servono a stabilire il concetto di sistema naturale. Il C. ebbe chiaro tra i primi il valore per la ricerca dei due nuovi strumenti galileiani, telescopio e microscopio: al primo dette egli stesso il nome, il secondo impiegò personalmente nei suoi pionieristici studî di morfologia. Notevole anche in tal senso è l'inedita Syntaxis plantaria (rinvenuta nel 1985) che ne fa l'iniziatore della microscopia dei vegetali. Nel 1625 pubblicò l'Apiarium, oggi rarissimo, che è la prima opera a stampa contenente osservazioni su esseri viventi esaminati al microscopio. Nel 1624 il C. scoprì, nel suo feudo di Acquasparta, un giacimento di legno fossile, nel quale raccolse, insieme a F. Stelluti, molti materiali che fece disegnare con grande precisione; soltanto una piccola parte di questi dati fu poi utilizzata dallo Stelluti nel suo Trattato del legno fossile minerale (1637). Il C. raccolse uno dei più importanti musei naturalistici della prima metà del 17º secolo, la cui illustrazione è rimasta inedita.