POZZOLINI SICILIANI, Cesira
POZZOLINI (Pozzolini Siciliani), Cesira. – Nacque a Firenze il 19 novembre 1839 da Luigi Pozzolini e da Gesualda Malenchini, sesta di nove figli.
La madre nutrì profondi sentimenti di patria e di libertà. Strinse amicizia con liberali e nel 1848 rispose all’appello del fratello Vincenzo: corse a Livorno dove cucì e distribuì bandiere e coccarde tricolori, partecipò alle manifestazioni patriottiche, raccolse con altre nobildonne l’obolo per Venezia.
Insieme a sua sorella Antonietta, Cesira fu allieva di Pietro Thouar. Incoraggiata dai genitori a coltivare la sua formazione, studiò letteratura, francese, pianoforte e, in seguito all’incontro con Giambattista Giuliani, si appassionò allo studio delle opere dantesche.
Al fianco della madre sul finire degli anni Cinquanta organizzò ogni venerdì un salotto culturale nella loro casa di via de’ Pilastri a Firenze. Casa Pozzolini si presentava come un laboratorio di dibattito sulle questioni politiche inerenti l’unificazione italiana. Cesira Pozzolini seguì con entusiasmo e dovizia di particolari le vicende risorgimentali e le attività dei fratelli Giorgio ed Eugenio, annotandoli nel suo diario, inedito, del 1859.
In quello stesso anno Gesualda, già ispettrice degli asili infantili, trasformò la villa a Bivigliano, precedentemente acquistata dal marito, in una scuola per bambine, bambini e adulti: fautrici dell’educazione popolare, Cesira e Antonietta affiancarono la madre in qualità d’insegnanti in questo progetto, che ebbe grande successo.
La peculiarità della scuola era rappresentata dall’organizzazione, flessibile e aderente alle istanze diversificate degli allievi: a qualunque ora del giorno, dalle 8 del mattino alle 11 di sera, la villa accoglieva chiunque desiderasse studiare. Il sistema del mutuo insegnamento, innovativo e fruttuoso, seguiva modelli scolastici svizzeri. Nel 1863 Cesira insegnò letteratura presso la Scuola Normale femminile di Firenze: l’incarico le fu conferito dall’ispettore generale delle scuole toscane, Raffaello Lambruschini. In quel periodo la giovane donna scrisse brevi racconti morali indirizzati alle fanciulle, molti dei quali furono pubblicati su riviste pedagogiche, come le Letture di famiglia di Thouar.
Nel 1864 sposò Pietro Siciliani (1832-1885), pedagogista, filosofo e medico pugliese. Trasferitasi col marito a Bologna, Cesira accolse nel loro salotto letterati e filosofi, come Bertrando Spaventa, Giosue Carducci, Francesco De Sanctis. Si dedicò alla lettura di testi letterari, storici e filosofici e alla scrittura epistolare, indirizzando ad amici e parenti centinaia di lettere, costruendo reti di relazioni con personaggi di spicco del panorama letterario italiano. Con Vittorio Imbriani affrontò il tema della didattica infantile, mentre aiutò il marito nella trascrizione dei testi da pubblicare presso vari editori (Barbera di Firenze, Morano di Napoli, Zanichelli di Bologna).
Una profonda ammirazione per i patrioti italiani spinse la scrittrice fiorentina a entrare in contatto con illustri protagonisti del Risorgimento, come Atto Vannucci che le lasciò in eredità tutte le sue lettere. Cesira Pozzolini le raccolse e le catalogò al fine di pubblicarle, affidando poi al figlio Vito il compito di donarle alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
Nel 1879 avviò un intenso rapporto epistolare con Antonio Ranieri: grazie all’incitamento di Cesira il patriota napoletano portò a compimento l’opera Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi (Napoli 1880).
L’interesse per la storia italiana spinse Cesira alla pubblicazione di un articolo, poi tradotto in Francia, Gli eroi salentini: episodio storico del 1480 sulla Nuova Antologia, in cui celebrò la resistenza della cittadina di Otranto all’invasione turca dal 27 luglio all’11 agosto 1480 come «uno dei fatti più gloriosi d’Italia» (agosto 1880, pp. 511-526). Nel 1881 fu edito a Bologna Una visita agli Ossari di San Martino e Solferino; anche quest’opera dal sapore patriottico fu tradotta in francese nel 1882.
Nel 1880 pubblicò per i tipi di Morano Napoli e dintorni. Impressioni e ricordi (ristampato nel 2011). In questi ‘bozzetti’ raccontò il suo viaggio tra la città partenopea, la costiera amalfitana e le isole del golfo, riportò usi e costumi del popolo e narrò con toni estatici l’incontro con Luigi Settembrini, al quale dedicò un articolo su Nuova Antologia nel dicembre 1883 (Luigi Settembrini nel suo Epistolario, pp. 558-576).
Per la Nuova Antologia descrisse i luoghi visitati in Italia offrendone sempre un quadro storico-politico: Il Monte della Guardia e la Madonna di San Luca a Bologna. Bozzetto (novembre 1877, pp. 614-629), Capri e la Grotta Azzurra (maggio 1878, pp. 87-111), Il miracolo di San Gennaro. Bozzetto (luglio 1878, pp. 307-327), Gita a Pompei (maggio 1879, pp. 60-87), Ai Colli Euganei (luglio 1882, pp. 223-247), Strenne e Capo d’anno (gennaio 1884, pp. 126-132), Un paesello della Romagna. Storia e leggende (dicembre 1885, pp. 667-688), Volognano in Valdarno. Bozzetto storico (settembre 1892, pp. 334-351), Gite autunnali: Castiglione dei Pepoli (ottobre 1899, pp. 602-627). Dal 1899 al 1906 pubblicò per la Rassegna Nazionale biografie di celebri italiani, descrizioni di paesaggi e scene di vita: Enrico Pazzi. Scultore (novembre 1899, pp. 144-151), Una settimana in Casentino (novembre 1899, pp. 273-309), Una settimana in Casentino (dicembre 1899, pp. 462-499), Lettera all’Ingegner Archit. Giuseppe Poggi (maggio 1900, pp. 88-96), Lettera a Giosue Carducci (maggio 1900, pp. 338-349), Lettera al prof. Adolfo Targioni Tozzetti (giugno 1900, pp. 572-580), Montecatini e la Grotta di Monsummano (luglio 1900, pp. 3-21), Stazioni di montagna in Toscana (settembre 1900, pp. 154-173), All’esposizione di Parigi del 1900 (gennaio 1901, pp. 220-251), Lettera al prof. Francesco Vinea (maggio 1902, pp. 338-346), I Bagni di Casciana nelle colline pisane (luglio 1902, pp. 85-108), Pellegrinaggio alla tomba di Dante (agosto 1902, pp. 571-606), Francesco Vinea (novembre 1902, pp. 153-156), Santa Maria del Fiore e la grande porta di bronzo del Professor Passaglia (maggio 1903, pp. 290-304), Barga e Antonio Mordini (ottobre 1905, pp. 371-395), Giannina Loi-Maestrini (maggio 1906, pp. 371-374), La Badia greca di Grottaferrata e la festa di San Nilo (dicembre 1906, pp. 541-553).
S’impegnò – prima col marito e poi, dopo la morte di questi avvenuta nel 1885, da sola – nell’aiutare i giovani pugliesi che si trasferivano nelle università dell’Italia settentrionale. Li accolse nel suo salotto, scrisse lettere, raccomandò, mantenne contatti sociali in un progetto atto a favorire la promozione sociale, culturale, economica della Puglia, in particolare di Galatina. Il suo engagement filantropico e culturale si completò con la donazione a quella città della biblioteca privata del marito (oggi conservata nella sala Siciliani della Biblioteca comunale).
Morì a Firenze il 5 settembre 1914. Fu sepolta nel cimitero monumentale delle Porte Sante di S. Miniato al Monte accanto a Pietro Siciliani.
Opere. Oltre a quelle citate, si segnalano: Feste e santuari, Bologna 1882; Ricordo della inaugurazione del Palagio della lana in Firenze, 9 maggio 1905, Prato 1905; la nuova edizione di Napoli e dintorni. Diario di una viaggiatrice a dorso di ciuccio nella Napoli postunitaria, postfazione di M.R. Dixon, Napoli 2011.
Fonti e Bibl.: Il diario inedito è conservato a Firenze presso l'Archivio privato della famiglia Signorini; Napoli, Biblioteca nazionale, Carte Ranieri, B 52/391, 420, 410 (lettere di Cesira Pozzolini ad Antonio Ranieri, da Bologna 5 dicembre 1879, da Bivigliano 12 agosto 1881, da Bologna, 2 luglio 1884).
E. Michel, Pozzolini Gesualda, in Dizionario del Risorgimento nazionale, a cura di M. Rosi, III, Le persone E-Q, Milano 1933, p. 936; M.A. Signorini - A. Visconti, Il salotto di Gesualda e C. P. nella Firenze del 1859, in Salotti e ruolo femminile in Italia tra fine Seicento e primo Novecento, a cura di M.L. Betri - E. Brambilla, Venezia 2004, pp. 381-403; Il carteggio familiare di Pietro Siciliani (1850-1914), a cura di F. Luceri, I-II, Lecce 2013; Pietro Siciliani e C. P. Filosofia e letteratura, a cura di F. Luceri, Lecce 2015.