Matematico francese (Dieuze, Lorena, 1822 - Parigi 1901), uno dei più grandi analisti della seconda metà del sec. 19º. Ancora studente (1843-44), comunicò a C. G. J. Jacobi i risultati delle sue ricerche sulle funzioni abeliane e sulla trasformazione delle funzioni ellittiche. Membro della Académie des Sciences (1856), prof. all'École polytechnique e alla Sorbona (dal 1869); socio straniero dei Lincei (1883). Esercitò larghissima influenza anche fuori della Francia; profondo conoscitore di molti campi dell'analisi matematica, collegò fecondamente i metodi trascendenti a quelli algebrici e a quelli aritmetici. Risolse l'equazione di 5º grado per mezzo di funzioni ellittiche; introdusse per primo nelle ricerche sui numeri interi la considerazione di variabili continue; generalizzò al campo delle funzioni l'algoritmo aritmetico delle frazioni continue; nel corso di queste indagini, stabilì (1873) la trascendenza del numero e; è questa la prima dimostrazione della non algebricità di un dato numero reale, che aprì la via a F. Liendemann per la famosa dimostrazione della trascendenza di π (1882) e quindi dell'impossibilità di quadrare il cerchio per via algebrica.