Statista inglese (Londra 1749 - Chiswick 1806). Liberale, fu segretario di Stato per gli Affari esteri (1782-83) e riconobbe l'indipendenza delle colonie americane. Promosse l'abolizione della schiavitù e la parità religiosa fra cattolici e protestanti.
Terzogenito di Henry Fox lord Holland, dopo un'esperienza di viaggi, che gli consentì di entrare in contatto con le idee più innovatrici e di dar sfogo alla sua natura esuberante, ottenne poco più che ventenne (1770), per la protezione del gruppo conservatore, la carica di lord dell'ammiragliato, carica che però lasciò ben presto per passare all'opposizione. Il suo temperamento e le sue vedute liberali lo portarono a contrastare, con eloquenza irruente, la politica misoneista dei conservatori, impegnati a lottare contro le colonie d'America. Segretario di stato per gli Affari esteri nel 1782 e nel 1783, riconobbe l'indipendenza delle colonie d'America; poi sviluppò un'azione, per ridimensionare la Compagnia delle Indie e ridurre i poteri della Corona, che gli procurò molte opposizioni. Nel 1784 subì una scoraggiante disfatta elettorale. Negli anni successivi, assunse atteggiamento favorevole verso la Rivoluzione francese, in polemica con la politica estera di W. Pitt, ma fu considerato nemico del suo paese e abbandonato dai suoi seguaci. Nel 1797 si ritrasse dall'attività parlamentare e politica, per un periodo di studi; tre anni dopo rientrava in parlamento, dove assisteva alla caduta del suo grande competitore, il Pitt, al nuovo indirizzo di accostamento alla Francia e alla pace di Amiens (1801). Alla morte di Pitt (1806) il re non poté fare a meno di chiamarlo al governo: ministro degli Esteri con Lord Grenville, iniziò trattative segrete, tramite Talleyrand, per trovare un accordo con Napoleone. Promosse autorevolmente l'abolizione del commercio degli schiavi e l'equiparazione dei cattolici in Inghilterra e Irlanda. La morte, lamentata dallo stesso Napoleone, troncò i suoi piani di politica estera, che invero s'erano trascinati fra reciproche diffidenze e, comunque, comportavano un difficile riassestamento dei rapporti internazionali. Di F. rimane, oltre ai volumi di discorsi, memorie e corrispondenza, una History of the early part of the reign of James II (post., 1808).