Uomo politico (Westminster, Londra, 1708 - Hayes, Kent, 1778) e abile oratore. Esponente dei whigs, fu l'interprete delle aspirazioni imperiali britanniche. La sua attività politica e la sua ascesa accompagnarono, si può dire, la formazione e il progressivo sviluppo del sistema costituzionale-parlamentare inglese sotto i sovrani della dinastia di Hannover. Il suo periodo più fulgido di statista e di uomo di governo coincise con gli anni decisivi della guerra dei Sette anni, e cioè col momento dello sforzo supremo compiuto dall'Inghilterra per sconfiggere la potenza navale e coloniale della Francia e consolidare il proprio primato (1757-1761). Singolare nella storia dell'attività politica e parlamentare di P. è la circostanza che quest'uomo, la cui opera ebbe influenza essenziale nella formazione dell'impero britannico, fu al governo per periodi relativamente brevi, e fu primo ministro soltanto una volta per due anni, dal 1766 al 1768; e come primo ministro non fece prova del tutto buona, sollevando contro di sé un forte movimento di opinione pubblica.
Compì gli studi classici a Eton e a Oxford. Eletto nel 1735 alla camera dei Comuni, si schierò con i whigs contro la politica di quieto vivere e di rinuncia all'espansione navale e coloniale del primo ministro Walpole. Caduto il governo Walpole (1742), grazie anche alla sua strenua opposizione, P. fu nominato tesoriere delle forze armate (1746). Durante la sua attività politica, sostenne la necessità di condurre una lotta a fondo contro la potenza navale e coloniale di Francia e Spagna, divenendo così l'interprete delle aspirazioni imperiali britanniche. Nel 1757, quando la guerra dei Sette anni, scoppiata l'anno precedente, stava volgendo a favore della Francia, P. fu nominato ministro della Guerra. Sotto la sua direzione gli Inglesi non solo riconquistarono la supremazia sui mari in Europa, ma distrussero la potenza della Francia sia in India che in America, dove occuparono il Canada. Ostacolato nel suo progetto di azione preventiva contro la Spagna, P. nel 1761 si dimise; ma grazie alla sua influenza in Parlamento e alla popolarità acquistata nel paese, nel 1766 il re, dopo averlo elevato alla nobiltà con il titolo di conte di Chatham, lo richiamò al potere con l'incarico di formare il governo. Ma i due anni del suo ministero furono caratterizzati da scelte contraddittorie che gli alienarono simpatie e popolarità e nell'ott. del 1768, anche a causa della sua salute malferma, si dimise. Tornò a far sentire la sua voce per criticare la politica arbitraria del governo North nei confronti delle colonie americane e per chiedere la sospensione delle ostilità contro gli insorti (1777). Il 7 apr. 1778, durante un suo discorso alla camera dei Lord, in cui si opponeva al riconoscimento dell'indipendenza alle colonie sostenendo l'unità dell'impero britannico, fu colto da un grave malore e dopo pochi giorni morì.