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BALDOVINI, Chello

di Armando Petrucci - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)
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BALDOVINI, Chello

Armando Petrucci

Di famiglia originaria di Bagni di Romagna, dovette nascere da un Uberto intorno alla metà del sec. XIII. Trasferitosi con i suoi familiari a Firenze, ove nella seconda metà del secolo risultano attivi numerosi Baldovini, alcuni dei quali notai, abbracciò anch'egli la carriera notarile, entrando subito al servizio di magistrature comunali.

Compare per la prima volta come testimone in atti pubblici nel gennaio del 1289; nel dicembre dello stesso anno è nominato notaio dei Priori, e nel maggio dell'anno seguente notaio dei capitani dell'esercito. Per quattro volte notaio della Signoria (1292-93, 1295-96, 1299, 1301), continuò a svolgere attività di notaio privato. Nel 1293 inoltre, con pubblica deliberazione, gli fu affidato l'archivio del notaio Cione Baldovini, molto probabilmente suo parente. Più o meno a quest'epoca, secondo un'ipotesi suggestiva formulata dal Marzi (La cancelleria., 1 p. 58), egli dovette cominciare a fungere in cancelleria da coadiutore all'ormai vecchio dettatore Brunetto Latini. Certo è che il B. già il 12 luglio 1295 rogò come cancelliere comunale un atto di pacificazione stipulato fra i Velluti e i Mannelli e che l'11 dic. 1296 fu solennemente eletto cancelliere dettatore del Comune fiorentino, continuando, come pare, a mantenere anche l'ufficio di notaio della Signoria.

Nel 1301 fu eletto dettatore un certo ser Corso di Gherardo, ma, poiché il B. rimase al suo posto, è ragionevole supporre che Corso sia stato nominato unicamente come suo coadiutore. Nomina, del resto, ampiamente giustificata dalla mole di lavoro che il cancelliere era costretto a sbrigare da solo e che induceva nel 1303 la Signoria a concedergli un compenso straordinario di 20 lire per l'attività svolta "de die et nocte stando in Pallatio et scribendo litteras et alias scripturas utiles et necessarias Comuni predicto" (Marzi, op. cit., p. 59).

Pare che il B. sia rimasto al suo posto anche durante il governo di Carlo, duca di Calabria (1326-1328); certo è che nel 1328 egli figura ufficialmente come "officialis et dictator dicti Populi et Comunis et Offitii antedicti" (Marzi, op. cit., 65), mentre come coadiutore gli è posto accanto il fratello Rinaldo. Ser Chello era però ormai troppo avanti in età, e il 7 dic. 1335 fu eletto al suo posto, come cancelliere del Comune, suo fratello Rinaldo. Il B., comunque, sopravvisse ancora qualche tempo, venendo a morte, vecchissimo, ai primissimi del 1336.

Le lettere da lui composte in volgare per il Comune fiorentino furono considerate fra i testi di lingua dai compilatori del Vocabolario della Crusca.

Rinaldo B. era, quando prese il posto del più anziano fratello, uomo già esperto di amministrazione, perché fin dal secondo decennio del secolo aveva occupato cariche pubbliche, prima come notaio della Signoria (1314, 1318), poi, come si è visto in qualità di coadiutore di Chello. Scarsissime notizie si hanno sulla sua attività come cancelliere, che cominciò ad esercitare dal gennaio del 1336 e in cui fu sostituito nel settembre del 1340, da ser Ventura Monachi.

Fonti e Bibl.: Cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani,in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XXX, 1, a cura di N. Rodolico, ipp. 67, 70, 75, 76, 78, 83; I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua Cronica,I, 1, Firenze 1879, pp. 116, 117, 181, 295; I, 2, ibid. 1880, p. 531; D. Marzi, Un Cancelliere sconosciuto della Repubblica fiorentina. Ser Naddo Baldovini (Nozze Martini Ruspoli), Firenze 1899; G. Arias, Itrattati. commerciali della Repubblica fiorentina,I, Firenze 1901, p. 443; D. Marzi, La cancelleria della Repubblica fiorentina,Rocca S. Casciano 1910, v. Indice.

Vedi anche
Brunetto Latini Letterato e uomo politico (Firenze 1220 circa - ivi 1294 circa). Notaio e cancelliere del comune (anche suo padre, Bonaccorso, era notaio), tornando nel 1260 da un'ambasceria ad Alfonso X di Castiglia, seppe della rotta di Montaperti. Proscritto da Firenze, rimase in Francia fino al ritorno in città ... Angiò, Carlo d', detto l'Illustre Angiò, Carlo d', detto l'Illustre. - Duca di Calabria (Napoli 1298 - forse ivi 1328). Figlio di Roberto re di Napoli, nel 1316 sposò Caterina vedova di Arrigo VII (m. 1323). Nel 1324, sposò, dopo aver ottenuta una dispensa papale, la cugina Maria di Valois. Eletto (1325) signore dai Fiorentini per dieci ... Accademia della Crusca Accademia destinata allo studio e alla conservazione della lingua nazionale italiana. Sorse nel 1582 a Firenze con il contributo decisivo del letterato L. Salviati, con lo scopo di separare il ‘fior di farina’ (cioè la buona lingua, identificata con il fiorentino del Trecento), dalla ‘crusca’. Nel 1590 ... priore Il superiore di una comunità religiosa e in particolare di una comunità monastica. ● Titolo di particolare dignità in alcuni ordini cavallereschi (anche gran priore). Nell’Ordine dei Cavalieri di Malta il priore presiede l’organo preposto all’amministrazione dei possedimenti compresi in più commende. ...
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chelleano
chelleano 〈še-〉 agg. [dal nome della città di Chelles, nella Francia centr.]. – In paletnologia, denominazione dell’industria ad amigdale rinvenuta nel 19° sec. in un terrazzo del fiume Marna a Chelles; il termine, esteso poi a indicare...
baldovino
baldovino (e baldüino) s. m. [dal fr. ant. Baudouin, nome dell’asino nelle favole], ant. – Asino: Stando lo baldovino dentro un prato (Cecco Angiolieri); fig., sciocco, stolto, anche come agg.: Di così fatta gente balduina (Cino da Pistoia)....
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