CHIARO da Firenze
Nacque a Firenze o nei dintorni nella prima metà del XIII sec.; studiò diritto, probabilmente a Bologna, ma non è possibile stabilire se in quel periodo fosse già entrato nell'Ordine francescano. La prima notizia sicura che lo riguarda compare nella Cronica di Salimbene de Adam. L'autore racconta che frate C. nei giorni successivi al Natale del 1243 tenne nella chiesa arcivescovile di Pisa due prediche pubbliche che sviluppavano un medesimo tema con argomentazioni diverse. Ma il pubblico, incapace di cogliere le sfumature delle due differenti impostazioni, pensò che C. avesse ripetuto il medesimo sermone e manifestò il proprio disappunto. L'episodio è testimonianza della raffinata preparazione teologica di C., e conferma il giudizio di Salimbene che lo qualifica come "unus de maioribus clericis de mundo".
Un lascito testamentario, sottoscritto a Bologna nel 1251 e conservato nell'archivio del convento fmncescano della città a favore di un frate Chiaro, potrebbe far supporre che C. già allora risiedesse nella provincia di Bologna. Vi si trovò invece sicuramente nel 1261:in quell'anno infatti fu inviato dal provinciale Bonagratia, insieme con Manfredi da Tortona e Aldevrando da Borgoflaniano, al sinodo di Ravenna (28 marzo 1261), che papa Alessandro IV aveva convocato per offrire l'appoggio della cristianità a Bela IV, re d'Ungheria, minacciato dall'invasione tartara. Tra le disposizioni relative alla convocazione del sinodo c'era pure quella che ordinava ai guardiani dei conventi francescani della provincia di Bologna di farvi intervenire i propri lettori; C. doveva dunque essere allora lettore in un convento di quella provincia. L'importante incarico di istruire i novizi gli era stato evidentemente affidato per la sua solida e ortodossa preparazione teologica.
Per un certo periodo fu anche cappellano e auditore pontificio ("Cappellanus papae et apostolicae sedis auditor causarum sacri palatii apostolici"); in tale veste infatti fu presente in Curia durante il dibattimento di una causa riguardante alcuni mulini d'Angers, iniziatosi non prima del 1254 e conclusosi nel 1255.Dato che non si può stabilire con più precisione il periodo del dibattimento, non è possibile accertare se C. esercitasse le sue funzioni già durante il pontificato di Innocenzo IV, morto nel dicembre del 1254, o solamente durante quello del suo successore Alessandro IV.
Esperto in diritto civile e canonico, C. godette di autorevole fama negli ambienti dotti. Fu citato da Angelo da Chivasso tra le fonti della sua Summa angelica e gli furono attribuite impropriamente diverse opere di contenuto giuridico: la Summa casuum conscientiae o Casus conscientiae fratis Clari de Florentiae, di cuiinvece sarebbe solo l'ispiratore e non l'autore materiale; il Tractatus decem preceptorum, di incerta attribuzione; i XX casus determinati in Curia Papae, anche questi di incerta attribuzione; la Summa de casibus in foro paenitential o Summa de casibus reservatis, attribuibile con maggiore probabilità a Manfredi da Tortona. L'attribuzione di tali opere a C. nasce dalla loro tradizione manoscritta. Il nome Chiaro infatti (spesso con l'attributo "da Firenze", e a volte "da Arezzo") compare frequentemente nei testi a fianco dei numerosi casi giuridici riportati. Ciò, comunque, significa solo che si riferisce l'opinione di C. in merito a determinati argomenti di carattere giuridico discussi nel testo.
Fonti e Bibl.:Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, Bari 1966, I, p. 581; II, p. 800; Quétif-J. Echard, Script. Ord. Praedicatorum, I, Lutetiae Parisiorum 1719, pp. 92 s.; G. Negri, Istoria degli scrittori fiorentini, Ferrara 1722, p. 125; A. M. Bandini, Catalogus codicum Latin. Bibliothecae Medicae Laurentianae, IV, Florentiae 1777, pp. 74, 85, 721;G. G. Sbaraglia, Supplementum et castigario trium Ordinum S. Francisci, Romae 1806, pp. 195 s.; L. Wadding, Script. Ordinis Minorum, Romae 1906, I, p. 64; Mariano da Firenze, Compendium chronicarum Fratrum Minorum, in Arch. franc. hist., II (1909), p. 632; B. Giordani, Acta franciscana et tabularius bononiensibus deprompta, in Analecta franc., IX (1927), pp. 13, 27; J. M. Henquinet, Clair de Florence,O. F. M., canoniste et pénitentierpontif. vers le milieu du XIII siècle, in Arch. franc. hist., XXXII (1939), pp. 3-48; Id., Le canoniste fr. Mainfroid de Tortona,O. F. M., disciple d'Alexandre de Halès et de Jean de La Rochelle,ibid., XXXIII (1940), p. 221.