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CHIESA

di Attilio AGNOLETTO - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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CHIESA.- Storia della Chiesa (X, p. 19; App. II, 1, p. 569)

Attilio AGNOLETTO

Nel decennio 1949-59 il corso della storia della Chiesa non ha conosciuto alcun sostanziale o radicale mutamento rispetto al precedente. Il tono è dato, soprattutto nei primi anni, dagli orientamenti che Pio XII indicava in un radiomessaggio inviato nel 1949 in occasione del LXXIII Congresso dei cattolici tedeschi (in La civiltà cattolica, 17 sett. 1949): 1) necessità che i cattolici si interessino alla questione sociale, non dimenticando 2) che il programma sociale della Chiesa "per principio" non è mai stato contrario ad alcun gruppo, ceto o classe sociale e che 3) la Chiesa desidera "la cooperazione tra capitale e lavoro". Dovere, quindi, dei cattolici 4) di impegnarsi in una politica culturale e sociale, in cui la difesa della scuola cattolica occupa un posto preminente. Il papa ribadiva, infine, 5) l'opposizione della Chiesa al "materialismo". Il problema appunto dei rapporti con il comunismo e con i nuovi stati a regime comunista ha senza dubbio grave peso nel periodo storico in questione.

L'anno giubilare (24 dicembre 1949 - 24 dicembre 1950), l'enciclica Humani generis (12 agosto 1950), la promulgazione del dogma dell'Assunzione di Maria in cielo (1° novembre 1950), l'anno mariano (8 dicembre 1953 - 8 dicembre 1954), la morte di Pio XII (9 ottobre 1958) pontefice regnante per un ventennio, e l'elezione di Giovanni XXIII (A. G. Roncalli; 28 ottobre 1958) sono, senza dubbio, alcune tra le maggiori tappe del decennio.

La vita interna. - L'apostolato laico riceve, sulla scia della fondazione dell'Azione Cattolica da parte di Pio XI, particolare impulso, come dimostrano i due grandi congressi dell'apostolato dei laici tenuti a Roma nel 1951 e nel 1957 (si confronti anche l'esortazione papale del 25 gennaio 1950 per l'Azione Cattolica Italiana, in La civiltà cattolica, quaderno 2391).

L'interesse della Chiesa per i problemi sociali diede origine, tra l'altro, in Francia a particolari forme di apostolato sacerdotale tra i laici, e cioè al fenomeno dei cosiddetti preti-operai. Caldeggiato dal card. E. Suhard (S-117??? 1950) e sostenuto da altri cardinali francesi, il movimento conobbe dai suoi primordî alterne vicende, perplessità, sconfessioni e condanne (v. preti operai, in questa App.).

Il movimento biblico e quello liturgico, invece, continuano la loro strada con successo. Dalla costituzione apostolica Christus Dominus (6 gennaio 1953), che limita la portata e la durata del digiuno eucaristico e permette la Messa vespertina, in poi rilevanti sono le innovazioni e le riforme in liturgia (v., in questa App.). Si hanno così variazioni nel calendario liturgico, nel breviario, nel messale (Acta Apostolicae Sedis, n. 4-5: 20-22 aprile 1955); la riforma dell'ordo della Settimana Santa (in vigore dal 25 marzo 1956); il permesso di dire determinate preghiere in lingua volgare in Germania, Francia, Argentina, ecc. (durante la Messa, il battesimo, i funerali, ecc.). Tale tendenza, intesa a far partecipare maggiormente il popolo alle funzioni ed ai riti sacri (in Cina già da tempo la prima parte della Messa veniva detta in lingua nazionale), si manifesta anche nell'accoglimento di canti tradotti e persino di corali di origine evangelica. L'enciclica Musicae Sacrae disciplina (25 dicembre 1955) è il documento ufficiale della Chiesa più solenne nel campo della musica sacra. Nel 1956 la S. Congregazione dei Riti ha emanato altre disposizioni sull'uso in chiesa del grammofono e della radio, di proiezioni cinematografiche, sui cori misti e le esecuzioni polifoniche.

L'anno santo (1950) venne aperto il 24 dicembre alla presenza di cento vescovi e dei rappresentanti di parecchie nazioni cattoliche: è l'anno delle indulgenze lucrabili (costituzioni apostoliche del 10 luglio 1949), della canonizzazione della beata Maria Goretti (24 giugno 1950), di importanti encicliche, tra cui si ricorda quella sull'assunzione (v. in questa App.) di Maria. Di grande importanza nella più recente teologia e prassi della Chiesa è lo sviluppo della mariologia. Le encicliche Munificentissimus Deus (10 novembre 1950), Fulgens corona (8 settembre 1953: apertura dell'anno mariano), Ad caelireginam (1° novembre 1954: istituzione della festa del Regno di Maria per il 31 maggio a chiusura dell'anno mariano), l'anno mariano stesso, con pellegrinaggi di milioni di persone ai santuarî di Lourdes, Fatima, Montenero, Monserrato, Loreto, ecc., con i congressi nazionali mariani in India, nelle Filippine, in Nigeria, nel Perù, con le emissioni di francobolli mariani in 14 nazioni, con la canonizzazione di Pio X (31 maggio 1954) e l'introduzione della causa di beatificazione di Pio IX e così via, sembrano caratterizzare la più recente vita della Chiesa.

Nel campo più propriamente teologico, molti sintomi di profondo rinnovamento si fanno evidenti nel secondo dopoguerra nel mondo cattolico, destando perplessità e provocando interventi limitativi della Curia: dall'enciclica Humani generis (1950), alla condanna del "catechismo progressivo" di J. Colomb (1957): v. teologia; catechetica in questa Appendice. Al cauto atteggiamento nel piano teologico-dogmatico - nel quale è riaffermata la validità del sistema aristotelico-tomista - corrisponde invece una maggiore apertura sul piano delle scienze empiriche e del progresso delle tecniche moderne; notevole la posizione di fronte all'evoluzionismo, alla fisica atomica, alla "modernizzazione" delle strutture di catechesi e di propaganda.

L'incontro con gli acattolici ed il movimento ecumenico non vedono nell'ultimo periodo del pontificato di Pio XII progressi rilevanti. Se i movimenti biblico e liturgico, se la revisione storica cattolica della Riforma protestante (J. Lortz ed altri), se la persecuzione nazista in Germania sembrarono avvicinare il mondo e la cultura cattolica e protestante, indubbiamente la promulgazione del dogma dell'assunzione corporea di Maria in cielo (osteggiata anche da taluni teologi cattolici), certi irrigidimenti nei riguardi delle nuove tendenze teologiche ed alcune manifestazioni di intolleranza cattolica (soprattutto in Spagna) hanno dato l'impressione che l'abisso tra cattolicesimo e protestantesimo si sia approfondito e non colmato. I primi mesi, però, del pontificato di Giovanni XXIII, in cui è particolarmente viva la preoccupazione pastorale, sono stati contrassegnati dall'annuncio della prossima celebrazione di un concilio ecumenico per la Chiesa universale. In esso appunto avrà un posto eminente la "ricerca dell'Unità" (allocuzione di Giovanni xxIII al Sacro Collegio nel gennaio 1959). La risonanza dell'inatteso annuncio fu viva nel mondo cristiano non cattolico: esso trovò anzi taluni consensi nel mondo ortodosso ed anglicano. Più diffidenti sembrano presentarsi gli ambienti luterani.

Da ricordarsi, per quanto definita "di cortesia", la visita fatta a papa Giovanni XXIII a Roma dall'arcivescovo anglicano di Canterbury, G. F. Fisher (2 dicembre 1960).

Tra le diverse attività della Chiesa un posto di primissimo piano ha sempre, ed ovviamente, quella missionaria. Essa conosce da una parte una continua progressiva espansione, ma dall'altra una battuta d'arresto negli stati comunisti in Europa ed Asia (particolarmente in Cina). L'enciclica Evangelii praecones "sull'incremento delle sacre Missioni" (2 giugno 1951) annunciava che allora vi erano 600 missioni con 20.800.000 fedeli e 26.800 missionarî contro le 400 missioni, i 15 milioni di fedeli ed i 14.800 missionarî del 1926. Una statistica del 2 giugno 1956 ci informa che a quella data i territorî ecclesiastici dipendenti dalla S. Congregazione de propaganda Fide sono 683 e precisamente: 215 in Africa, 283 in Asia, 80 in America, 86 in Oceania, 19 in Europa; nel 1939 invece erano 532. All'ecumenicità della Chiesa ed al suo senso missionario pare far riscontro l'allargamento del collegio cardinalizio, con l'accoglimento anche di persone di "colore", a cui ha dato recentemente vivo concreto impulso Giovanni XXIII. Il numero dei cardinali sale da 57 nel 1957, a 74 nel 1958 ed infine a 79 al dicembre 1959. In Africa, ad esempio, il numero dei sacerdoti indigeni pareggia quello dei sacerdoti stranieri.

L'azione politica. - L'azione politica della S. Sede nel periodo 1949-59 si svolge sulla linea delle direttive del decennio precedente. I rapporti della Chiesa con le democrazie hanno sempre come testo fondamentale il radiomessaggio papale del Natale 1944.

Gli avvenimenti politici post-bellici, i rivolgimenti di regimi, soprattutto l'avvento del comunismo negli stati dell'Europa orientale, fanno sentire più che mai il proprio peso nell'azione religioso-politica della Chiesa. Il cattolicesimo politico viene fortemente impegnato nella lotta contro il "materialismo ateo". Nel dicembre 1948 viene arrestato in Ungheria il card. G. Mindszenty; lettere, esortazioni apostoliche, encicliche dirette ai cattolici europei orientali, al loro clero, alla loro gerarchia si susseguono in un crescendo drammatico a denunciare quelle che la Chiesa non esita a chiamare "persecuzioni". Non mancano neppure defezioni e tentativi scismatici nel clero cattolico degli stati dell'Europa orientale, in Cina ed altrove. Il 20 giugno 1949 viene, ad esempio, esplicitamente condannata la scismatica "Azione cattolica" cecoslovacca. L'enciclica Ad Apostolorum Principis (29 giugno 1958) giudica severamente la formazione di una specie di Chiesa nazionale cinese. Quale reazione alla situazione politico-religiosa creatasi negli stati comunisti, si ha un maggiore irrigidimento nei riguardi dei comunisti e dei loro simpatizzanti negli stati a regime democratico. Così un decreto del Sant'Uffizio del 1949 (cfr. La Civiltà cattolica, vol. III) interdice l'ammissione ai sacramenti agli iscritti al partito comunista, proibisce ai fedeli la diffusione della stampa e delle dottrine comuniste, ricordando che sia gli iscritti che i propagandisti incorrono nella scomunica. Maggiore tolleranza rivela però la dichiarazione del Sant'Uffizio dell'11 agosto 1949 che permette al sacerdote di assistere al matrimonio dei comunisti in conformità ai canoni 1065-1066 del Codex iuris canonici. Ferme lettere ed encicliche papali (e tra esse alcune riguardanti le missioni) si soffermano sulla situazione del clero e dei cattolici nelle nazioni comuniste: così la Evangelii praecones (1951), la Sacro vergente anno (1952: sulla Russia), la Orientales Fcclesias (1952: sulla Bulgaria e l'Ucraina), la Ad Sinarum gentem (7 ottobre 1954), che rispecchia la situazione creatasi in Cina e che va accompagnata alla citata Ad Apostolorum Principis, la Maerenti animo (1956) ed infine le tre encicliche riguardanti i "fatti" d'Ungheria del 1956 (Luctuosissimi eventus; Laetamur admodum; Datis nuperrime).

È in tale atmosfera che nasce il termine, il concetto di "Chiesa del silenzio", la cui prima "giornata" viene celebrata il 25 gennaio 1953. La civiltà cattolica del 21 febbraio 1953 riporta l'elenco delle "vittime del comunismo" tra la gerarchia cattolica, tra cui 3 cardinali, 31 arcivescovi, 100 vescovi, 27 prelati o uccisi o incarcerati o esiliati. Non è mancata naturalmente la polemica da parte comunista (si consideri il "caso Stepinac").

Dopo i "fatti" d'Ungheria (1956), però, si profila quel periodo di ' distensione" a cui sembra adeguarsi - sia pure con diffidenza - la stessa politica della Santa Sede. E così - dopo il concordato fatto con la Spagna il 27 agosto 1953 - non sono mancati tentativi di accordo e di reciproca tolleranza anche con regimi marxisti (si consideri la situazione in Polonia, dove nel 1956 fu liberato il card. Wyszyński). Ad un certo irrigidimento della Chiesa sotto Pio XII, il quale in una allocuzione sulla tolleranza al quinto congresso nazionale dei giuristi cattolici d'Italia sosteneva che "la tolleranza è una norma facoltativa... in vista di fini più alti e più importanti", sembra far riscontro oggi, sotto Giovanni XXIII, un certo distanziamento dai partiti di ispirazione cattolica.

La scomparsa di Pio XII (9 ottobre 1958) rende evidente - al di là di ogni polemica - uno "straordinario plebiscito mondiale di riconoscimento, di lode e di affezione" (A. Martini); all'incoronazione di Giovanni XXIII (4 novembre 1958), a cui presenziano 300 tra arcivescovi e vescovi e 35 cardinali, prendono parte di fatto o spiritualmente - come per le esequie di Pio XII - altissime rappresentanze da tutte le nazioni del mondo. E se il nuovo papa dà l'impressione di voler accentuare tra i compiti suoi quello pastorale (perciò visita nel Natale i due ospedali ed il carcere di Roma), egli si premura fin dal suo primo messaggio di menzionare "i fratelli lontani perseguitati" e di augurarsi "il ritorno dei separati" e preannuncia iniziative di eccezionale rilievo quali l'indizione del Sinodo diocesano di Roma (25 gennaio 1960) la convocazione del Concilio Ecumenico (v. sopra) e l'aggiornamento del codice di diritto canonico. Particolare significato hanno inoltre le introduzioni delle cause di beatificazione dei cardinali J. H. Newmann (m. 1890), C. A. von Galen (m. 1946), I. Schuster (m. 1954).

Il decennio da noi esaminato si chiude con l'enciclica Princeps pastorum (28 novembre 1959) sulle missioni cattoliche, le quali con i loro 6 milioni di alunni che affollano più di 50 mila scuole offrono un quadro imponente della vitalità dell'attuale Chiesa.

Bibl.: Acta Apostolicae Sedis, Città del Vaticano, 1949 ss.; C. Mirbt, Quellen zur Gesch. des Papsttums u.d. röm. Katholizismus, 5ª ed., Tubinga 1934; W. von Loewenich, Der moderne Katholizismus, Witten 1955, trad. ital. con presentazione di A. Agnoletto, Milano 1959 ss. (con ricca ed aggiornata bibliografia); A. Martini, Il pontificato di Pio XII, in La civiltà cattolica, i° nov. 1958, quad. 2601, pp. 233-246; K. Bihlmeyer - H. Tuechle, Storia della Chiesa, vol. IV, L'epoca moderna, Brescia 1959 (trad. ital. a cura di I. Rogger); M. François, Situation du catholicisme dans le monde d'aujourd'hui, in Les temps modernes, XV, n. 167-8, febbr.-marzo 1960. Cfr. anche la bibl. alle voci: catechetica; ecumenico, movimento; liturgia; pio XII; teologia cattolica.

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