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CHINEA

di MicheIangelo Schipa - Enciclopedia Italiana (1931)
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CHINEA (dall'antico fr. haquenée "cavallo che va all'ambio")

MicheIangelo Schipa

Significò in origine il cavallo che va d'ambio; ma la parola fu usata poi prevalentemente per designare il cavallo che il re di Napoli presentava al pontefice in segno di omaggio feudale.

Omaggio della chinea. - Carlo d'Angiò, tra i patti fissati con Clemente IV per la conquista del regno di Manfredi, si obbligò a versare annualmente alla Santa Sede, nella festa dei Ss. Pietro e Paolo, un censo di ottomila once d'oro, e in più, a presentargli unum palefridum album pulcrum et bonum. La quantità o almeno il nome del censo variò in seguito sotto gli stessi Angioini, e fu qualche volta sospeso in dipendenza dei rapporti politici talora ostili tra i sovrani e i papi, come avvenne tra Carlo V da un lato e i papi Clemente VII e Paolo IV successivamente dall'altro.

Coi papi successivi la cerimonia dell'omaggio e del censo dovette stabilirsi in maniera definitiva con l'aggiunta d'una solenne cavalcata a Roma e svolgersi regolarmente ogni anno il 28 giugno (vigilia della festa degli Apostoli). Quando Filippo di Borbone e Carlo d'Austria chiesero entrambi l'investitura del regno di Napoli a Clemente XI, con l'offerta del censo e della chinea, il papa respinse tutte e due le richieste, dichiarando devoluto alla Santa Sede (sovrana) il regno di Napoli (suo feudo) per la morte di Carlo II senza prole. Riuscì comico e vano un tentativo compiuto il 28 giugno 1701 dall'ambasciatore spagnolo per presentare di sorpresa la chinea con la cedola del censo, ed entrambe le corone per tutti gli altri vent'anni che continuò a regnare Clemente XI si astennero dal solito omaggio. Ma Carlo VI d'Austria prima, e Carlo di Borbone poi, vollero essere dal papa investiti del regno secondo le vecchie bolle.

Nel 1776, prendendo l'occasione da una lite di precedenza tra il seguito dell'ambasciatore di Spagna e quello del governatore di Roma durante la cavalcata per offrire a Pio VI il tributo e il cavallo, il Tanucci abolì (9 luglio) quella solenne e pubblica cerimonia e ridusse quell'"atto di divozione" del re verso i Santi Apostoli alla presentazione della solita offerta pecuniaria per mezzo d'un agente delegato dal suo ministro a Roma. Ma di lì a tre mesi il Tanucci fu licenziato, e la corte romana indusse Ferdinando IV a prestare l'omaggio consueto. Così il 21 giugno 1777 fu compiuta la solita funzione nell'imminente vigilia dei Santi Apostoli; e così, di volta in volta, negli anni successivi fino al 1788 quando il ministro Domenico Caracciolo ordinò al regio incaricato d'affari a Roma di offrire il solo censo. Il papa si dolse che fosse mancata la cerimonia (allocuzione del 28 giugno) e ne scrisse anche al re (3 luglio), ma la corte di Napoli tenne duro. Da allora in poi, ogni anno il 28 giugno, il ministro di Napoli a Roma cominciò a depositare presso il Monte di pietà il censo, e il papa iniziò la serie dei suoi rifiuti e delle sue proteste. Ferdinando IV però, quando Napoleone lo ebbe spodestato del regno di Napoli, e alla sua volta ebbe a dichiarar vane le richieste pontificie, assicurò Pio VII che a suo tempo gli avrebbe offerto la chinea al modo antico. Ma, restaurato il Borbone e invitato a sciogliere la fatta promessa, rispose che la feudalità era finita, offrendo un compenso pecuniario per il censo e per la chinea, ma in connessione con la questione di Benevento e di Pontecorvo. Il papa rifiutò la proposta e tornò a ricordare la promessa avuta. Opera vana. Né Ferdinando I né il suo successore si piegarono ad appagare il desiderio del papa. Solo nel 1855 Ferdinando II offrì diecimila scudi per il monumento dell'Immacolata in Roma, a condizione di essere definitivamente esonerato da ogni altro tributo ed omaggio. La proposta fu accettata da Pio IX (25 giugno).

Bibl.: P. Giannone, Istoria civile del regno di Napoli, Napoli 1865; A. Granito, principe di Belmonte, Storia della congiura del principe di Macchia, I, Napoli 1861; G. Lioy, L'abolizione dell'omaggio della Chinea, in Archivio storico per le prov. napoletane, VII (1882).

Vedi anche
Bernardo Tanucci Uomo politico (n. Stia, Casentino, 1698 - m. presso Napoli 1783). Rivestì autorevoli ruoli presso la corte borbonica napoletana, e fu fautore deciso di riforme, più per inclinazioni politiche che per adesione al razionalismo illuministico. T. legò il proprio nome alla lotta anticuriale, che unificò tutte ... Ferdinando I d'Aragona re di Napoli Figlio naturale (1431-1494) di Alfonso V re d'Aragona, divenne re nel 1458. Procedette a un efficace ordinamento amministrativo, cercando di togliere forza al baronaggio e sostenendo i diritti degli ordini non privilegiati. Dette anche un impulso rinnovatore alle arti e alla vita culturale, soprattutto ... Niccolò V papa Tommaso Parentucelli (forse Sarzana 1397 - Roma 1455). Dottissimo umanista, abile diplomatico, fu vescovo di Bologna (1444), cardinale (1446); papa nel 1447. Pose termine allo scisma d'Occidente, ottenendo la rinuncia di Felice V (1449) e il riconoscimento dei Padri del Concilio di Basilea. Abile reggitore ... Pàolo II papa Pietro Barbo (Venezia 1417 - Roma 1471). Divenuto cardinale prete del titolo di S. Marco (1440) per volontà dello zio materno Eugenio IV, godette di una posizione influente sotto Nicolò V e Callisto III, ma ebbe scarsa influenza sotto Pio II. Pontefice (30 ag. 1464), non rispettò la capitolazione elettorale ...
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Altri risultati per CHINEA
  • chinea
    Enciclopedia on line
    Cavallo bianco presentato dal re di Napoli al pontefice in segno di vassallaggio. L’uso risaliva a Carlo d’Angiò, che per ottenere il regno di Manfredi di Svevia si impegnò a un censo annuo di 8000 once d’oro e al dono della c. nella festa dei ss. Pietro e Paolo. L’usanza durò fino al 1788, quando Domenico ...
  • chinea
    Dizionario di Storia (2010)
    Il cavallo bianco offerto dal re di Napoli al pontefice in segno di omaggio feudale. L’omaggio della c. fu introdotto da Carlo d’Angiò che, in occasione della conquista del regno di Napoli ai danni di Manfredi di Svevia, si impegnò a presentare al pontefice un censo annuo di 8000 once d’oro e un cavallo ...
Vocabolario
chinèa
chinea chinèa s. f. [dal fr. haquenée (cfr. l’ital. ant. acchinèa o achinèa), che è dall’ingl. medio hakeney, dal nome di un paese del Middlesex ora detto Hackney]. – Cavallo o mulo da sella, cavalcatura: vennero avanti conducendo una ch....
acchinèa
acchinea acchinèa (o achinèa) s. f. – Variante ant. (e più vicina alla forma etimologica) di chinea: né crediate che gli mandassimo incontro la achinea, ma se ne veniva a suoi piedi (Guicciardini); [i cavalli] candidissimi per bellezza...
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