chiocciole e cipree
Molluschi dalle artistiche case
Chiocciole e cipree appartengono ai Gasteropodi, il gruppo più numeroso dei Molluschi, con decine di migliaia di specie che vivono in quasi tutti gli ambienti. I Gasteropodi sono, in generale, dotati di conchiglia di un solo pezzo, avvolta a spirale, e possono essere marini, d'acqua dolce o terrestri. Vengono generalmente chiamati chiocciole, anche se, propriamente, questo termine dovrebbe indicare quelle che vivono in ambienti terrestri. Le cipree, dalla conchiglia lucida e brillante, sono tutte marine. Le conchiglie dei Gasteropodi hanno da sempre affascinato l'uomo per le bellissime forme, i colori vivaci e la cangiante madreperla che ne riveste la superficie interna
Il termine chiocciole (sia in italiano sia in altre lingue) indica principalmente le lumache terrestri con conchiglia, quelle che escono in quantità nei prati dopo la pioggia. Il termine è usato, più in generale, per tutti i Gasteropodi con conchiglia di un solo pezzo, avvolta a spirale. Si tratta per esempio di quelle che nei mercati del pesce delle varie regioni italiane sono vendute come crocette, maruzzelle, sconcigli e così via. Rappresentano circa l'80% di tutti i Molluschi viventi, per la maggior parte marini, anche se moltissime specie vivono nelle acque dolci o hanno conquistato le terre emerse. I Gasteropodi includono anche organismi apparentemente diversi tra loro, come le patelle ‒ dalla conchiglia a forma di scodella ‒ e i nudibranchi, variegate lumache marine prive di conchiglia.
In tutti i Gasteropodi si osserva comunque un capo con un paio di occhi, la bocca e un numero variabile di tentacoli sensoriali; nella bocca si trova un organo molto importante, detto radula, una lingua ricoperta da innumerevoli dentelli, come una sorta di raspa. Come tutti i Molluschi, hanno un particolare lembo della pelle, detto mantello, il cui ripiegamento crea una cavità, detta appunto cavità del mantello. Nei Gasteropodi la cavità si trova sopra il capo, proprio come fosse una mantellina legata al collo e rovesciata poi sulla testa; qui trovano alloggio due o, più frequentemente, una branchia, per estrarre l'ossigeno dall'acqua. La cavità del mantello è protetta dentro la conchiglia, e difficilmente la si osserva dal di fuori. In alcuni Gasteropodi, però, lembi del mantello fuoriescono vistosamente dalla conchiglia. Nelle cipree, splendidi animali marini dai colori variegati e brillanti, la conchiglia è lucida come porcellana: ciò dipende proprio dall'azione dei lembi del mantello che, ripiegati all'insù, la ricoprono costantemente e la proteggono da incrostazioni e abrasioni.
Non si conosce il numero esatto di specie di Gasteropodi, come sempre avviene per i grandi gruppi di animali. Gli studiosi stimano le specie viventi tra 50.000 e 100.000: un tale numero indica senza dubbio che si tratta di un gruppo di successo in natura. Infatti, i Gasteropodi possono essere rinvenuti in quasi tutti gli ambienti, da quelli marini alle acque dolci, alle terre emerse, e sono elementi molto importanti negli ecosistemi. È quella che gli studiosi chiamano una spettacolare radiazione adattativa: la moltiplicazione di miriadi di forme e di specie nel corso dell'evoluzione, adattate ciascuna a un ambiente differente. Perché questo si verificasse, all'inizio della storia dei Gasteropodi è servita una certa predisposizione: un corpo fatto da parti facilmente modificabili, adattabili a nuove e diverse condizioni ambientali.
Le chiocciole terrestri sono un esempio ideale per comprendere in cosa consista tale adattabilità e modificabilità: la cavità del loro mantello, per esempio, ha perso le branchie e si è evoluta in un sacco quasi completamente chiuso, in cui viene fatta circolare aria e non acqua da cui estrarre l'ossigeno, come nei nostri polmoni. Da qui il nome di Polmonati assegnato dagli studiosi alla maggior parte delle chiocciole terrestri.
Decine di migliaia di specie si sono specializzate a nutrirsi di cibi assai diversi, in modi a volte bizzarri, e spesso con notevoli modificazioni di parti del corpo. La radula, per esempio, è usata dalle chiocciole erbivore (acquatiche e terrestri) come una sorta di grattugia per raschiare brandelli di cibo da foglie di piante e dalle alghe, oppure come una specie di setaccio per separare le particelle alimentari dai detriti del fondo. In molti Gasteropodi predatori, invece, la radula è stata modificata come una fresa per fare fori sulle conchiglie di molluschi bivalvi come ostriche, cozze e vongole, oppure funziona come un paio di cesoie per tagliare brandelli di carne.
Si conoscono specie di chiocciole marine che succhiano i fluidi corporei di animali molto più grandi di loro, praticando fori dall'esterno grazie a una radula modificata in stiletto; i liquidi corporei della vittima sono succhiati con la bocca modificata in una sorta di proboscide, come si succhierebbe la bibita da una lattina con la cannuccia. In certi casi le vittime sono coralli e anemoni di mare, le cui cellule urticanti vengono neutralizzate dai Gasteropodi con sofisticati sistemi chimici. In altri casi minuscole chioccioline vivono attaccate come piccoli parassiti agli Echinodermi (ricci e stelle marine, gigli e cetrioli di mare). Accade anche che alcune 'chiocciole vampire' arrivino a succhiare il sangue da alcuni pesci mentre questi riposano nelle loro tane, di solito durante la notte.
Vi sono molti predatori tra i Gasteropodi, alcuni dei quali usano tecniche impressionanti per cacciare le loro prede. I conidi, per esempio, sono un gruppo di chiocciole marine che si nutrono di vermi, di altri molluschi o addirittura di pesci. Tutti hanno la radula modificata in una sorta di cartuccia per cerbottana, che viene riempita di un potente veleno prodotto da ghiandole apposite. La 'freccia' viene sparata dalla proboscide boccale con la stessa abilità di un cacciatore della foresta amazzonica. In alcune specie il veleno è talmente potente da essere utilizzato per catturare pesci, e per l'uomo può essere, oltre che molto doloroso, anche pericoloso.
Riprodursi, generare individui, garantire cioè il futuro alla propria specie è ciò per cui tutti gli organismi si danno un gran daffare. In natura esiste un'ampia varietà di modi di riprodursi, e le nostre chiocciole ne hanno adottati molti. Il modo più usuale è quello in cui individui maschi e femmine si incontrano e le uova delle femmine sono fecondate dagli spermatozoi dei maschi.
Ma non è sempre così. In alcuni rari casi ‒ per esempio nei Vermetidi, che sono Gasteropodi marini dalle conchiglie a forma di tubi irregolari, aggrovigliati in masse cementate alle rocce ‒ i maschi liberano gli spermi nell'acqua e questi sono catturati come prede dalle femmine che li usano per fecondare le proprie uova. È straordinario come le femmine riconoscano, nel brulicare di cose animate e inanimate che riempiono la massa d'acqua filtrata ogni giorno, l'eventuale presenza dei minuscoli spermi di un maschio della loro stessa specie, gli unici in grado di fecondare con successo le uova.
In altri gruppi, e in particolare nelle chiocciole terrestri (ma anche nei nudibranchi e in molte altre specie di chiocciole marine), gli individui sono ermafroditi, ovvero una stessa chiocciola può fungere da maschio e da femmina. Questo può avvenire contemporaneamente (ermafroditismo simultaneo), come nel caso delle chiocciole terrestri. In questi casi, per ragioni che hanno a che vedere con problemi di genetica, gli organismi evitano di autofecondarsi, e le chiocciole ermafrodite adottano uno stratagemma: quando due individui si accoppiano, si scambiano gli spermi che vengono messi in un apposito contenitore, il ricettacolo seminale, che si trova all'interno del corpo dei due partner. Successivamente l'apparato riproduttore viene per così dire ripulito e dopo qualche tempo (giorni o settimane), quando saranno mature le uova, ognuna delle due chiocciole aprirà il ricettacolo seminale e le uova saranno fecondate dagli spermi del partner.
Altre chioccioline, in particolare alcune specie marine, sono dette ermafrodite proterandre, un nome complicato per dire che nascono come maschi, poi con la crescita si trasformeranno in femmine.
Nelle specie terrestri e in alcune acquatiche (in particolare d'acqua dolce), dall'uovo fecondato si sviluppa un adulto in miniatura che cresce senza trasformazioni particolari: è quello che si definisce uno sviluppo diretto.
In alcune specie d'acqua dolce e nella maggioranza di quelle marine, invece, dall'uovo fecondato si sviluppa uno stadio intermedio, una larva che è quasi sempre profondamente diversa dall'adulto. Intanto, mentre l'adulto è perlopiù bentonico, cioè vive strisciando sul fondo, la larva è solitamente planctonica, vive cioè nuotando nell'acqua. Tale larva trocofora ‒ minuscola trottolina il cui nome deriva dal greco e sta a indicare la forma, una sorta di ruota con ciglia ‒ subirà la trasformazione in veliger, una specie di graziosa, microscopica farfalla, con due espansioni che sembrano ali, anch'esse ciliate, in continua vibrazione, con le quali nuota nell'oceano. Queste ali diventeranno i lobi del mantello nella chiocciolina adulta. La parola 'nuotare' in realtà non è esatta, poiché sia la trocofora sia il veliger usano la corona e le ali ciliate per mantenersi alla profondità giusta per la loro specie, ma i loro spostamenti sono determinati delle correnti marine, alle quali non possono opporsi. E sono proprio queste correnti che trasportano le larve a distanze mai percorribili dalle chioccioline adulte, permettendo loro di raggiungere coste lontane dove si poseranno sul fondo richiamate da individui della stessa specie o dal cibo preferito.
Le conchiglie delle chiocciole hanno, a seconda dei gruppi, le forme e i colori più vari. Una conchiglia tonda e massiccia è molto robusta, ed è qui la chiave del suo successo. In alcune specie la superficie della conchiglia è adornata da una serie di protuberanze o da cordoni che ne aumentano la robustezza, da spine più o meno lunghe che scoraggiano eventuali predatori, o dalla combinazione di alcune di queste ornamentazioni. I murici, per esempio, si difendono con le loro conchiglie spinose. Le spine servono anche ad aumentare il volume totale della conchiglia, cosicché potenziali predatori con la bocca troppo piccola sono automaticamente tagliati fuori dal succulento pasto.
Le chiocciole iniziano a fabbricarsi una conchiglia molto presto, fin dagli stadi embrionale e larvale. Questa porzione della conchiglia è già avvolta a spirale e ha un nome tecnico particolare che viene dal greco, protoconca, per indicare appunto che è la prima a essersi formata. La parte di conchiglia che si forma dopo la metamorfosi, quella che siamo abituati a vedere, è detta invece teleoconca, o conchiglia finale.
Il fatto che le conchiglie siano fatte di carbonato di calcio, vale a dire di un materiale duro e resistente, ha permesso che le chiocciole siano tra i resti fossili più abbondanti. Questo rende i Gasteropodi ‒ e più in generale tutti i molluschi provvisti di conchiglia ‒ utilissimi soggetti per raccontare la storia della vita nel nostro pianeta.
Vari gruppi di Gasteropodi non hanno più la conchiglia, nel senso che nella loro storia evolutiva ridurre la conchiglia fino addirittura a perderla è risultato un vantaggioso adattamento. È il caso delle lumache, o limacce, che si possono osservare in molti prati dopo le piogge, o sotto le pietre nei periodi di secca. Molte di esse hanno una conchiglia ridottissima, mentre altre non l'hanno per nulla. Per le chiocciole terrestri senza conchiglia non disseccarsi è una necessità ancora più urgente che per le loro colleghe conchigliate. È per questo che raramente le troviamo in giro nei periodi più secchi o nelle ore più calde della giornata.
Anche alcuni Gasteropodi che vivono in mare hanno ridotto o addirittura perso la conchiglia: i variegati nudibranchi ne sono l'esempio più famoso. Le loro colorazioni sono a volte esempi mirabili di adattamento, elaborate per confondersi con l'ambiente circostante, per avvertire potenziali predatori di essere particolarmente disgustosi o tossici, o infine per ingannarli, assumendo i colori di una specie pericolosa (mimetismo).
Le conchiglie sono innegabilmente belle e l'uomo le ha sempre usate come ornamento: il più antico monile conosciuto è per l'appunto una collana di conchiglie ritrovata in Africa e risalente a circa 75.000 anni fa. Il concetto di bellezza e quello di prezioso sono andati spesso di pari passo, e così, presso molti popoli, alcune conchiglie hanno assunto nel corso del tempo un vero e proprio valore, tanto da essere usate come merce di scambio o addirittura come moneta. È il caso delle cipree, in particolare di due specie ‒ il cui nome scientifico è Cypraea annulus e, per l'appunto, Cypraea moneta ‒ facilmente rinvenibili durante la bassa marea sulle scogliere coralline dell'Oceano Indiano e di gran parte del Pacifico. Un'altra ciprea dell'Oceano Pacifico occidentale, la rara Cypraea aurantium, ha una conchiglia splendida, come un grosso uovo dal vistoso colore arancio brillante, talmente appariscente da essere usata tradizionalmente dai capi tribù delle Isole Salomone come simbolo della loro carica.
L'uso delle conchiglie come gioielli non è limitato alle sole cipree. In quasi tutti i paesi tropicali che si affacciano sul mare è possibile aggirarsi per i mercatini e trovare monili realizzati sfruttando la straordinaria varietà di forme e colori offerta dalle conchiglie. Anche la tradizione italiana è stata, nei secoli passati, ricca di monili fatti con conchiglie: i cammei, splendidi gioielli ottenuti intarsiando gli strati multicolori di conchiglie tropicali, spesso rivaleggiano in bellezza ed eleganza con il nobile corallo rosso.
Anche gli studiosi sono stati affascinati dalla bellezza delle conchiglie. Grandi naturalisti come Jean-Baptiste de Lamarck, Linneo e Georges Cuvier si sono occupati di problemi delle scienze naturali studiando i molluschi, senza mai nascondere l'attrazione per l'estetica delle conchiglie. I più grandi musei di storia naturale del mondo possiedono collezioni di conchiglie che in molti casi inglobano le raccolte di quegli antichi naturalisti. Tanti collezionano conchiglie per puri fini estetici, un ottimo modo per appassionarsi alle cose della natura, fino quando questa passione non nuoce alle singole specie o agli habitat dove vivono.
Il più grande gasteropode vivente, la specie Syrinx aruanus dell'Oceano Pacifico, è una 'chiocciola' marina con una conchiglia che può raggiungere il mezzo metro di lunghezza; i più piccoli Gasteropodi sono chioccioline marine, le omalogire, che da adulte non superano il mezzo millimetro di diametro. È lo stesso rapporto che ci sarebbe tra un uomo di altezza media e un gigante alto oltre un chilometro e mezzo.
In tutti i casi, però, si possono osservare le principali caratteristiche dei Gasteropodi, incluse la radula, la cavità del mantello, e anche una conchiglia avvolta a spirale, anche se nel caso delle minuscole omalogire ci vuole un buon microscopio.