CHRISTUS PATIENS (Χριστός πάχων)
PATIENS Con questo titolo datogli dal primo editore si designa un dramma sulla passione di Cristo conservato in numerosi codici, di cui nessuno anteriore al sec. XIII, sotto il nome di S. Gregorio Nazianzeno.
L'attribuzione è falsa, perché il dramma è compilazione bizantina del sec. XI-XII. L'ignoto autore ha composto un centone di 2640 trimetri giambici, di cui un buon terzo è riportato alla lettera o con adattamenti dai tragici greci, specialmente da Euripide. La materia è fornita oltre che dai libri sacri, dagli apocrifi. Un breve prologo indica lo scopo: narrare alla maniera di Euripide la passione del Redentore. La parte principale è sostenuta non da Cristo, ma dalla Madonna, che si effonde in lunghi lamenti. Non sono osservate le tre unità aristoteliche. In realtà si tratta di un componimento letterario a scopo di lettura edificante, il quale per il contenuto e più ancora per il materiale classico incastratovi ha grandemente interessato i teologi e i filologi.
Ediz.: Edizione principe di A. Blado, Roma 1542: ultima delle ristampe fra le opere di S. Gregorio Nazianzeno in Patrol. Graeca, XXXVIII coll. 131-338. Edizioni critiche di Fr. Dübner in G. Wagner, Fragmenta Euripidis (Parigi 1846) e di J. G. Brambs (Lipsia 1885).
Bibl.: K. Krumbacher, Gesch. der byz. Litt., 2ª ed., Monaco 1897, pp. 746-49; A. Baumgartner, Gesch. der Weltlitt., 3ª ed., IV, Friburgo in B. 1905; K. Dieterich, Gesch. der byz. und neugriech. Litt., Lipsia 1905.