Nome comune attribuito ad alcune piante velenose, per lo più appartenenti alla famiglia delle Apiacee.
C. acquatica (C. virosa; fig. A), erba perenne, alta anche più di 1 m, con succo lattiginoso giallastro, rizoma cavo tramezzato nell’interno, biancastro, foglie grandi, bi- tripennate, ombrella di 12-15 raggi. Cresce in Europa, Siberia e America Settentrionale; in Italia solo nel Nord, nei luoghi palustri. Il rizoma contiene una sostanza molto velenosa, la cicutossina (lo stesso nome talvolta è anche riferito a Oenanthe aquatica).
C. maggiore o di Socrate (Conium maculatum; fig. B), erba bienne, glabra, con fusto cavo, alto fino a 2 m, molto ramificato, spesso con piccole macchie rosse, presenti anche sui piccioli delle foglie: queste sono 3-4 pennate a incisioni ultime larghe 2-3 mm, con denti marginali terminati da una punta bianca; ombrelle a 8-20 raggi con involucro di molte brattee lanceolate, involucretto di 3 bratteole, fiori bianchi, frutto ovoideo, lungo 3 mm, verde-grigio, con costole evidenti, spesso ondulate o crenate. Ha odore sgradevole; cresce nei luoghi ombrosi e tra le macerie nell’Eurasia e Africa settentrionale. La sua velenosità, nota sin dai tempi antichi, è dovuta a vari alcaloidi: conina, conidrina, pseudoconidrina e metilcinconina; il più importante è la conina, la cui azione si esplica elettivamente sul midollo spinale e sul bulbo, provocando fenomeni paralitici a tipo ascendente (descritti anche da Platone, a proposito della morte di Socrate), culminanti con paralisi respiratoria.
C. minore o c. aglina, falso prezzemolo (Aethusa cynapium; fig. C), erba annua, che somiglia per le foglie al prezzemolo, dal quale differisce per l’odore agliaceo e per i fiori bianchi, anziché giallastri. Cresce nell’Eurasia ed è comune in Italia nei coltivati, tra le macerie ecc. La sua tossicità non è certa.