circo
Lo spettacolo più bello del mondo
Presso gli antichi Romani il circo era l'edificio adibito alle corse dei carri, corrispondente all'ippodromo greco. Il circo quale lo conosciamo attualmente ‒ uno spettacolo in cui si esibiscono acrobati, pagliacci e, talvolta, animali ammaestrati ‒ nacque alla fine del Settecento. Alternando momenti di grande splendore e di declino, resta ancor oggi una forma di intrattenimento assai amata soprattutto dai bambini
Nel mondo romano il circo era un edificio a pianta allungata in cui si svolgevano le corse dei carri e talvolta anche i combattimenti dei gladiatori, prima che si costruissero gli anfiteatri destinati a questo genere di spettacoli. Il circo era formato da un'arena rettangolare per le gare, divisa longitudinalmente da un basamento, detto spina, attorno al quale giravano i carri; gli spettatori prendevano posto su gradinate (loca). Il circo più celebre è il Circo Massimo, a Roma, tra il Palatino e l'Aventino. Distrutto ripetutamente dagli incendi, fu ogni volta ricostruito e ampliato da vari imperatori: Ottaviano Augusto, Nerone, Caracalla e infine Teodorico. L'ultimo spettacolo nel Circo Massimo ebbe luogo nel 549 dopo Cristo.
Il circo nel senso moderno nasce nel 18° secolo come spettacolo equestre, in cui cioè l'attrazione principale è costituita da numeri di bravura con i cavalli. Ben presto si aggiunge il serraglio, una raccolta di animali feroci o esotici ‒ specialmente tigri, leoni, elefanti, orsi ‒ opportunamente ammaestrati per compiere esercizi di grande effetto. Altri elementi sono attinti dai baracconi delle fiere e soprattutto dal mondo del teatro, come l'esibizione di giocolieri e acrobati ‒ tipici del circo sono i trapezisti, che volteggiano sospesi a incredibili altezze, spesso senza rete di protezione ‒ e gli intermezzi comici affidati ai pagliacci o clown. Il primo clown fece la sua comparsa nel circo Astley nel 1870, e a poco a poco questa figura si diffuse nei circhi di tutta Europa. Comico, acrobata, musicista e fantasista, il clown acquistò sempre più importanza nel circo, diventandone quasi il simbolo.
Il primo a fondere insieme queste tre componenti ‒ animali ammaestrati, acrobati e pagliacci, fu l'impresario americano Phineas T. Barnum. Nel 1871 egli creò "il più grande museo del mondo", un misto di circo equestre, serraglio e baraccone da fiera popolato di strani personaggi e curiosità di ogni specie, e lo portò in tournée in tutto il mondo. La formula del circo Barnum fu poi largamente imitata.
Sebbene esistano vari circhi stabili, questa forma di spettacolo viene tradizionalmente allestita da compagnie itineranti, che si spostano di città in città con i loro carrozzoni in cui sono alloggiati artisti e animali; si esibiscono nei tipici, grandi tendoni circolari, ma anche in teatri e locali pubblici. Gli artisti del circo spesso si tramandano il mestiere di padre in figlio, e molti circhi famosi esistono da generazioni.
Dopo un periodo di grande popolarità tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento il circo ha conosciuto un progressivo declino, anche se continua ad avere un pubblico di affezionati e resta molto amato dai bambini. Scomparsi da tempo i 'fenomeni da baraccone' (nani e 'mostri' di vario genere), molti circhi hanno rinunciato al serraglio, sia per i costi elevati sia per le accuse di maltrattamenti e crudeltà verso gli animali mosse da varie parti. Alcune compagnie conservano solo la componente teatrale-acrobatica, come il raffinato Cirque du Soleil canadese.
Conserva il suo prestigio il circo di Mosca, con i suoi artisti formati alla Scuola delle arti del circo e del varietà fondata nel 1927 e allo Studio per la preparazione degli artisti, un laboratorio d'avanguardia per la sperimentazione di nuove tecniche di intrattenimento, fondato nel 1946. Attualmente la più importante manifestazione circense internazionale è il festival del circo di Montecarlo, creata nel 1974 con lo scopo di segnalare i migliori artisti e promuovere l'immagine del circo nel mondo. In diverse edizioni sono stati premiati artisti provenienti da due tra i più importanti circhi italiani, l'Orfei e il Togni, nati alla fine dell'Ottocento.
Il mondo del circo ha affascinato la fantasia di molti artisti: pittori come Henri de Toulouse-Lautrec e Georges-Pierre Seurat, musicisti come Ruggero Leoncavallo (con l'opera I pagliacci, 1892) ed Eric Satie (con il balletto Parade, 1917), scrittori come i fratelli Goncourt (I fratelli Zemganno, 1879, storia di due acrobati) e infine vari registi; ricordiamo l'inquietante Freaks di Tod Browning (1932) e I clowns (1970) di Federico Fellini, il film-documentario omaggio del grande regista italiano a una forma di spettacolo che amava profondamente.