GIANNELLI, Ciro
Nacque a Roma, da Guglielmo e Ida Rossi, il 29 maggio 1905. Compì brillantemente gli studi filologici classici presso l'università della sua città, ove fu allievo di N. Festa.
Fervente cattolico, non partecipò attivamente alla vita politica e ai tumultuosi eventi del periodo che coincise con la sua giovinezza; laureatosi con lode, nel 1927, con una tesi sull'Adversus Coloten di Plutarco, l'anno seguente vinse il concorso quale docente di latino e greco nei licei e prese servizio presso il liceo di Zara.
Tale circostanza indusse nel G. un tale interesse verso le lingue slave da indurlo a imparare successivamente il serbo-croato, il russo, quindi il paleoslavo e il bulgaro; tutte lingue che riuscì a padroneggiare e la cui conoscenza gli risultò poi sommamente utile per il campo di studi e ricerche da lui prescelto, facendone uno dei più insigni bizantinisti e slavisti d'Italia.
La passione per Costantinopoli e la cultura bizantina, cui doveva dedicare la più gran parte della sua attività scientifica, era nata in lui - come egli stesso ebbe a dire - quando, ancora studente, si trovò per caso ad assistere a una celebrazione liturgica bizantina.
Nel 1928, fu chiamato quale collaboratore scientifico presso la Biblioteca apostolica Vaticana e, il 2 genn. 1931, ricevette la nomina a scriptor linguae Graecae della Vaticana, in virtù della competenza raggiunta nell'ambito della lingua greca e della filologia classica.
L'attività di scriptor alla Vaticana, protrattasi per molti anni, fu fondamentale per la sua formazione, poiché l'opera di catalogazione dei manoscritti greci della biblioteca gli consentì di ampliare i propri orizzonti, passando dalla filologia alla paleografia greca e, quindi, alla storia del mondo greco prima e bizantino poi.
Per i meriti scientifici e la specifica preparazione raggiunta, nel 1949 il G. fu nominato professore incaricato di filologia bizantina presso l'Università di Roma. Fu questo il primo passo di una carriera accademica che proseguì con la libera docenza (1951), la nomina a professore straordinario (1954) e, infine, quella a professore ordinario (1957), succedendo nella cattedra che era stata di S.G. Mercati.
In parallelo con l'attività di catalogazione dei manoscritti e poi con quella di docente universitario, il G. prese parte a numerosi congressi internazionali, presentando sempre comunicazioni di alto livello scientifico, e parimenti pubblicando numerosi studi presso alcune delle più prestigiose riviste di bizantinistica e di slavistica.
Nel 1959, a Roma, insieme con E. Paratore e G. Vinay, il G. fondò la Rivista di cultura classica e medioevale e, nello stesso periodo, avviò con G. Zoras, condividendone la direzione, la nuova collana "Testi e studi bizantini e neoellenici". Scrisse e collaborò anche con altri insigni studiosi, quali M. Restar, I. Dujčev, C. Pecchiai, S.G. Mercati e V. Capocci; inoltre, nell'ambito della sezione bibliografica, diede il suo contributo alla rivista Byzantinische Zeitschrift (dal secondo semestre del 1956 al secondo semestre del 1959) e, sempre nel dopoguerra, suoi lavori apparvero sulla Orientalia christiana periodica, pubblicazione del Pontificio Istituto orientale.
Il G. ebbe vari e versatili interessi, come si evince dalla sua produzione scientifica, che pur non essendo amplissima è tuttavia di elevata qualità e copre un arco temporale che va dall'età medioevale a quella moderna. Nell'ardua e protratta attività in qualità di scriptor della Vaticana, recensì e catalogò i mss. greci nn. 1485-1683, raccolti in un unico catalogo (Codices Vaticani Graeci1485-1683, Città del Vaticano 1950), senza dubbio la sua opera maggiore, che lo impegnò praticamente per venti anni. Il lavoro di recensione proseguì anche quando il G. ebbe lasciato la biblioteca e l'edizione dei successivi mss. nn. 1684-1744, da lui iniziata e quasi completata, fu poi portata a termine da P. Canart, che curò il relativo volume (Codices Vaticani Graeci 1684-1744, con addenda e indici a cura di P. Canart, Città del Vaticano 1961).
L'interesse per Bisanzio e la sua cultura fu, poi, a tutto campo e, come appare evidente dai suoi scritti minori, il G. si occupò di moltissimi aspetti della cultura bizantina (cfr. Scripta minora di C. Giannelli, in Rivista di studi bizantini e neoellenici, X [1963], numero monografico in cui tali scritti sono stati riediti); i suoi studi non furono solo di letteratura e di filologia, ma anche di diritto, storia - soprattutto ecclesiastica - e liturgia; in particolare egli mise in rilievo lo stretto legame che, nell'ambito costantinopolitano, sussiste tra cultura e rito. La sua passione per le lingue slave gli fu di notevole utilità scientifica per meglio comprendere l'espansione della civiltà di Costantinopoli tra i popoli slavi; d'altro canto riteneva impensabile svolgere ricerca nel campo della storia bizantina senza un adeguato apparato filologico e linguistico, e a lui va il merito di aver sottolineato anche questa specifica esigenza. Dette, infine, un importante contributo alla rivisitazione della cultura bizantina, in controtendenza con l'impostazione negativa che si era andata formando a partire dalla critica storiografica illuministica (cfr. Filologia bizantina e discipline affini, in Silloge in onore di S.G. Mercati, in Studi bizantini e neoellenici, IX [1957], pp. 136-151).
Il G., che non si era mai sposato, morì a La Spezia il 3 dic. 1959.
Postumi furono pubblicati: Theodori Prodromi tetrasticha iambica atque heroica in sanctos megalomartyras Theodorum Georgium ac Demetrium, in Studi in onore di L. Castiglioni, Firenze 1960, pp. 333-371; Spigolature di storia ecclesiastica albanese e italo-albanese, in Shêjrat (Roma), IV (1960), pp. 4-19; Saint-Jean-Théristès (1054-1264), Città del Vaticano 1980 (con A. Guillou e S.G. Mercati).
Fonti e Bibl.: Notizie sulla vita e sull'attività scientifica sono rintracciabili in I. Dujčev, C. G. (1905-1959), in Byzantinoslavica, XXII (1960), 2, pp. 327-331; Id., Medioevo bizantino-slavo, II, Roma 1968, pp. 561-567. La bibliografia completa del G., ordinata cronologicamente, è stata raccolta e pubblicata da E. Follieri, Bibliografia di C. G., in Byzantion, XXIX-XXX (1959-60), pp. VII-X; nel citato numero monografico della Rivista di studi bizantini e neoellenici (1963), si veda alle pp. XXI s. la commemorazione del G. a opera di diversi studiosi. Vedi ancora: E. Follieri, La filologia bizantina in Italia nel secolo XX, in La filologia medievale e umanistica greca e latina nel secolo XX, Atti del Congresso internazionale, Roma (CNR - "La Sapienza")… 1989, Roma 1993, pp. 398-431 (sul G. in particolare pp. 407-410).