CRETESE-MICENEA, CIVILTÀ (XI, p. 864; App. II, 1, p. 724; III, 1, p. 453)
Le numerose ricerche sulla c. cretese-micenea effettuate negli anni recenti hanno ampliato moltissimo le nostre conoscenze in materia. Lo scavo di Thera, iniziato nel 1967, è, in campo archeologico, il risultato più importante in quanto è la prima testimonianza della cultura minoica fuori di Creta; gli scavi hanno restituito l'immagine di una città intera con abitazioni lussuose decorate con magnifici affreschi e ricche di suppellettili con un livello di vita simile a quello dei palazzi cretesi nel periodo del loro pieno rigoglio (v. thera, in questa Appendice).
In campo filologico, gli approfonditi studi delle tavolette in lineare B degli archivi cretesi e continentali hanno fatto dubitare dei dati archeologici del loro rinvenimento: in una polemica che ha coinvolto tutti gli studiosi del mondo egeo e che si trascina ancora, in mancanza di dati sicuri, la datazione della fine del palazzo di Cnosso (e degli altri palazzi minoici), che l'Evans aveva fissato verso il 1400, è stata abbassata al 1150 dallo studioso inglese L. R. Palmer, il quale oltre a indagini sui libretti di scavo dell'Evans e del suo assistente, studiando le tavolette dell'archivio cnossio, ha notato in esse una lingua più progredita di quella dell'archivio continentale di Pilo la cui distruzione è generalmente fissata verso il 1200; al punto attuale degli studi la data della fine dei palazzi minoici è ancora incerta: tra le due estreme ipotesi dell'Evans e del Palmer, le date proposte (1380, 1350, 1250) non hanno alcun fondamento sicuro.
A Creta le ricerche archeologiche hanno indagato principalmente le fasi di più antica civiltà dell'isola: numerosi elementi propri della civiltà palaziale si fanno ormai risalire al terzo millennio. La fase neolitica per quasi tutta la sua durata sottolinea la singolarità della cultura dell'isola nel contesto egeo; le fasi neolitiche sotto i palazzi di Cnosso e Festòs sono state documentate da scavi effettuati nei cortili centrali: a Cnosso il Neolitico ebbe una lunga durata, rivelata da dieci livelli distinti di depositi, il più basso dei quali, il 10°, è aceramico, seguito dal 9° con strutture in mattoni cotti; al Neolitico antico vanno assegnati i livelli 10°-4°, al Medio il 3°, e al Tardo il 2° e il 1°. L'inizio del primo strato di Cnosso è forse leggermente anteriore allo strato più antico di Festòs, località in cui il Neolitico ha una durata brevissima.
La fase prepalaziale ha rivelato a Creta nuovi centri sulla costa meridionale quali la tomba II di Lebena, e, presso Kaloi Limenes, in località Megalo Skino e H. Kiriakos, tombe a tholos, i primi esempi di una tipologia che a Creta continuerà ininterrotta fino all'epoca geometrica; una tomba di questo tipo compare anche presso la costa settentrionale, ad Arkanes; in essa è stata rinvenuta una serie di sigilli in avorio e resti di statuette cicladiche che fanno supporre, a quest'epoca, scambi molto intensi con le Cicladi. Importantissimo, sulla costa meridionale, presso Ierapetra, l'insediamento di Myrtos, un villaggio di novanta ambienti diviso in unità abitative con vani adibiti a funzioni diverse e abitato, in due fasi successive, nell'ambito del M.A. II: alla seconda fase appartiene l'uso di coprire i muri con intonaco talvolta dipinto di rosso e di disporre panchine lungo le pareti; una figuretta femminile campaniforme con una brocca nel braccio sinistro sembra essere la più antica testimonianza di divinità domestica, a Creta; l'insediamento fu distrutto verso il 2150: in questo orizzonte cronologico rientrano, oltre alle tholoi già citate le case sotto i cortili centrali dei palazzi di Cnosso e Festòs, e un ambiente a struttura centrale rinvenuto nella villa di H. Triada.
Da Festòs provengono le rivelazioni più clamorose e valide circa le indagini della più antica civiltà minoica: sono state messe in luce le tre fasi sovrapposte del primo palazzo, ognuna delle quali coperta da una colata di calcestruzzo che ha sigillato lo strato, permettendo uno studio attento delle fasi della ceramica Kamares qui presente nelle sue forme e decorazioni di più sbrigliata fantasia e di più studiata raffinatezza. Gli ambienti dei tre palazzi sovrapposti presentano la consueta ricchezza di stucchi, gessi alabastrini, esedre, magazzini, con pithoi, vaste facciate a ortostati aperte su ampi cortili.
Una grande tomba a tholos, datata alla fine del periodo dei primi palazzi, riadoperata nel periodo tardo minoico, è stata rinvenuta presso Kamilari, vicino Festòs, e ha restituito modelli fittili di scene religiose e rituali importanti per lo studio dei culti minoici.
A Mallia, tra il M.M. I e M.M. III, sono datati il centro politico della città formato da una piazza rettangolare circondata da muraglie a ortostati cui erano addossati magazzini e botteghe, interrotte da tre porte che immettevano nelle vie cittadine: quest'agorà comunica con un complesso di costruzioni singolari incassate nel suolo e definite come cripta ipostila, con colonne lignee che sostengono il tetto.
Nel 1963, sulla costa orientale, in località Zakro, già occupata in epoca prepalaziale, è stato messo in luce l'ultimo grande palazzo minoico, eretto con pianta che ripete la consueta tipologia del cortile centrale intorno al quale sono disposti gli altri ambienti amministrativi e di abitazione: il materiale restituito è molto vario e comprende numerosi rhytà in pietra e faïence.
Un vaso Kamares insieme con altri scarsi frammenti della stessa ceramica, rinvenuto in una tomba sulla costa settentrionale di Cipro presso Kyrenia, testimonia a questa data alta di contatti fra le due isole. Ceramica cipriota dell'età del Bronzo è stata rinvenuta nella zona occidentale di Creta, regione in cui le indagini sistematiche sono iniziate solo nel 1964: recentissimo è il ritrovamento a Chanià di una stanza di archivio che ha restituito numerose tavolette con segni della lineare A; nei dintorni della città, a Malemè, è stata rinvenuta una grande tholos di epoca geometrica.
Al periodo neopalaziale va attribuita la costruzione rinvenuta ad Arkanes consistente, per ora, di una facciata a ortostati, un vestibolo, una sala con banconi e pavimento in terra battuta a riquadri. Alla fine del periodo neopalaziale appartengono le tombe a camera ricche di avori, vasi, sarcofagi della necropoli di Katsambà presso Iraklion. Il periodo submiceneo è attestato da varie necropoli intorno a Cnosso; anche alcuni quartieri di Mallia vennero rioccupati nel M.T. III C e la necropoli a mare arriva fino all'epoca geometrica. Dalla località Armeni, presso Chanià, provengono numerose larnakes dipinte con scerie di caccia di gusto molto singolare nell'ambito del M.T. III.
Sul continente i rinvenimenti micenei hanno rivelato la vasta e capillare diffusione di questa civiltà: dalla Messenia (regione di Pilo, tholoi di Peristerià i cui ricchi corredi ricordano quelli delle tombe di Micene), all'Elide (Olimpia), all'Argolide (Argo, Lerna, Tirinto, verifiche a Micene stessa), all'Acaia, alla Laconia, all'Etolia. In Attica, accanto a pozzi micenei sulle pendici dell'acropoli di Atene e a tombe a camera rinvenute a Thorikos, importantissima per l'evoluzione dell'estrema c. micenea è la necropoli di Perati, con tombe soprattutto a camera e numerosissima suppellettile bronzea e ceramica datata fra la fine del 130 e la metà del 12° secolo: vi appaiono le prime incinerazioni, i primi utensili in ferro e la fibula ad arco di violino. Uguale testimonianza ma in forma molto più dettagliata offre lo scavo di Lefkandi, in Eubea, i cui documenti arrivano sino all'età geometrica.
In Beozia, nel centro di Tebe, è stata messa in luce parte di un grande palazzo che si suppone appartenesse a Cadmo, in cui è stato scoperto un archivio di sigilli anatolici del 120 secolo che sembra avallare la supposta provenienza orientale del monarca.
Da Tanagra, presso Tebe, provengono larnakes in terracotta decorate con scene di compianto funebre, veri e propri incunaboli delle raffigurazioni simili di epoca geometrica. Vedi tav. f. t.
Bibl.: La bibliografia recente sull'argomento è vastissima; qui si citano solo le opere più recenti e più importanti. Per quanto riguarda i singoli scavi: per Cnosso, e Micene, v. The annual of the British school ad Athens, dal 1960 in poi; per Festòs e la Messarà, v. Annuario della scuola archeologica italiana di Atene, dal 1960 in poi; per Mallia, v. la serie Etudes Crétoises, Mallia.
Una rassegna globale degli scavi a Creta e sul continente è nella Chronique des fouilles, del Bullettin de correspondance hellénique, dal 1960 in poi; vedi inoltre i numeri degli stessi anni delle riviste greche Τὸ ῎Εργον, 'Εϕημερὶς 'Αρχαιολογική Πρακτικὰ τῆς 'Αρχαιολογικῆς ‛Εταιρίας, Κρητικὰ Χρονικά.
Sui singoli temi: sul Neolitico crete e l'epoca prepalaziale: ‛Ιστορία τοῦ ‛Ελληνικοῦ ῎Εϑνους. Προϊστορία καί Πρωτοϊστορία, Atene 1970 (trad. inglese: History of the Hellenic world. Prehistory and protohistory, ivi 1974); C. Renfrew, The emergence of civilization. The Cyclades and the Aegean in the third millennium b. C., Londra 1972; P. Warren, Myrtos, Oxford 1972; L. Vagnetti, L'insediamento neolitico di Festòs, in Annuario della scuola archeologica italiana, di Atene, L-LI, 1972-73, p. 7; A. Zois, Κρήτη. 'Εποχὴ τοῦ λίϑου ('Αρχαῖες Ελληνικὲς Πόλεις. 18), Atene 1973.
Sull'epoca palaziale: J. W. Graham, The palaces of Crete, Princeton 1962; F. Schachermeyer, Die minoische Kultur des alten Kreta, Stoccarda 1964; R. W. Ehrich, Chronology in old world archaeology, Chicago 1965; F. Matz, Creta, Mycenae, Troy, Londra 1966; S. Hood, The House of Heroes, ivi 1967; S. Alexiou, N. Platon, H. Guanella, Ancient Crete, ivi 1968; K. Branigan, The tombs of Mesarà, ivi 1970; S. Hood, The Minoans, ivi 1971; N. Platon, Zakros. The discovery of a lost palace of ancient Crete, New York 1971; J. W. Shaw, Minoan Architecture; Materials and techniques, in Annuario della scuola archeologica italiana di Atene, XLIX (1971); S. Marinatos, M. Hirmer, Thera und der mykenische Hellas, Monaco 1973; D. Levi, Festòs e la civiltà minoica, Roma 1976.
Età micenea: M. P. Popham, The last days of the palace at Knossos. Complete vases of the late minoan III B Period, in Studies in Mediterranean archaeology, 5, Lund 1964; V.R.A. Desborough, The last Mycenaeans and their successors, oxford 1964; G. Mylonas, Mycenae and the Mycenaean age, Princeton 1966; A. E. Samuel, The Mycenaeans in the history, Londra 1966; T.B.C. Webster, From Mycenae to Homer, ivi 1967; S. Alexiou, ‛Υστερομινωικοὶ ταϕοι λιμένος Κνωσοῦ (Κατσαμπᾶ), Atene 1967; Atti e Memorie del I Congresso internazionale di micenologia, Roma 1968; M. R. Popham, The destruction of the palace at Knossos, in Studies in Mediterranean archaeology, 12, Lund 1970; E. Hallager, The Mycenean palace at Knossos, ivi 1977.
Età micenea in Attica: G. C. Styreniuys, Submicenaean Studies, Lund 1967; J. Jakovidis, Περατή, Atene 1969; M. Bensi, Ceramica micenea in Attica, Milano 1975; G. E. Mylonas, Τὸ Δυτικὸν Νεκροταϕεῖον τῆς Ελευσίνος, Atene 1975. Filologia micenea: L. R. Palmer, Mycenaeans and Minoans. Aegean prehistory in the light of the linear B tablets, Londra 1961 (trad. it. Minoici e micenei. L'antica civiltà egea dopo la decifrazione della Lineare B., Torino 1969); E. L. Bennet jr., Mycenaean studies, Madison 1964; L. R. Palmer, J. Chadwick, Cambridge Colloquium on Mycenaean studies, Cambridge 1966; M. Ventris, J. Chadwick, Documents in Mycenaean Greek, ivi 19732; A. Sacconi, Corpus delle iscrizioni vascolari in lineare B., Roma 1974; id., Corpus delle iscrizioni in lineare B di Micene, ivi 1974; vedi inoltre la serie Studies in Mycenaean inscriptions and dialects, I-XIX (1956-1975), e la collana Incunabula Graeca edita in Roma.