QUADRIGARIO, Claudio (Q. Claudius Quadrigarius)
Annalista romano dell'età di Silla (circa 80 a. C.). La sua persona e la sua opera storica hanno suscitato una quantità di controversie.
Livio asserisce in due luoghi (XXV, 39, 12; XXXV, 14, 5) che un Claudio ha tradotto dal greco in latino gli annali di Acilio; lo stesso Livio cita ripetutamente dal sesto libro in poi questo Claudio come sua fonte. Altri scrittori (p. es., Aulo Gellio; Seneca, De beneficiis, III, 23, 2) ci parlano di uno storico Claudio Quadrigario, che compose annali di Roma dalla distruzione della città per opera dei Galli fino a Silla. Di più Plutarco (Numa,1) parla di un'esposizione cronologica (ἔλεγχος χρόνων) di un Clodio. Su questi dati e su uno di Velleio Patercolo (II, 9, 4), che conferma l'età in cui visse l'autore, si è svolta l'attività congetturale degli storici moderni. Si è di volta in volta sostenuto che il Claudio di Livio non è Claudio Quadrigario; che la traduzione di Acilio è altra opera degli annali originali di Q., che l'opera citata da Plutarco è identica agli annali di Q., ecc. Oggi l'opinione prevalente è quella di Th. Mommsen (Römische Forschungen, II, Berlino 1879, p. 426), che Q. rielaborò gli annali di Acilio in modo da trascurare la parte precedente l'incendio gallico, continuò indipendentemente gli annali di Acilio dal loro termine (circa 184 a. C.) e fu il Claudio fonte di Livio: di solito si nega invece che l'opera di Clodio citata da Plutarco sia da identificarsi con gli annali di Q. Le poche citazioni ci permettono di dedurre che Q. dava molto più posto alla storia più vicina al suo tempo, che fabbricava liberamente documenti (p. es., una lettera dei consoli al re Pirro) secondo il sistema della storiografia ellenistica; che anche nei frequenti grecismi rivelava l'influsso del modello greco-romano di Acilio. Lo stile di Q. fu molto amato dagli arcaicizzanti del periodo imperiale. È impossibile dire con sicurezza quanto di Q. sia passato in Livio.
Bibl.: I frammenti in H. Peter, Historicorum romanorum reliquiae, I, Lipsia 1870, p. 205 e Historicorum romanorum fragmenta, ivi 1883, p. 136. Cfr. in linea generale M. Schanz, Geschichte der römischen Litteratur, I, i, 4ª ed., p. 316. Inoltre, H. Nissen, Kritische Untersuchungen über die Quellen der vierten und fünften Dekade des Livius, Berlino 1863; W. Soltau, Claudius Quadrigarius, in Philologus, LVI (1897), p. 410, e Livius Geschichtswerk, Lipsia 1897; E. Völlflin, Die Sprache des Claudius Quadrigarius, in Archiv. f. latein. Lexicographie, XV (1906), p. 10; U. Kahrstedt, Die Annalistik von Livius, Berlino 1913; L. Cantarelli, Studi romani e bizantini, Roma 1915, p. 17 segg.