clausola di supremazia
loc. s.le f. Proposta di riforma costituzionale che avrebbe consentito a una legge dello Stato, su proposta del Governo, di intervenire in materie di competenza regionale, a tutela dell’interesse nazionale.
• La terza osservazione, riproposta da Franco Bassanini, che porta anche alcune acute critiche costruttive, riguarda la necessità di modifica della Costituzione per ridurre le materie a legislazione concorrente tra Stato e Regioni, per introdurre una clausola di supremazia federale, per istituire il Senato federale. (Alberto Quadrio Curzio, Corriere della sera, 3 settembre 2010, p. 50, Idee & opinioni) • Se […] è giusto che il nostro Stato si apra alle esigenze dell’autonomia (art. 5 Cost.), vanno però modificati i criteri attuativi contenuti nel Titolo V della Costituzione. Ed infatti, il principio, proprio degli ordinamenti federali, di spettanza dell’Amministrazione centrale di determinate materie, va però temperato con una «clausola di supremazia», in base alla quale una legge statale, approvata con determinate modalità per la necessaria tutela degli interessi più generali della Nazione, dovrebbe costituire un limite assoluto per la legislazione locale. (Piero Capotosti, Messaggero, 16 febbraio 2014, p. 9, Primo Piano) • Avremo infine meno democrazia su un aspetto cruciale. Il governo, cioè il premier, avrà un potere senza controllo sulle Regioni. Potrà ad esempio annullare una legge regionale sulla famiglia o per la libertà di educazione facendola cancellare dalla Camera. È la «clausola di supremazia», terribile strumento per togliere libertà alle Regioni non allineate al pensiero del governo. (Antonio Palmieri, Avvenire, 3 dicembre 2016, p. 7, Primo piano).
- Composto dal s. f. clausola, dalla prep. di e dal s. f. supremazia.
- Già attestato nell’Unità del 1° aprile 2004, p. 7, Oggi (Stefano Passigli intervistato da Luana Benigni).