CLUPEA (Clupĕa o clypĕa)
Oggi Kelibia (A. T., 112), città dell'Africa proconsolare, sulla costa orientale della penisola del Capo Bon. I Greci la chiamarono 'Ασπίς, e i Romani tradussero in Clupea, per la configurazione della collina su cui sorgeva, simile a uno scudo (Sil. It., III, 243). Strabone (XVII, 3, 16) la dice fondata da Agatocle che vi stabilì un nucleo di coloni siculi, durante la guerra contro Cartagine (anno 310 a. C.): ma è probabile che essa esistesse già da prima (Proc., Bell. Vand., II, 10). Anche i Romani di Regolo se ne impadronirono nella prima guerra punica, facendone la loro base e ivi resistendo dopo la sconfitta in campo aperto; e tentativi di sbarco vi furono fatti egualmente nella seconda (anno 208) e terza guerra punica (anno 148): ma la città resistette fedele a Cartagine, e per tale sua fedeltà fu distrutta nel 146 (Strab., loc. cit.). Dovette tuttavia rimanervi un piccolo centro abitato che, forse da Cesare, ricevette un nucleo di coloni (Mommsen, Ephem. epigr., II, p. 113; Corp. Inscr. Lai., X, 6104).
Il nome della città compare nella narrazione della campagna di Curione (Caes., Bell. civ., II, 23) e nel De bello Africano (cap. 2). Resti di banchine del porto, e alcune cisterne sulla collina, segnano ancora il luogo della città.
Bibl.: Atlas Arch. de Tunisie, foglio 16; St. Gsell, Hist. anc. Afrique d. Nord, II, Parigi 1921, p. 141 segg.; Corp. Inscr. Lat., VIII, p. 128.