cocaina
Alcaloide che si ottiene dalle foglie di coca, pianta originaria dell’America Settentrionale. È un estere del gruppo degli anestetici locali, che appartiene alla famiglia dei tropani degli alcaloidi (➔) naturali. Strutturalmente la c. è una benzoilmetilecgonina, estere dell’acido benzoico e base azotata (metilecgonina). Il sale cloridrato è la forma più diffusa della sostanza, scarsamente volatile. La conversione alla base libera con solfato ed etere produce un sale che resiste alla decomposizione da calore e consente l’inalazione del composto attivo. Come l’anfetamina (➔) , la c. è un potente agonista dopamminergico, pur essendo i siti d’azione differenti. Infatti, la c. agisce legandosi e disattivando i trasportatori di dopammina e quindi bloccando la ricaptazione del neurotrasmettitore dopo il suo rilascio, mentre l’amfetamina ha come effetto principale la stimolazione del rilascio vescicolare di dopammina. Inoltre, la c. può bloccare il riassorbimento presinaptico di noradrenalina e serotonina. L’idroclorato di c. (crack) è una forma particolarmente potente di questa sostanza. Esso viene fumato e quindi entra nel circolo ematico polmonare raggiungendo il cervello molto velocemente.
Il sistema dopamminergico mesolimbico gioca un ruolo essenziale in quasi tutte le forme di rinforzo (➔). Iniezioni endovenose di c. incrementano la concentrazione di dopammina nel nucleo accumbens, il quale rappresenta un sito critico per i meccanismi di rinforzo indotti da questa droga (➔ piacere). Infatti, se si provocano lesioni nel nucleo accumbens o si iniettano in questa struttura farmaci ad azione bloccante dei recettori dopamminergici ivi localizzati, la c. perde molto del suo effetto di rinforzo. La c. causa forte dipendenza psichica: gli effetti iniziali sono iperattività ed euforia spesso seguiti da senso di spossatezza, che spinge il consumatore a ripetere l’assunzione della droga per rivivere la percezione di benessere. Tale appagamento viene ricercato anche se gli effetti negativi a livello psichico sono di primaria importanza e gravità. Una delle conseguenze più allarmanti della c., osservata in persone che ne abusano regolarmente, è il comportamento psicotico: allucinazioni, deliri di persecuzione, disturbi dell’umore e comportamenti ripetitivi. Questi sintomi somigliano così strettamente a quelli della schizofrenia di tipo paranoide che le due condizioni sono spesso difficili da distinguere anche da parte di medici specialistici. Oltre ai danni cerebrali, l’inalazione di c. determina un danneggiamento progressivo dei tessuti interni e dei capillari del naso, con perdita delle capacità olfattive; essa può comportare frequenti perdite di sangue dal setto nasale, ulcere, perforazione delle cartilagini e danni che possono necessitare di interventi di chirurgia plastica. L’iperattivazione dell’apparato cardiovascolare, insieme alla vasocostrizione, provocate dalla c., sono causa di infarto e ictus.
Il desiderio di assumere c. in soggetti tossicodipendenti può essere stimolato dalla presenza di determinati input ambientali. Per analizzare questo fenomeno è stato effettuato uno studio di neuroimaging: individui di controllo e cocainomani sono stati sottoposti a diverse sessioni sperimentali in cui venivano loro mostrate immagini neutre (oggetti di lavoro di artigiani e oggetti di uso quotidiano) oppure immagini inerenti all’uso della droga. Le fotografie presentate durante l’esperimento non alteravano in modo significativo il flusso ematico cerebrale nei soggetti normali, mentre le immagini che avevano un riferimento all’assunzione di c. provocavano un aumento del flusso sanguigno nella corteccia prefrontale dorsolaterale, nel lobo temporale e nel cervelletto dei cocainomani. Inoltre, tale incremento risultava correlato con l’entità del desiderio che i soggetti riferivano di provare. Questo studio dimostra che le aree implicate nell’elaborazione delle tracce di memoria sono altrettanto efficaci nel risvegliare il desiderio di assumere cocaina. La scoperta delle strutture cerebrali importanti per instaurare una tendenza ad assumere droghe (➔) è di fondamentale importanza per cercare nuove terapie atte alla cura delle tossicodipendenze e per evitare alterazioni croniche connesse con l’abuso di sostanze stupefacenti.