GREGORIANO, CODICE
. Raccolta di costituzioni imperiali redatta in Oriente, da un privato, certo Gregoriano o Gregorio, probabilmente sotto Diocleziano.
Del codice ci rimangono frammenti conservati nei Fragmenta Vaticana, nella Collatio, nella Consultatio, nella Lex Rom. Biurgundionum, nella Lex Romana Wisigotorum, nell'appendice a questa, negli Scholia Sinaitica. Sant'Agostino lo cita varie volte. Fu assai usato nella vita forense; Teodosio II lo confermò ufficialmente nel 429; i compilatori del Codex Theodosianus si servirono largamente delle costituzioni in esso inserite. Fu adoperato più tardi per la compilazione del codice giustinianeo e sembra anzi che le costituzioni, desunte dal Gregoriano, sommino a 1675: la divisione dei titoli del Gregoriano è stata anche seguita - a parte varie semplificazioni e fusioni - dai commissarî giustinianei. Era noto ancora al giureconsulto bizantino Taleleo, il quale lo cita nei suoi scolî al Codice giustinianeo. La più antica costituzione inserita rimonta al 196 d. C. e appartiene a Severo (Cons., I, 6). La data sicura più recente è del 295 (Coll., VI, 4). Si ritiene però da G. Rotondi che le costituzioni posteriori al 291 siano state aggiunte in Oriente al testo originale del Codice: non vi è dubbio che tali siano quelle che attribuiscono a Diocleziano l'appellativo di divus (Huschke). Il medesimo autore opina che la data di pubblicazione del codice non sarebbe posteriore alla prima metà del 291. Il codice era diviso in libri e in titoli: nell'interno di questi le costituzioni erano disposte per ordine cronologico. Dubbio è il numero dei libri: certo maggiore di 14; forse giungeva a 19 (Coll., II, 4). L'ordine seguito era quello dei Digesta classici: i primi 14 libri contengono infatti la materia dell'editto perpetuo, come la prima parte dei Digesta.
Ediz.: G. Haenel, Cod. Greg. et Cod. Herm. Fragmenta, in Corpus iur. anteiust., II, Bonn 1837-42, P. Krueger, Collectio libror. iur. anteiust., III, Berlino 1890; S. Riccobono, G. Baviera, C. Ferrini, Fontes iur. rom. anteiust., II, Firenze 1909.
Bibl.: E. Huschke, Über den Greg. und Herm. Codex, in Zeitschr. für R. Geschichte, VI (1867), p. 249 segg.; Th. Mommsen, Die Benennungen der Constitutionensammlungen, in Zeitschr. d. Savigny Stiftung, X (1889), p. 345; id., Gesammelte Schriften, II, Berlino 1905, p. 359; Über das Heimath des Gregorianus, ibid., XXII (1901), p. 139 segg. (ibid., III, 366); G. Rotondi, Studi sulle fonti del codice giustinianeo, in Bull. Ist. dir. rom., XXVI (1914), p. 175 segg. (Studi giuridici, I, p. 110 segg.); P. Krueger, Gesch. der Quellen und Litt. des röm. Rechts, Monaco 1912, p. 316; Th. Kipp, Gesch. der Quellen, p. 88 seg.