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COLERA

di Gabriele AMALFITANO - Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
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COLERA (X, p. 723)

Gabriele AMALFITANO

Si può ritenere dimostrato che le misure profilattiche adottate dall'organizzazione sanitaria mondiale abbiano notevolmente ridotto il pericolo di gravi diffusioni della malattia ed il terrore ad essa legato.

Dal 1925 non più epidemie coleriche in Europa ad eccezione di un piccolo episodio, nel 1943, tra le truppe tedesche dell'armata dell'Ucraina, con 78 casi gravi. Epidemie coleriche dal 1930 a tutt'oggi diffuse dalle zone endemiche nell'Asia: ‛Irāq (1931), Manciuria (1932 e 1946), Corea (1937), Isola Celebes (1937), Filippine (1930-34), Tonchino e Annam (1937-38), Giappone (1932, 1937, 1938), Formosa (1943). L'ultima epidemia si è verificata in Egitto nel settembre 1947 e si è estesa al delta e lungo il corso del Nilo. Di essa non si è potuto trovare l'origine, ma è certo che non era legata a pellegrinaggi.

Sono stati svolti importanti studî sui vibrioni anche in riferimento alla soluzione della questione sui vibrioni colerici atipici e colerasimili. I vibrioni colerici si distinguono sia per il comportamento biochimico (gruppo 1° di Heiberg) e sierologico (sottogruppo 1° di Gardner e Venkatraman), sia per la composizione chimica (gruppo 1° di Linton). La tossina colerica si è dimostrata costituita da due frazioni, una di natura glicido-lipidica, antigene, ad azione congestionante ed una più semplice, ultrafiltrabile, non antigene, ad azione ipotermizzante.

Circa la profilassi individuale va confermata la grande utilità della vaccinazione specifica. La profilassi collettiva indiretta, a parte le già note misure, si è arricchita di un potente mezzo per impedire la diffusione con l'introduzione del DDT, che si è rivelato utilissimo in Egitto e nei luoghi dove è stato adoperato su larga scala, dentro e fuori le abitazioni. Il suo impiego avrebbe ridotto a Shanghai l'incidenza del morbo (meno dell'i % rispetto agli anni precedenti). La prognosi è migliorata con l'introduzione nella terapia delle fleboclisi clorurate e dei sulfamidici. Tra questi si è mostrata particolarmente efficace la sulfoguanidina. A. Castellani consiglia la somministrazione orale di fucsina basica associata a sulfamidici.

Bibl.: G. Rita, in Recenti Progressi di Medicina, 370, 1947; R. Strong, Stitt's diagnosis, Philadelphia 1944; Chronicle of the WHO, I (1947).

Vedi anche
profilassi Genericamente, insieme di norme e di metodi intesi a evitare o prevenire il diffondersi di malattie. In particolare, le norme e i provvedimenti che si devono adottare, collettivamente o da parte di singoli, per la difesa contro una determinata malattia, e la loro applicazione pratica. La p. è il campo ... fleboclisi Tecnica di somministrazione endovenosa di soluzioni acquose variamente composte. Si attua introducendo in una vena superficiale un ago raccordato al recipiente della soluzione mediante un tubicino flessibile. prognosi In clinica, previsione su decorso ed esito di un quadro morboso. La formulazione della p. richiede la conoscenza della natura e della gravità della malattia e la valutazione degli elementi che possono influenzare l’evoluzione morbosa: condizioni generali, costituzione individuale, età, sesso, momenti ... Tonchino (vietnamita Tongking o Tonking) Regione fisica e storica dell’Indocina (115.000 km2 con quasi 28.000.000 di ab.), che forma la parte più settentrionale del Vietnam, confinante con la Cina (prov. dello Yunnan e regione autonoma del Guangxi). Comprende il medio e basso bacino del Song Hong (Fiume Rosso), ...
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  • SULFAMIDICI
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Vocabolario
colèra
colera colèra s. m. (ant. cholèra, còlera e chòlera, f. e m.) [dal lat. cholĕra, gr. χολέρα, femm.], invar. – 1. Malattia infettiva acuta, endemica o epidemica, causata da un vibrione (Vibrio cholerae asiaticae, impropriam. noto come «bacillo...
colèrico
colerico colèrico agg. [dal lat. cholerĭcus, gr. χολερικός] (pl. m. -ci). – 1. Di colera, proprio del colera: epidemia c.; febbre colerica. 2. s. m. (f. -a) Persona affetta da colera (più com. coleroso).
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