Gruppo di colline (dette anche Colli Laziali) della Campagna Romana (altezza massima 956 m). È il residuo di un apparato vulcanico di età quaternaria che, iniziata la sua attività circa 600.000 anni fa, si è spento già in età preistorica e, in parte demolito, ha conservato bene le forme generali. L’apparato consta d’una cinta craterica esterna (diam. 10-12 km), ben conservata a NE e a E (M. Peschio, 939 m), interrotta e sfiancata a O e SO, per la formazione di crateri laterali, poi trasformati in conche lacustri (laghi Albano e di Nemi; conca dell’Ariccia); e inoltre d’un cono centrale con ‘orlo’ ben conservato (cima del Faete, 956 m; M. Cavo, 949 m) con cratere in parte riempito (Campi di Annibale). L’atrio interposto (valle del Vivaro; valle della Molara) ha il fondo a 400-600 m. All’esterno la cinta craterica è incisa da valli radiali. Le piogge sono abbondanti e i colli, ricchi di sorgenti, sono rivestiti da uliveti e vigneti e, sopra i 600 m, da castagneti e macchia. Particolarmente rinomati i vini prodotti nella zona. Altro prodotto notevole è il peperino.
La popolazione è in gran parte raccolta in 15 centri maggiori detti Castelli Romani. Il centro più grande è Velletri, seguono Albano, Genzano, Frascati, Ariccia; il più alto è Rocca Priora (768 m).