colonna
Il simbolo dell'architettura classica
La colonna è un elemento costruttivo dell'architettura e svolge di solito una funzione di sostegno, anche se a volte può essere utilizzata solo a scopo decorativo. Sin dalle prime civiltà fu usata per costruire edifici, ma furono i Greci a perfezionare la sua forma. In seguito fu molto utilizzata nell'architettura romana e in quella rinascimentale
La colonna si sviluppa verticalmente e ha una sezione circolare. È formata da tre elementi diversi: in ordine dal basso verso l'alto troviamo la base, il fusto e il capitello, vera e propria scultura la cui forma varierà nelle diverse età della storia (v. fig.).
La colonna fu l'elemento principale degli ordini architettonici greci, nel cosiddetto sistema trilitico, cioè formato da una successione di colonne che sorreggono una copertura orizzontale rettilinea (chiamata trabeazione). Ma fu usata dall'età romana in poi anche come sostegno di aperture ad arco, caratteristica che sarà ripresa specialmente nel Rinascimento.
Le origini della colonna possono essere individuate nel metodo primitivo della costruzione di capanne: venivano usati infatti pali ricavati da tronchi d'albero che sostenevano altre strutture in legno per il tetto. Colonne in legno vennero impiegate in Mesopotamia e nella civiltà minoico-micenea: per simulare la pietra, erano ricoperte di stucco dai colori brillanti. La derivazione della colonna dalla natura si vede nell'architettura egizia: le colonne, anche quando ormai erano realizzate in pietra, imitavano ancora i fasci di vegetazione uniti da legature e anche i capitelli erano decorati da foglie, come si vede nei templi di Luxor e Karnak.
Nel 7° secolo a.C., in Grecia si iniziarono a costruire gli edifici usando l'ordine architettonico: un sistema di elementi (colonne e trabeazione) con rapporti proporzionali regolava le dimensioni totali degli edifici. I due ordini greci principali furono il dorico e lo ionico. Nel primo la colonna è priva della base, ha un fusto massiccio, con scanalature e rastremato (cioè si assottiglia verso l'alto); il capitello è formato semplicemente da due elementi sovrapposti in pietra (echino e abaco). La colonna ionica ha invece una base decorata, un fusto più slanciato e un capitello con decorazioni a volute. Dallo ionico derivò, in età ellenistica, il terzo ordine, chiamato corinzio: la colonna è ancora più snella dello ionico e ha il capitello decorato da foglie della pianta di acanto.
L'ordine e di conseguenza la colonna erano alla base dell'architettura greca. Erano presenti nei templi, che erano formati da un colonnato (peristasi), che girava sui quattro lati e circondava la cella, cioè la parte interna e più sacra del tempio. Nella piazza che era cuore della città greca (agorà) erano presenti lunghi edifici rettangolari con portici colonnati (stoà), dove la popolazione si incontrava e svolgeva diverse attività. Le architetture colonnate, quindi, caratterizzavano la vita della civiltà greca, sia religiosa sia civile; anche nei teatri la scena era costituita da un insieme di edicole e colonne.
I Romani derivarono dai Greci l'impiego delle colonne in architettura ma inventarono anche le cosiddette colonne onorarie, veri e propri monumenti isolati di grandi dimensioni, con il fusto scolpito a bassorilievo: la più nota è la Colonna Traiana. Nel mondo paleocristiano, bizantino e poi medievale, si continuò a impiegare colonne negli edifici sacri, con fusti e capitelli dalle forme più varie.
Nel Rinascimento, con la riscoperta delle civiltà classiche, le colonne tornarono a caratterizzare il modo di progettare dei maggiori architetti: Brunelleschi, Alberti, Bramante, Michelangelo, Palladio. Anche nel Barocco chiese e palazzi recano colonne in facciata e negli interni, ma con un accento più decorativo e scenografico: si pensi che Bernini nel progetto di piazza San Pietro disegnò i due portici con ben 284 colonne!
Nel neoclassicismo e per tutto l'Ottocento, gli edifici più importanti si distinguevano per gli ingressi con portici colonnati. Solo con l'impiego dei nuovi materiali (ferro, cemento armato) negli anni Venti del 20° secolo si eliminarono le colonne tradizionali, in alcuni casi sostituite da pilastrini circolari (chiamati, con un termine francese, pilotis).