Barocco
Il grande spettacolo dell'arte
Il Barocco è uno stile che si sviluppa nel 17° secolo, il secolo delle scoperte astronomiche, dei sovrani assoluti, della Controriforma. Le opere del Barocco meravigliano per le loro grandi dimensioni e il coinvolgimento che sanno suscitare. Roma è la città più rappresentativa di questo stile, di cui conserva testimonianze grandiose, come il colonnato di piazza San Pietro o la Fontana dei fiumi a piazza Navona. Esempi di opere barocche si trovano in tutta Italia e in varie regioni d'Europa, e, grazie alle conquiste coloniali, anche in alcune città dell'America Latina
Il Barocco nasce come sviluppo dello stile artistico precedente, il manierismo. A forza di studiare e copiare la 'maniera', cioè lo stile dei grandi maestri del Cinquecento come Michelangelo e Raffaello, i pittori si esprimevano con un linguaggio di difficile comprensione per il pubblico. Gli artisti barocchi tornano invece a parlare alla gente e a comunicare, attraverso le opere, l'illusione della realtà. Il carattere illusionista del Barocco ha come fine la meraviglia, il desiderio di stupire. Questo desiderio è motivato anche dallo stato d'animo incerto dovuto a una nuova visione del mondo: con le loro scoperte astronomiche, Copernico e Galilei avevano rivelato che la Terra non è un'entità immobile al centro dell'Universo, ma parte di un complesso sistema in costante movimento. Di conseguenza, l'uomo perde la posizione di privilegio al centro del creato, sente il brivido dell'infinito e questi sen-timenti si riflettono nell'arte, nella letteratura, nella filosofia e nella musica. Nasce così uno stile artistico che guarda con nuova curiosità alla natura ed è consapevole degli inganni in cui possono cadere i sensi.
Anche nel teatro, dove gli artisti inventano macchine sceniche per muovere attori e scenografie, o nell'architettura, le regole della prospettiva sono usate per stupire lo spettatore, con quelli che oggi diremmo effetti speciali. A Roma se ne trovano straordinari esempi, come la cappella Cornaro nella chiesa di S. Maria della Vittoria. In essa Gian Lorenzo Bernini mette in scena l'estasi di santa Teresa come fosse uno spettacolo teatrale, con nuvole di marmo, un angelo con la freccia e le immagini scolpite degli spettatori che osservano quanto accade. Oppure la sorprendente colonnata di Palazzo Spada, anch'essa a Roma, dove Francesco Borromini inganna i visitatori costruendo una galleria in stucco che sembra a prima vista molto profonda, ma che in realtà è solo di pochi metri.
Il ruolo della Chiesa. La Chiesa cattolica, all'epoca il principale committente per gli artisti, vive nel Seicento un periodo di trasformazioni durante il quale recupera le proprie tradizioni in risposta alle accuse della Riforma protestante: è la Controriforma. Chiede agli artisti di esprimersi in modo coinvolgente e comprensibile a tutti e trova nel Barocco, con i suoi artifici e le sue tecniche persuasive, un linguaggio adatto.
Alle origini di questa nuova tendenza in pittura vi sono due artisti dell'Italia settentrionale, venuti a Roma alla fine del Cinquecento: il bolognese Annibale Carracci e il lombardo Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio dal paese dove era nato, vicino a Milano.
La pittura di Annibale Carracci. Insieme al fratello Agostino e al cugino Ludovico ('i Carracci'), Annibale Carracci aveva fondato a Bologna una scuola di pittura e disegno dove si insegnava a guardare la natura, tenendo sempre presente il modello della pittura serena di Raffaello. Nelle opere dei Carracci anche le vicende drammatiche sono presentate con grazia e il dolore è composto. Annibale, a Roma, è incaricato dal potente cardinale Odoardo Farnese di decorare nel suo palazzo un salone coperto da una volta (la Galleria di Palazzo Farnese). Gli affreschi che l'artista vi esegue rappresentano scene con storie tratte dalle Metamorfosi del poeta latino Ovidio, ispirate al tema dell'amore. Quest'opera diventa un modello per la decorazione dei palazzi aristocratici.
I colori scuri del Caravaggio. Le opere del Caravaggio hanno invece toni drammatici. Davanti a un suo quadro ispirato a episodi della vita di Cristo si ha proprio l'impressione di assistere all'evento rappresentato. Con i colori scuri crea zone d'ombra e con quelli chiari illumina alcuni punti sulla tela; in questo modo, come un regista, fa spostare lo sguardo dove l'azione è più significativa; i personaggi emergono dal fondo scuro come attori di teatro, evidenziando la tensione della scena.
Carracci e il Caravaggio segnano due vie possibili per gli artisti del loro tempo: dipingere la realtà nuda e cruda senza nessun abbellimento (il realismo del Caravaggio) o dipingere cercando la bellezza ideale, secondo la lezione dei maestri del passato (il classicismo dei Carracci). Ma in quegli anni è a Roma un altro protagonista del Barocco, che propone una terza via della pittura: Rubens, un pittore delle Fiandre di grandissimo talento che studia l'arte italiana del Rinascimento ed elabora un linguaggio personale. Nei suoi grandi quadri si muovono figure maestose dai colori lucenti; le stoffe, i capelli, il sangue e la carne dipinti da Rubens danno la sensazione di esistere davvero, mentre la composizione sembra animata da un movimento che sale verso il cielo. Una sua caratteristica è quella di dipingere donne grasse e bionde e bambini floridi (putti). Con lui la pittura barocca diventa fastosa, un trionfo di colori e di luce.
Immaginiamo la Roma del 17° secolo come un grande cantiere: architetti, decoratori, artigiani arrivano da tutta Italia per lavorare a chiese, palazzi, ville. Da Bologna, la città dei Carracci, giungono il Domenichino (Domenico Zampieri) e Guido Reni, che lasciano molte pitture con scene tratte dalle storie degli dei antichi (mitologie) e dalle Sacre Scritture, dipinte con grazia e colori morbidi. Ma la svolta verso il Barocco maturo si deve ad altri due allievi dei Carracci, a Roma intorno agli anni Trenta del secolo: il Guercino e Giovanni Lanfranco.
Il primo, Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino per un difetto agli occhi, lavora nella proprietà della famiglia Ludovisi: sul soffitto del cosiddetto Casino (una piccola costruzione nel giardino) dipinge l'Aurora trainata da cavalli, un'opera in cui lo spazio rappresentato sembra immenso, come se continuasse oltre il soffitto. Anche nella decorazione delle chiese si ritrova l'illusione dello spazio infinito, come nella cupola della chiesa di Sant'Andrea della Valle, dove Lanfranco (proveniente da Parma) dipinge l'Assunzione della Vergine (1625-27). Per tutto il 17° secolo soffitti, volte, cupole di chiese si riempiono di cieli finti animati da angeli e santi. Questi spazi sono il supporto ideale per scenografiche immagini di trionfo dove si rimane abbagliati dalla mirabile fusione di tecniche diverse quali pittura, scultura e architettura a formare un'unica, grande opera d'arte.
L'artista che ha saputo fondere insieme questi diversi linguaggi è Pietro Berrettini, detto Pietro da Cortona; fra le opere più impressionanti c'è la volta del Palazzo Barberini a Roma, residenza del papa Urbano VIII. Entrando nel gigantesco salone e guardando in alto, si rimane colpiti dalla grandiosità della scena, dalla maestria nell'uso della prospettiva, dalla capacità di 'fingere' la scultura con la pittura.
Tanti artisti da tutta Europa vengono a Roma per ammirare i capolavori della pittura contemporanea e attraverso loro si diffondono gli stili dei grandi maestri del Seicento. Molti si fermano a vivere a Roma, come i francesi Nicolas Poussin e Claude Lorrain. Ma è soprattutto la pittura del Caravaggio a godere di una vasta fortuna; diventa quasi una moda nelle città che il Caravaggio raggiunge durante la fuga da Roma, accusato di aver ucciso un uomo. A Napoli, a Malta, in Sicilia il suo realismo impietoso e commovente ispira molti artisti, tra i quali lo spagnolo Jusepe de Ribera, trapiantato a Napoli, Luca Giordano e Salvator Rosa. Quest'ultimo è un originale pittore di paesaggi e di argute scene popolari dove si ritrovano accenni alla stregoneria.
Attraverso gli artisti stranieri la pittura del Caravaggio raggiunge la Francia e i Paesi Bassi. Nelle regioni di fede protestante, dove vige il divieto di raffigurare la figura umana nei temi sacri, gli artisti cercano nuovi soggetti: animali, tavole imbandite con frutti, fiori e strumenti musicali (nature morte) o scene di vita popolare come ubriachi e giocatori di carte all'osteria. Questi soggetti nascondono spesso anche un significato religioso: per esempio, la frutta che marcisce è un invito a riflettere sullo scorrere del tempo e sulla morte.
A Roma ha grande successo il pittore olandese Pieter van Laer, detto il Bamboccio per il suo aspetto deforme, che si specializza in scene di bevitori e mendicanti, inaugurando il genere di pittura detto dei bamboccianti. La fortuna di questi dipinti dura fino al 19° secolo e ancora oggi si trovano esempi di 'bambocciate' sulle bancarelle dei mercati.
La scultura barocca si pone come sfida di rappresentare figure che si stanno per muovere, forme che si trasformano, emozioni. Uno dei primi esempi di scultura barocca è l'Annunciazione dello scultore toscano Francesco Mochi, scolpita nei primi anni del 17° secolo e oggi presente al Museo diocesano di Orvieto. A questa opera hanno guardato i due grandi protagonisti del Barocco romano: Bernini e Borromini.
Uno dei luoghi simbolo del Barocco è piazza Navona a Roma, risistemata nel suo aspetto attuale proprio nella metà del Seicento. Al centro della piazza, di fronte alla residenza del papa di allora, Innocenzo X (della famiglia Pamphili), lo scultore Bernini costruisce la Fontana dei fiumi, simbolo dei quattro continenti allora conosciuti (manca l'Oceania, che veniva esplorata proprio in quegli anni). Collocando i fiumi sotto la finestra del papa, Bernini allude all'autorità del pontefice che si estende a tutti gli abitanti della Terra. La particolare decorazione di animali e alberi, animati dallo scorrere dell'acqua, dà l'impressione che l'artista abbia ricreato con la pietra una natura artificiale vivente. Ogni lato della fontana è rifinito nei dettagli e, come molte sculture barocche, cambia aspetto a seconda della posizione da cui è osservato, moltiplicando così i punti di vista. Uno dei quattro fiumi, il Río de la Plata, alza il braccio verso la chiesa che gli sta davanti, Sant'Agnese in Agone, opera di Borromini. Secondo una leggenda popolare, lo fa per proteggersi dal temuto crollo della chiesa. I due architetti erano rivali e usavano i loro capolavori per criticarsi.
Diffusione dello stile. Il merito della diffusione del Barocco nel mondo va anche ai pellegrinaggi e agli ordini religiosi cattolici che portarono questo stile in Spagna, nella Germania meridionale, a Vienna, a Praga, in Boemia. Influenze del Barocco si trovano anche in paesi di fede protestante, come l'Inghilterra, e di fede ortodossa, come la Russia.
Il secolo d'oro della Spagna. Il Seicento spagnolo è un periodo fertile per le arti e la letteratura, tanto da essere chiamato il siglo de oro ("secolo d'oro"). Gli artisti sono attratti dalla pittura realista e popolare del Caravaggio: così Ribera, Francisco de Zurbarán e Bartolomé Esteban Murillo. Tra loro spicca la figura di Diego Velázquez: diventato pittore del re Filippo IV, ha lasciato un insolito ritratto della famiglia reale con l'opera Las meninas (1656), oggi al Museo nacional del Prado a Madrid. Invece di rappresentare direttamente i sovrani, il pittore dipinge sé stesso di fronte al cavalletto con accanto le dame di corte. Ma dove sono il re e la regina? Guardando con attenzione, si intravedono in fondo al quadro, riflessi in uno specchio. È un gioco strabiliante di rimandi, che rovescia i ruoli fra il pittore e i suoi soggetti e fa riflettere su che cosa vuol dire rappresentare.
Dalla Spagna e dal Portogallo il Barocco raggiunge le colonie dell'America Centromeridionale. A Città di Messico, a Córdoba in Argentina e Ouro Preto in Brasile si conservano maestose cattedrali e piazze costruite secondo uno stile coloniale adeguato alle tradizioni locali.
La Francia del Re Sole. Il Seicento francese si identifica con i regni di Luigi XIII e di Luigi XIV, il Re Sole. I sovrani chiedono all'arte di celebrarli attraverso la grandezza e il fasto. Il gusto francese si mantiene moderato, legato alla tradizione classica, ma gli ampi spazi, gli effetti scenografici sono anch'essi un segno del Barocco. Ne sono un esempio la maestosa Reggia di Versailles vicino a Parigi e la pittura degli artisti di corte. Uno dei più grandi artisti del periodo, attento alla pittura del Caravaggio, è Georges de La Tour: nelle sue scene di intimità domestica, gesti semplici e umili sono illuminati solo dalla luce intensa di una candela.
Cronologia. L'epoca barocca in musica si svolge convenzionalmente tra gli inizi del 17° secolo e la metà del 18°. Essa si colloca, dunque, tra la fine del Rinascimento, epoca dominata dalla polifonia vocale, e il classicismo, che avrà il suo culmine nelle opere strumentali di Haydn, Mozart e Beethoven.
La musica celebra il potere. Le grandi trasformazioni storiche avvenute tra 16° e 17° secolo nel passaggio dal mondo dei principati rinascimentali all'assolutismo monarchico esercitarono un forte influsso su concezione, produzione e uso sociale della musica.
Il raffinato diletto aristocratico rinascimentale lascia il posto a una nuova funzione sociale della musica che celebra, con tono aulico e maestoso, il potere, la dignità e il fasto del monarca. Questa caratteristica emerge dovunque nella musica barocca. Se ne trova esempio in Giovanni Battista Lulli ‒ che opera in Francia, alla corte del Re Sole ‒, in Arcangelo Corelli ‒ violinista in Italia, nella Roma papale ‒, o in Georg Friedrich Haendel, che in Inghilterra scrive la Water music (1717) per una gita del re Giorgio I sul Tamigi.
La celebrazione del potere presuppone che la musica susciti meraviglia e muova gli 'affetti', le emozioni dell'ascoltatore. Lo scisma del Cinquecento, che contrappone Riforma luterana e Controriforma cattolica, impegna nel Seicento la musica nella persuasione religiosa, sia attraverso l'essenzialità vocale del corale luterano (componimento musicale per coro) sia attraverso le grandiose cerimonie sacre della Chiesa romana.
Le diverse funzioni sociali della musica impongono una differenza più marcata tra spazio sacro e profano e una distinzione, in questi termini estranea al precedente Rinascimento, tra 'stile teatrale', 'stile da camera', 'stile ecclesiastico'. Si diffonde la coscienza, espressa da Claudio Monteverdi nel 1605, della differenza tra una 'prima pratica' musicale cinquecentesca, dove nel gioco a più voci della polifonia la musica prevaleva sulla poesia, e una nuova, secentesca 'seconda pratica', dove la poesia doveva al contrario prevalere sulla musica.
Nasce il melodramma. Questa nuova concezione favorì il passaggio dalla polifonia, a più voci, alla monodia, a voce sola. Nasce a Firenze, con l'Euridice di Iacopo Peri (1600), l'opera in musica, il melodramma, prima forma storica di spettacolo teatrale interamente cantato destinato a grande fortuna nei secoli successivi. Anche nell'opera in musica gli 'affetti' della parola venivano in origine espressi attraverso il canto monodico sostenuto dall'accompagnamento strumentale.
Il nuovo razionalismo scientifico permise infine lo sviluppo e il perfezionamento degli strumenti musicali, in particolare degli archi; ciò stimolò la nascita parallela di nuove forme quali la sonata e il concerto grosso barocchi. Negli strumenti a tastiera, come l'organo e il clavicembalo, ebbero notevoli conseguenze gli studi sul temperamento equabile del fisico Andreas Werkmeister (1687) che Bach applicò nel suo Clavicembalo ben temperato (1722). Sempre in ambito scientifico, Jean-Philippe Rameau diede un fondamentale contributo alla teoria musicale, fissando le leggi dell'armonia tonale nel suo Trattato di armonia (1722).
La parola portoghese barroco e quella spagnola barrueco indicavano una perla irregolare, non perfettamente tonda, che in italiano si chiama scaramazza, o perla di fiume. Quando gli storici del 18° secolo cercarono un nome per definire lo stile artistico che aveva dominato il secolo precedente scelsero il nome della perla, perché nel Barocco sono usate più volentieri linee curve e irregolari piuttosto che semplici e diritte. Queste caratteristiche possono avere anche una sfumatura negativa: a volte si usa il termine barocco per definire qualcosa di pesante, eccessivo, troppo carico.
Una delle caratteristiche principali del Barocco è l'illusionismo, ossia la capacità di confondere, con l'arte, realtà e rappresentazione. Uno degli esempi più riusciti si trova nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma, decorata dal padre gesuita Andrea Pozzo alla fine del Seicento. A un primo sguardo, all'interno la chiesa sembra dotata di una cupola, ma in realtà questa non esiste. Quello che vediamo è soltanto un dipinto su una tela di 17 m di diametro che, osservata da una certa posizione, dà l'illusione di essere una cupola, mentre spostandosi rivela la sua natura piatta. L'inganno dell'occhio, in francese trompe-l'oeil, è un campo sterminato di invenzioni per gli artisti del Barocco.