Rubens, Pieter Paul
Pittore di ritratti e rotonde nudità
Oltre a essere il più importante pittore fiammingo del Seicento, Pieter Paul Rubens è stato uno degli artisti più affermati in tutta Europa grazie alla cultura raffinata, allo stile fastoso e inconfondibile delle sue opere e anche a un’intensa attività diplomatica svolta presso le principali corti europee
La fama di Pieter Paul Rubens è legata a opere religiose, allegoriche e mitologiche piene di figure in movimento inserite in scene gioiose o solenni. Le sue composizioni rivelano ancora un equilibrio classico, sull’esempio di Veronese, ma la gestualità animata e teatrale delle figure è già barocca. Con grande sensibilità scenografica Rubens rielabora le suggestioni rinascimentali e inserisce figure dipinte con colori caldi e sfumati ispirati a Tiziano in scene dove il contrasto di luce e ombre ricorda Caravaggio e Tintoretto.
Nato nel 1577 in Germania da una famiglia fiamminga in esilio, Rubens è uno dei pochi artisti a ottenere in vita fama e ricchezza. Viaggia molto ma tiene la sua residenza e la sua bottega ad Anversa, dove muore nel 1640. La sua incessante produzione pittorica è resa possibile da questa bottega, che sviluppa i bozzetti o completa le opere del maestro: il successo della bottega è tale che nel 1611 Rubens è costretto a respingere un centinaio di allievi!
Affascinato dalla cultura classica, Rubens nel 1600 parte per l’Italia e vi rimane fino al 1608 come pittore di corte del duca Vincenzo Gonzaga. Durante questo soggiorno viaggia per tutta la penisola, visita le rovine romane, copia e studia le opere dei maestri rinascimentali. Al Correggio si ispira quando dipinge l’Adorazione dei pastori per la chiesa di S. Filippo Neri di Fermo, per la stessa congregazione degli oratoriani per cui a Roma dipinge la Madonna della Vallicella.
Ammira, però, soprattutto Caravaggio, del quale è tra i primi a comprendere il valore artistico e l’intensità drammatica della luce; si deve proprio ai suoi consigli se il duca Gonzaga acquista La morte della Vergine, l’opera di Caravaggio rifiutata dai committenti.
Rubens è colto, legge classici latini e greci, colleziona opere antiche, scrive un trattato sulla scultura e persino un libro sui palazzi di Genova. Per la sua raffinata educazione e per la sua abilità organizzativa, diverse famiglie nobili lo scelgono come diplomatico. Per loro conto Rubens soggiorna in Spagna, dove incontra il pittore Velázquez e il re Filippo IV, che gli commissiona dipinti tratti dalle Metamorfosi di Ovidio.
Ad Anversa è il pittore degli arciduchi Alberto e Isabella, che a lui si rivolgono sia per dipingere opere celebrative sia per viaggi diplomatici a Londra, Parigi e Madrid. Questi viaggi gli hanno permesso di ricevere incarichi d’arte ma anche di partecipare a trattative delicate come il trattato di pace tra Spagna e Inghilterra, un successo grazie al quale riceve il titolo di cavaliere e la commessa prestigiosa di decorare per il re Carlo I la villa di Whitehall.
Per celebrare i suoi mecenati Rubens ritrae principi e duchi, dai Gonzaga ai Doria, e dipinge a volte allegorie complesse come le tele sulla Vita di Maria de’ Medici, regina di Francia. Nei ritratti femminili gli abiti sono sfarzosi e descritti con tale precisione che sembra di sentire la morbidezza delle stoffe, ogni dettaglio rivela il lusso e la ricchezza dei personaggi. Fra i ritratti maschili Rubens dipinge nobili a cavallo in pose che esaltano l’eroismo dei protagonisti e ricordano la lezione di Tiziano.
Tipico di Rubens è il suo modo di dipingere i corpi femminili molto formosi e sensuali, come rivelano le morbidissime rotondità delle Tre Grazie.
Modella d’eccezione per questa immagine di bellezza è spesso la seconda moglie Hélène Fourment, descritta dal governatore delle Fiandre come la donna più bella di Anversa. L’opera più celebre la ritrae mentre esce dal bagno avvolta in una pelliccia, con lo sguardo innocente e sensuale come fosse una Venere pudica, in una atmosfera di serena intimità domestica.