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coloranti

di Andrea Carobene - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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coloranti

Andrea Carobene

L'arcobaleno in una formula chimica

Divisi in tinture e pigmenti, i coloranti sono utilizzati nella produzione di cibi, di vestiti, ma anche per modificare il colore degli oggetti di produzione industriale. I coloranti sono composti naturali o artificiali che vengono aggiunti a una determinata sostanza per modificarne la tonalità

Pitture animali e vegetali

L'abitudine di colorare, associata a quella di dipingere, è una caratteristica tipicamente umana. I primi coloranti utilizzati nell'antichità erano tutti di provenienza animale o vegetale; per esempio, da una conchiglia molto comune nel Mediterraneo ‒ Murex brandaris ‒ si ricavava la porpora di Tiro, un colore rosso estremamente prezioso.

Le popolazioni dell'antico Messico, invece, ricavavano il rosso polverizzando le femmine della cocciniglia (chiocciole e cipree), un piccolo insetto molto diffuso, ancora oggi utilizzato per ottenere colori per rossetti e cosmetici naturali.

Anche i vegetali possono fornire coloranti. Per esempio, dalle piante del genere Indigofera, leguminose di origine africana, si ricava l'indaco, un colore tra l'azzurro e il violetto; da altre leguminose si può invece estrarre il colore legno rosso, o il legno azzurro. Un altro colorante estremamente diffuso, utilizzato ancora oggi per cucinare, è lo zafferano, che fornisce una tinta gialla dai toni caldi.

Intuizione inglese

Il primo colorante artificiale fu scoperto quasi per caso nel 1856 dall'inglese William Henry Perkin. A soli 18 anni, Perkin, durante le vacanze pasquali del Collegio reale di Chimica, cercava di produrre artificialmente la chinina, sostanza utilizzata per combattere la malaria. Invece, si accorse che la sua reazione aveva prodotto un precipitato nero dal quale si poteva estrarre per mezzo di alcool un colore malva, capace di fissarsi ai tessuti e tingerli. Perkin intuì le possibilità commerciali della sua scoperta e fondò un'azienda per la produzione industriale dei coloranti sintetici. Il suo colorante, chiamato mauveina, fu così il primo di una lunga serie di composti chimici cromatici, ossia colorati, che hanno la proprietà di impregnare in modo irreversibile le sostanze con cui entrano in contatto, tingendole. Molti coloranti chimici sono estratti dal catrame di carbone fossile attraverso molteplici procedimenti.

La differenza tra colori naturali e colori sintetici è legata soltanto al fatto che nel secondo caso la materia prima, che è comunque naturale, è chimicamente trasformata. Dal punto di vista chimico, tuttavia, si possono ottenere coloranti sintetici le cui molecole sono assolutamente identiche a quelle dei corrispondenti coloranti naturali.

Metalli triturati

La differenza tra pigmenti e coloranti veri e propri ‒ questi ultimi sono indicati anche con il nome di tinture ‒ è invece più sostanziale. Le tinture sono fondamentalmente molecole e sostanze attive che si legano al substrato con cui entrano in contatto, fissandosi e tingendole. Invece, il pigmento è una sostanza che ha una sua propria tonalità cromatica ed è generalmente polverizzato e mescolato in modo tale da colorare il materiale nel quale è immerso. Così, quando si mette polvere di cacao in una tazza di latte si sta aggiungendo un pigmento marroncino.

Una delle tecniche per ricavare i pigmenti è quella di triturare i metalli. Per esempio, dalla ruggine, che è poi ossido idrato di ferro, si può ricavare un pigmento rosso, ma anche una tintura gialla facendo variare leggermente la composizione chimica. I pigmenti possono anche essere bianchi, per esempio utilizzando ossido di titanio o di zinco.

Cibi più invitanti

Anche i cibi possono essere colorati, con coloranti sia artificiali sia naturali. Alcuni anni fa ci si accorse che alcune tinte utilizzate potevano essere pericolose e da allora la legislazione stabilisce i coloranti che possono essere utilizzati e quelli che sono invece vietati. Ogni colorante è indicato nell'etichetta degli ingredienti con una lettera E seguita da un numero, compreso tra 100 e 199. Tra i coloranti naturali si utilizza per esempio la curcumina (E 100), che produce un colore giallo limone, e il carminio cocciniglia (E 120), con il suo colore rosso porpora. Tra i coloranti artificiali l'E 155 fornisce la tinta del cioccolato, l'E 110 l'arancio (quello usato per le bibite), l'E 133 l'azzurro. La legge proibisce, invece, l'uso dei coloranti in alcuni prodotti alimentari, come il latte o il vino.

Vedi anche
tintura farmaceutica Preparato liquido ottenuto per azione di solventi su sostanze vegetali essiccate (droghe), in forma facilmente assimilabile dall’organismo; le tintura di droghe animali, già assai rare un tempo, sono oggi praticamente in disuso. Il rapporto tintura/droga è 5:1 a esclusione delle piante ... pigmento Sostanza in grado di conferire colore al suo supporto. biologia I pigmento biologici sono un gruppo di sostanze chimiche presenti nelle cellule sotto forma di granuli, gocce o cristalli, che conferiscono ai tessuti degli animali e delle piante le varie colorazioni acquisite in seguito a fenomeni adattivi ... indaco chimica Composto chimico impiegato come sostanza colorante, avente formula Si ricava dalle foglie di diverse specie del genere Indigofera (Indigofera tinctoria, Indigofera argentea, Indigofera arrecta ecc.) coltivate in Asia, in particolare nell’India, in alcune regioni dell’Africa e nell’America Meridionale; ... Sir William Henry Perkin Perkin ‹pë´ëkin›, Sir William Henry. - Chimico (Londra 1838 - Sudbury 1907). Perkin, Sir William Henry si può considerare il fondatore dell'industria delle sostanze coloranti artificiali. Nel 1856, ossidando l'anilina con bicromato potassico, ottenne una sostanza nera, dalla quale riuscì a estrarre la ...
Indice
  • 1 Pitture animali e vegetali
  • 2 Intuizione inglese
  • 3 Metalli triturati
  • 4 Cibi più invitanti
Categorie
  • ALIMENTAZIONE in Industria
  • INDUSTRIA ALIMENTARE in Industria
  • INDUSTRIA TESSILE in Industria
Tag
  • WILLIAM HENRY PERKIN
  • PORPORA DI TIRO
  • FORMULA CHIMICA
  • LEGUMINOSE
  • ZAFFERANO
Altri risultati per coloranti
  • coloranti
    Enciclopedia on line
    Composti chimici che, fissandosi su un supporto (da soli o per mezzo di opportuni mordenti), gli conferiscono una determinata colorazione. Le sostanze c. devono essere solubili o disperdibili per poter penetrare e permeare il supporto. Cenni storici L’impiego di c. vegetali o animali era noto agli ...
  • colorante
    Dizionario delle Scienze Fisiche (1996)
    colorante [Part. pres. di colorare, der. di colore] [CHF] Qualifica (agg.) o denomin. (s.m.) di sostanza capace di tingere un corpo, penetrando in esso e fissandovisi, da sola o per azione di opportuni agenti (mordenti); si distingue dalle sostanze dette colori o pigmenti (lacche, vernici, ecc.) in ...
  • COLORANTI, SOSTANZE
    Enciclopedia Italiana - II Appendice (1948)
    A parte i colori di interferenza e di diffrazione che non sono dovuti a sostanze colorate, i colori di assorbimento richiedono necessariamente la presenza di una sostanza colorata, che ci appare tale perché essa assorbe selettivamente le onde elettromagnetiche dello spettro visibile (luce bianca: 4000°-8000° ...
Vocabolario
colorazióne
colorazione colorazióne s. f. [dal lat. tardo coloratio -onis]. – 1. L’operazione del colorare, l’atto del colorarsi, e l’effetto, il risultato; anche, spesso, il colore stesso in quanto viene dato a un oggetto o da questo viene assunto:...
colorista
colorista s. m. e f. [der. di colore, sull’esempio del fr. coloriste] (pl. m. -i). – 1. a. Pittore che sa ottenere dal colore il massimo delle possibilità espressive: i c. veneziani del Cinquecento. b. estens. Scrittore o musicista che...
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