COMNENI
Famiglia bizantina che diede all'impero d'Oriente una delle più notevoli dinastie. Secondo la testimonianza di Psello (cfr. Sathas, Biblioth. graeca, t. IV, p. 407), i C. erano originarî di Comné, piccolo villaggio nelle vicinanze di Adrianopoli. Quando però il loro nome appare per la prima volta nelle storie bizantine, essi si trovano stabiliti presso Castamon (l'odierna Kastamonu) nell'Anatolia, dove hanno vasti possessi, e contano fra le più potenti famiglie dell'aristocrazia feudale bizantina.
Gli storici del tempo di Basilio II (976-1025) menzionano due C.: Niceforo, governatore del Vaspuragan in Armenia, e Manuele, dal quale provenne il ramo che salì al trono imperiale. Infatti uno dei suoi figli, Isacco, divenne così potente e autorevole che, scoppiata in Asia una rivolta militare contro Michele Stratioticos, fu dall'esercito proclamato imperatore; ma dopo due anni di regno (1057-1059) abdicò. La dignità imperiale passò allora a Costantino Duca; ma i C. rimasero in prima linea nella vita politica dell'impero, anche per il valore dei numerosi figlioli di Giovanni, fratello di Isacco, e per la tenace volona di Anna Dalassena, moglie di Giovanni. Per cui, nel 1081, Isacco e Alessio, figli di Anna, costrinsero Niceforo Botoniate ad abdicare e Alessio fu proclamato imperatore. Gravi erano allora le condizioni dell'impero; e la nuova dinastia non riuscì né a distruggere la forza dell'aristocrazia feudale, causa prima della disgregazione dello stato, né a impedire il crescere in Asia Minore della potenza turca, né a contenere entro i limiti d'una lotta esclusivamente contro l'islām le spedizioni dei Crociati. Bisogna tuttavia riconoscere che, per circa un secolo, tennero alta l'autorità monarchica e temuto in Asia e in Europa il nome romano. Cinque C. si succedettero, dal 1081 al 1185, sul trono: Alessio I (1081-1118), Giovanni (1118-1143), Manuele (1143-1180), Alessio II (1180-1183), Andronico (1183-1185). Tutti questi principi, come i loro congiunti, presentano caratteri comuni: bellezza e prestanza di corpo; forza fisica e coraggio; ambizione, abilità e scaltrezza diplomatica; intelligenza chiara; gusto per le lettere (Anna Comnena, figlia di Alessio I, è la donna più colta del mondo bizantino). Ma queste belle qualità a poco a poco furono annullate o vinte da gelosie e contrasti interni, da violenza di passioni; e ne venne la rovina della famiglia. Politicamente, la dinastia cominciò con un programma di restaurazione monarchica e d'intesa con l'Occidente; ma poi i più gravi attentati al prestigio imperiale furono portati appunto dagli stessi C. con le loro discordie dinastiche; e l'iniziale intesa con gli Occidentali si mutò in un odio feroce dei Greci contro i Latini, odio sfruttato per scopi politici specialmente da Manuele e Andronico, sotto i quali, con poca accortezza e preveggenza delle future conseguenze, furono provocate orrende stragi di Latini e specialmente d'Italiani. La dinastia finì tragicamente. Nel 1185 un'insurrezione militare abbatté Andronico, che già aveva fatto strangolare il nipote Alessio II, e con lui furono uccisi gli altri C. Dalla strage riuscirono a salvarsi solo due giovani figli, Alessio e David, nati da Manuele, figlio legittimo di Andronico. Riparati nella Georgia presso la zia paterna Thamar, nel 1204, profittando del disordine provocato dalla conquista latina di Costantinopoli, essi fondarono il piccolo regnò di Trebisonda, che sotto i loro discendenti, denominati Grandi Comneni, si mantenne fino al 1458.
Diamo a p. 980 un quadro genealogico dei Comneni bizantini. Per gli altri, v. trebisonda.
Bibl.: Per i singoli imperatori, v. sotto le loro voci e sotto bizantina, civiltà: p. 137. Di lavori d'insieme abbiamo solo quello di C. Ducange, Familiae Augustae Byz., in Historia byzantina, Parigi 1680, schematico, lacunoso e in parte anche inesatto. Notizie chiare e precise in Ch. Diehl, Byzance, grandeur et décadence, Parigi 1919, pp. 16-19, 161-163 e negli studî dallo stesso dedicati ad Anna Dalassena, Anna e Andronico C., nella seconda serie delle Figures byzantines, Parigi 1921. Sui C. di Trebisonda, v. J. Ph. Fallmerayer, Geschichte des Kaiserthum von Trapezunt, Monaco 1827; e W. Miller, Trebizont, the last Greek Empire, Londra 1926; v. anche F. Chalandon, Les Comnènes. I. Alexis Comnène, Parigi 1900.