Como
Città della Lombardia. A S-O dell’abitato è la necropoli di Ca’ Morta con sepolture dalla fine dell’Età del bronzo, di cui molto numerose quelle pertinenti alla cultura di Golasecca, che tra il 9° e il 5° sec. a.C. ebbe nel comense un suo centro propulsore. Conquistata nel 196 a.C. da Marco Claudio Marcello, C. divenne colonia con Cesare nel 59 a.C. (Novum Comum) e municipio durante l’impero. Devastata dagli unni nel 452 e nel corso della guerra gotica (535-553), fu restaurata da Narsete. Con i franchi divenne centro di contea e crebbe progressivamente d’importanza per l’interessamento dei suoi vescovi, la cui autorità nell’11° sec. fu sostituita dal Comune. In lotta con Milano per il possesso del contado, C. seguì le parti di Federico I durante la lotta contro i Comuni. Al tempo di Federico II ebbero inizio le lotte tra i Vitani, guelfi, e i Rusca, ghibellini; nel 1303 la parte guelfa s’impadronì saldamente del governo cittadino; dopo una parentesi di dominio visconteo (1335-1402) nel 1408 i Rusca ebbero la città in signoria. Nel 1451 C. entrò a far parte, definitivamente, dello Stato milanese, nel quale continuò a esercitare una funzione economica di primo piano, fondata sul commercio alimentato da una florida industria della lana (ricordata nel 14° sec., nel 1423 raggiungeva una produzione, di 12.000 pezze per i soli mercati del Mediterraneo orientale) e, dal 1510, sulla produzione della seta. Nel 1821 fu assediata e occupata dagli spagnoli del marchese di Pescara. Seguì poi le sorti del resto della Lombardia, anche nell’età rivoluzionaria e napoleonica; durante il regno italico fu centro del dipartimento del Lario. Durante la prima guerra d’indipendenza, C. fu per breve tempo sotto un governo provvisorio, fino alla sconfitta di Novara (1849); nel 1859 venne conquistata dalle truppe di Garibaldi agli austriaci e riunita poi al regno d’Italia.