comunicazione animale
Come gli animali si scambiano le informazioni
Colori, odori, suoni che si intrecciano in ogni ambiente sono in realtà le 'parole' usate da un numero immenso di organismi per scambiarsi dei messaggi. Sono come un variegato e continuo chiacchiericcio tra gli animali che si cercano, si riconoscono, si amano, si respingono
Una fittissima rete. L'aria, le acque dei mari, dei laghi, dei fiumi, la stessa terra su cui camminiamo, tutto è come impregnato da una fittissima rete di messaggi, anche se di solito non ce ne rendiamo conto.
Per capire cos'è un messaggio, prendiamo come esempio un'azione comune per tutti gli esseri umani: quella del parlare, una delle attività più frequenti che svolgiamo ogni giorno; ma parlando, senza rendercene conto, mettiamo in funzione un meccanismo estremamente complesso. Quando parliamo emettiamo suoni per mezzo della laringe.
Il suono non è che una vibrazione delle particelle dell'aria. L'orecchio contiene un sofisticato apparecchio di ricezione che trasforma la vibrazione sonora in impulso nervoso. L'impulso nervoso arriva al cervello e viene elaborato in sensazione cosciente, abbiamo cioè la percezione del suono captato.
Nella trasmissione di un segnale distinguiamo quindi una trasmittente che lo emette (la laringe che produce un suono), un mezzo attraverso il quale il segnale viaggia (l'aria), e una ricevente in grado di catturare il segnale stesso (l'orecchio). Questi tre elementi costituiscono una condizione necessaria ma non sufficiente per dare origine a un vero e proprio messaggio. Per diventare messaggio, un segnale deve assumere un significato sia per chi trasmette sia per chi riceve. Quando sentiamo il cane che abbaia o il topo che squittisce siamo in grado di percepire il suono, ma non sappiamo che cosa significhi.
Per capire il significato del segnale abbiamo bisogno di un codice. Grazie alle corde vocali gli uomini sono in grado di modulare i suoni che emettono e, nel tempo, è stato convenuto di dare a ciascun suono un determinato significato, dando origine al linguaggio. La creazione di un linguaggio è un argomento vastissimo che riguarda esclusivamente la specie umana e la più straordinaria tra le sue caratteristiche, la cultura.
Sistemi di comunicazione. La nostra stessa specie utilizza anche sistemi di comunicazione diversi dal linguaggio: si tratta di una serie di segnali che hanno particolari significati, quindi sono messaggi più o meno complessi. La mimica facciale, cioè l'espressione del volto, ci consente di trasmettere ai nostri simili messaggi che indicano il nostro stato d'animo. Anche il modo di vestirsi (abbigliamento) ci dà informazioni, per esempio, sul ruolo svolto nella società: la divisa da carabiniere, il camice bianco, il saio francescano, o il vestito da sposa sono segnali che indicano il mestiere o lo stato di una persona, quindi rappresentano un messaggio. Noi ne interpretiamo il significato e ci comportiamo di conseguenza. In ogni momento della giornata ci vengono trasmessi messaggi semplici e complessi: dai colori dei semafori ai segni dipinti sull'asfalto per regolare il traffico o i parcheggi, dal fischietto del capostazione alla campanella che scandisce le ore di lezione a scuola.
Tutte le creature del regno animale comunicano tra loro, svolgono cioè una vita di relazione, sia all'interno di una stessa specie che tra specie diverse, grazie a un complicato e continuo sistema di messaggi. Gli studiosi analizzano i segnali emessi da ogni animale, dal più piccolo protozoo alle grandi balene, e tentano di individuarne il significato, cioè il codice. Molte specie animali non hanno moltissime cose da dirsi: in genere i loro messaggi riguardano informazioni essenziali legate alla sopravvivenza e alla riproduzione.
Nelle specie che vivono in gruppi legati da rapporti sociali più o meno complessi, la comunicazione è un po' più complicata. Il meccanismo con cui le api, insetti sociali, comunicano tra loro è stato decifrato dallo zoologo tedesco Karl von Frisch, che per questa scoperta ha vinto il premio Nobel nel 1973.
Un importante scambio di messaggi avviene nel periodo degli amori. I maschi e le femmine di ogni singola specie, raggiunta la maturità sessuale, devono cercarsi, riconoscersi come appartenenti alla stessa specie, essere sicuri di aver raggiunto entrambi la maturità sessuale, corteggiarsi e accoppiarsi. Ognuna di queste azioni è possibile grazie a segnali in codice.
I segnali chimici sono tra i più diffusi negli ambienti acquatici. Se potessimo immergere in mare uno strumento in grado di ricevere e tradurre tutti i segnali che vengono emessi ci sarebbe da impazzire. Ogni singola medusa, ogni singolo copepode, ogni singolo protozoo, ogni singolo pesciolino produrrà, nel momento in cui inizia il periodo degli amori, una certa sostanza chimica, dalla composizione molecolare assolutamente esclusiva. Questa sostanza chimica, rilasciata nell'acqua, arriverà probabilmente a tutti gli organismi che vivono nelle vicinanze dell'individuo che l'ha emessa: anche un qualsiasi bagnante ne verrà interessato. Ma solo quando arriverà a un individuo della stessa specie, di sesso diverso e maturo sessualmente, diventerà messaggio. Solo questo individuo, infatti, sarà fornito di uno specifico apparato ricevente in grado di captare le molecole della sostanza chimica e avrà anche il codice per tradurre il significato dello stimolo, per capire il messaggio e comportarsi di conseguenza. Andrà verso la fonte del segnale fino a incontrare il partner e iniziare i rituali di corteggiamento, per poi accoppiarsi. Per gli animali che vivono nel mare e nell'immensità degli oceani, trovarsi non è poi così semplice: è necessario cercarsi, chiamarsi, riconoscersi. In un bicchiere d'acqua di mare ci sono, sotto forma di un linguaggio chimico a noi per lo più sconosciuto, più annunci matrimoniali che in un giornale.
La stessa cosa succede nelle acque dolci dei fiumi e dei laghi, o nei boschi e nei campi, o addirittura nel terreno, dove vive una ricchissima fauna la quale ha gli stessi problemi di comunicazione e li risolve in modo simile.
Ma non esistono solo segnali, e quindi messaggi, di tipo chimico. Gli uccelli e le balene cantano, quindi producono segnali sonori che si diffondono nell'aria e nell'acqua. Le lucciole, e moltissimi organismi che vivono negli abissi, emettono segnali luminosi. I tarli battono, di notte, nelle gallerie del legno che hanno scavato dando origine alle leggende degli 'orologi della morte'. Pesci, anfibi, uccelli assumono di volta in volta colorazioni particolari; i maschi dei ragni segnalano, col rischio di essere mangiati, la loro presenza alla femmina facendo vibrare un filo della tela. Potremmo elencare infiniti modi con cui gli animali comunicano tra loro. Insomma, come dicevamo all'inizio, ogni ambiente è impregnato da una fittissima rete di messaggi di ogni tipo.
Il maschio di libellula Calopterix compie elaborate manovre in volo per mostrare una macchia sull'estremità dell'addome: non solo cerca di farsi notare da una femmina della sua specie, che lo riconosce proprio dal tipo di acrobazie, ma vuole mostrarle anche di essere un maschio con delle buone qualità. Le dice, cioè, di essere in grado di conquistarsi un territorio e di saperlo difendere da altri maschi della stessa specie, un territorio dove la femmina potrà deporre le uova con tranquillità.
Molte specie animali hanno un comportamento territoriale, delimitano cioè un'area sufficientemente grande per soddisfare le loro esigenze alimentari e quelle della futura famiglia. I maschi delle specie territoriali fanno di tutto, attraverso una serie di segnali rituali, per conquistare un'area sufficientemente ricca di prede, fino ad arrivare a frequenti contese (aggressività): chi esce sconfitto avrà ben poche possibilità di accoppiarsi e avere figli. Esiste quindi una serie complicata di segnali che vengono inviati e ricevuti solo tra maschi e che significano: fuori di qui, questo è il mio territorio.
Nel pettirosso, un particolare modo di cantare e di mostrare la macchia rossa del petto ha questo significato territoriale; una simile macchia rossa serve al pesce spinarello a scacciare gli altri maschi dall'area del nido; una serie di atteggiamenti e di grida consente agli uccelli di scogliera di mantenere le debite distanze fra i nidi; molti mammiferi segnano i confini del territorio con sostanze chimiche contenute nell'urina, anche nel caso di specie che vivono in gruppo, come i lupi.
Anche gli erbivori hanno spesso un territorio. Un grosso ippopotamo che esce di notte dall'acqua per mangiare lascia segni con le sue feci e sono guai per un ippopotamo che ignori il messaggio. Nelle gazzelle un'apposita ghiandola posta sotto l'occhio viene strofinata sui rami per segnare con l'odore il territorio del branco. Insomma bramiti, ululati, cinguettii e infiniti altri segnali possono significare che stiamo entrando in un territorio 'privato' e chi di dovere, in genere i maschi delle varie specie, viene informato e invitato a girare alla larga.
Altri segnali entrano in funzione durante la cova. Sentendo la presenza della madre sul bordo del nido i nidiacei di molti uccelli spalancano il becco mettendo in evidenza macchie vistose, caratteristiche per ogni specie: è un modo per reclamare cibo e scatenare le cure parentali da parte della femmina; la stessa funzione viene svolta dal guaito dei cuccioli di vari mammiferi.
Se un pesciolino di un branco viene aggredito, la sua pelle emette immediatamente una sostanza chimica che è un segnale di paura e tutti i pesci schizzano via in ogni direzione. Le anatre hanno particolari macchie colorate (dette specchi delle anatre), che vengono messe in evidenza quando uno di questi uccelli si invola spaventato: è segnale che induce tutte le anatre di quella specie che si trovano nelle vicinanze a scappar via. Lo stesso significato ha il batticoda di alcuni cervi: la macchia sul posteriore è coperta dalla coda se l'animale bruca tranquillamente. Ma quando uno di questi erbivori percepisce la presenza di un pericolo e fugge spaventato, la coda batte sulla macchia e funziona come uno specchio baluginante che invita tutto il branco alla fuga. E così anche gli squittii delle marmotte o l'abbaiare di quei piccoli roditori americani che vengono chiamati cani delle praterie sono segnali di paura e di avvertimento, emessi da una sentinella, che mettono in allarme l'intera popolazione.
Colori, suoni, sostanze chimiche vengono infatti utilizzati nel mimetismo da molte potenziali prede per sfuggire ai predatori.
Crostacei, anemoni di mare, molluschi e molti altri organismi vivono in mare lungo le scogliere, ma le loro larve viaggiano sul capriccio delle correnti in mare aperto. Quando le larve sopravvissute maturano, e per loro arriva il momento di avvicinarsi alla costa, hanno bisogno che qualcuno indichi loro la strada per raggiungere i fondali più adatti alla specie alla quale appartengono. Li guidano i richiami chimici che vengono emessi dagli individui adulti, i 'vecchi' delle generazioni precedenti, che già vivono insediati sui fondali ottimali. Se questi segnali chimici fossero trasformati in voci sentiremmo un coro continuo di "venite qui, venite qui" cantato nelle lingue delle specie più diverse.
Lo stesso 'dicono' i fiori per richiamare gli insetti. Un gran numero di piante riesce infatti a riprodursi solo grazie alle frequenti visite degli insetti pronubi: quegli insetti, cioè, che visitando più fiori della stessa specie portano dall'uno all'altro il polline di cui, inavvertitamente, si imbrattano. I fiori, con la loro forma e i loro colori e odori, comunicano agli insetti di avere all'interno del nettare da offrire. Gli insetti sono attratti dalla colorata e odorosa promessa di cibo e, senza volerlo, andando di fiore in fiore, provvedono all'impollinazione. L'aria in un prato fiorito è impregnata di questi segnali chimici e visivi, come quella di uno stadio lo è delle grida dei tifosi.
Gli animali che vivono in gruppo, almeno in un periodo della loro vita, comunicano tra loro con una varietà di messaggi tanto maggiore quanto più è complessa l'organizzazione sociale. In alcune specie i piccoli si mettono d'accordo per scegliere il momento più opportuno per uscire dal nido. Così fanno le tartarughe marine: se uscissero una alla volta, le prime tartarughine segnalerebbero ai predatori la posizione del nido e le successive troverebbero ad attenderle volpi o gabbiani, pazienti ma sicuri di fare una buona cena. Per evitare questo rischio stabiliscono, attraverso una serie di movimenti, un unico momento per sciamare rapidamente verso il mare, limitando il rischio di perdite in un momento così delicato.
Quelle grosse api bluastre che ronzano intorno alle vecchie travi delle case di campagna, chiamate api legnaiole, depongono le uova in lunghi cunicoli che esse stesse scavano nel legno. Le uova sono accuratamente racchiuse ognuna in una capsula piena di miele, separata dalla precedente e dalla successiva da una sottile parete in pasta di legno. Il primo uovo deposto compirà il suo sviluppo prima degli altri e l'ape neonata si troverà in fondo al cunicolo: per uscire dovrebbe distruggere tutte le capsule costruite dopo la sua che contengono le sue sorelle ancora non completamente sviluppate. Si informa allora, sempre mediante segnali acustici concordati, sullo stato di sviluppo delle sue sorelle e aspetta pazientemente che tutta la nidiata sia pronta per uscire e, rispettando il turno, verrà alla luce per ultima.
Quando invece i rapporti sociali diventano più complessi le informazioni che i membri del gruppo si scambiano sono più elaborate. Stabilire chi sarà l'individuo dominante e i diversi gradi di gerarchia che spettano agli altri membri prevede una serie di segnali continuamente ripetuti. Nei casi più semplici, come tra i paguri, il paguro dominante si limiterà a imporsi portando via le attinie dalla conchiglia del compagno gerarchicamente inferiore. Nei comportamenti più complessi si passa alla serie di ringhi e atteggiamenti dei lupi, alle grida e alle posture aggressive delle scimmie, come i babbuini. Nei formicai, nelle arnie delle api e nei nidi delle vespe c'è un continuo scambio di messaggi, per lo più di tipo chimico: le sostanze che vengono emesse perché la complessa organizzazione sociale funzioni come un orologio sono chiamate feromoni. In generale, gli atteggiamenti assunti dai vari membri di un gruppo nelle differenti situazioni hanno un significato convenzionale e costituiscono veri e propri messaggi.