CONCA D'ORO (A. T., 27-28-29)
D'ORO Con questo nome si usa comunemente indicare la regione pianeggiante che si distende in forma irregolare intorno a Palermo, per un raggio variabile dai 3 agli 8 km. Il nome, contrariamente a coloro che lo vorrebbero introdotto già dagli Arabi, non risalirebbe oltre il sec. XVI, in cui lo troviamo usato per la prima volta dagli scrittori per indicare la bella e ricca città di Palermo e il suo dovizioso territorio. Questo però, già nel sec. IV a. C., veniva designato col nome di "giardino (di Sicilia)" e ci appare tutto pieno di alberi fino alle porte della città. Il nome non avrebbe quindi alcun rapporto con gli agrumi che oggi per gran parte ricoprono questa regione. La Conca d'Oro, più che un vero piano, è un lieve declivio, che dall'altitudine di 100 m. ai piedi dei monti che la limitano (M. Pellegrino, M. Gallo, M. Castellaccio, M. Cuccio) scende dolcemente al mare. La sua area si valuta a 100 kmq. circa ed è tutta una fiorentissima campagna irrigata con procedimenti e opere risalenti all'età musulmana, che rendono straordinariamente fruttifera la coltivazione degli agrumi, specie limoni, e degli ortaggi. Amministrativamente la Conca d'Oro è ripartita in varî comuni: Palermo, Villabate, Ficarazzi, Bagheria, Altofonte (già Parco), Monreale. Ma la sua maggiore estensione appartiene al comune di Palermo, che vi conta numerose e popolose borgate: Partanna, Pallavicino, S. Lorenzo, Resuttana, Altarello di Baida, Villagrazia, ecc.
Bibl.: P. Revelli, La Conca d'oro. Contributo al Glossario dei nomi territoriali italiani, in Boll. R. Soc. geogr. ital., Roma 1909, pp. 1132-1144; G. M. Columba (ed altri), Palermo e la Conca d'oro, Palermo 1911.