Storico italiano della letteratura latina (Catania 1878 - Roma 1957); prof. dal 1915, insegnò nelle università di Messina, Pisa e Padova di cui fu anche rettore (1943); socio nazionale dei Lincei (1946). Tra le sue opere, oltre le edizioni critiche di Apuleio (De Magia), Ovidio (Ars Amatoria), Arnobio (Adversus nationes), particolarmente importanti le monografie su Marziale (1914), Seneca (1920), Giovenale (1921), Fedro (1923), Tacito (1924), Petronio (1940) e la Storia della letteratura latina (2 voll., 1925-27). Critico letterario di grande gusto e intelligenza, portò nello studio della letteratura latina una profonda sensibilità morale, fuori da ogni schema accademico, e una sicura conoscenza del mondo antico. La sua vena morale trovò espressione anche in saggi di varia letteratura (Voci di antichi, 1946; Il libro di Tersite, 1950; Divagazioni, 1951; Il cane di terracotta, 1954; ecc.). Politico militante, fu socialista (dal 1893), poi comunista (dal 1921). Rettore dell'univ. di Padova dopo il 25 luglio 1943, si dimise dopo l'8 settembre, con un appello agli studenti nel quale li esortava alla lotta per la liberazione. Consultore nazionale per il PCI, fu poi deputato alla Costituente (1946) e al parlamento (1948 e 1953). Una puntuale e dettagliata ricostruzione del percorso umano e politico dello studioso è stata pubblicata nel 2019 da L. Canfora sotto il titolo Il sovversivo: Concetto Marchesi e il comunismo italiano.