concetto
concètto [Der. del part. pass. conceptus del lat. concipere, comp. di cum "insieme" e capere "prendere", complessivamente "accogliere in sé", e quindi "pensiero, in quanto concepito dalla mente"] [FAF] C. classificatore: c. che consente una classificazione (per es., è classificatore il c. di opacità in rapporto alla classificazione in trasparente e non trasparente): v. teoria: VI 133 f. ◆ [FAF] C. comparativo: c. che consente di graduare il possesso di una qualità o di una proprietà in esame (per es., è comparativo il c. di durezza di un materiale se espressa mediante un'appropriata scala): v. teoria: VI 133 f. ◆ [FAF] C. metrico: si ha quando l'ordine seriale tipico del c. comparativo risulti metrizzabile: è il caso di una grandezza fisica quale la temperatura assoluta, il modulo di una velocità, ecc.: v. teoria: VI 133 f. ◆ [FAF] C. osservativo e c. teorico: la distinzione tra questi due tipi di c., ancorché storicamente ed epistemologicamente auspicata, si è rivelata di fatto impossibile alla luce della considerazione che non esiste ipotetico c. osservativo che non sia intriso di elementi teorici: v. teoria: VI 134 d. ◆ [ALG] [ANM] C. primitivo: nella matematica, e in genere nei sistemi ipotetico-deduttivi in cui un ente, operazione, ecc. si definisce facendo ricorso ad altri c. in precedenza definiti, qualifica dei c. dei quali, percorrendo a ritroso la catena delle definizioni (dal complesso al semplice), non è possibile dare una esplicita definizione (per es., nella geometria ordinaria sono c. primitivi il punto, la retta, il piano). ◆ [FAF] C. T-teorico: v. teoria: VI 134 f.