Veidt, Conrad (propr. Hans Walter Conrad, detto Conny)
Attore, produttore e regista tedesco, naturalizzato britannico, nato a Berlino il 22 gennaio 1893 e morto a Los Angeles il 3 aprile 1943. Grande protagonista del cinema muto tedesco dalla superba mimica facciale e corporea, impersonò sullo schermo figure demoniache e nervose. Celebre il suo sonnambulo Cesare in Das Cabinet des Dr. Caligari (1920; Dott. Calligari, o Il gabinetto del dottor Caligari) di Robert Wiene: grazie a questo film V. venne identificato con la recitazione cinematografica di stampo espressionista. Nel 1913 fu scritturato dal Deutsches Theater di Berlino diretto da Max Reinhardt, dove completò la sua formazione di attore. Attivo nel cinema dal 1916, V. fu uno dei primi a mettere a punto una recitazione finalizzata allo schermo e presto optò per il solo cinema, collaborando, tra l'altro, agli Aufklärungsfilme, i film degli anni Venti di educazione sessuale di Richard Oswald. Con il suo aspetto esotico, fascinoso e ambiguo, fu uno dei protagonisti del cinema di Weimar, con una breve parentesi, che lo vide impegnato a dirigere Wahnsinn (1919) e Die Nacht auf Goldenhall (1920).
V. si distinse per personaggi luciferini o doppi: il Diavolo in Satanas (1920; Lucifero) di Friedrich Wilhelm Murnau; Scapinelli e il suo riflesso in Der Student von Prag (1926; Lo studente di Praga) di Henrik Galeen; i gemelli in Die Brüder Schellenberg (1926; Il supplizio di Tantalo) di Karl Grune e Nazi Agent (1942) di Jules Dassin. Interpretò ambigue parti di seduttore, come in Der Reigen. Ein Werdegang (1919) di Oswald, dalla commedia di A. Schnitzler, o Nju (1924; Nju ‒ Il fiore selvaggio) di Paul Czinner. Attore di raffinata tecnica, approntò una recitazione peculiare, frammentata e di grande impatto visivo, facendo leva su una fisionomia particolare, gli occhi e un corpo in continua tensione. Seppe mutare spesso il volto in maschera, come in The man who laughs (1928; L'uomo che ride) di Paul Leni, il cui protagonista è sfigurato da una cicatrice che ne rende fissa l'espressione. La capacità di esprimere a livello fisico l'intensità e l'ambiguità dei suoi ruoli, tanto da far quasi vivere di vita propria le varie parti del corpo, è particolarmente evidente in Orlacs Hände (1925) di Wiene; mentre proprio il controllo e la tensione corporea gli consentirono di ben integrarsi nelle complesse strutture visive delle inquadrature, per es. nelle scenografie di Das Cabinet des Dr. Caligari, o negli scenari fantastici di Leni per Das Wachsfigurenkabinett (1924; Tre amori fantastici).
La sua versatilità gli permise di inserirsi in più contesti produttivi: in Gran Bretagna, dove emigrò all'inizio degli anni Trenta, interpretando tra l'altro la parte del visir in The thief of Bagdad (1940; Il ladro di Bagdad) di Ludwig Berger, Michael Powell, Tim Whelan e dei non accreditati Alexander e Zoltan Korda, e a Hollywood, dove lavorò alla fine degli anni Venti e negli anni Quaranta, progressivamente relegato a ruoli da caratterista. Resta famosa la suacaratterizzazione del maggiore Strasser in Casablanca (1942) di Michael Curtiz.
H. Holba, D. Robinson, Conrad Veidt. From Caligari to Hollywood, in "Focus on film", 1975, 21, pp. 27-46; R. Blume, W. Fritsch, Conrad Veidt. Die Nachtgestalt, in Grenzgänger zwischen Theater und Film, hrsg. K. Hickethier, Berlin 1986, pp. 111-26; J.C. Allen, Conrad Veidt. From Caligari to Casablanca, Pacific Grove (CA) 1997.