Deterioramento prodotto negli alimenti da interventi che possono essere dolosi (sofisticazioni e frodi), colposi (disattenzione, imperizia nella manipolazione, conservazione ecc.) o causati involontariamente. Alcune c. chimiche sono conseguenza della mancanza dei necessari criteri tecnici prudenziali nella scelta o nelle modalità di impiego dei pesticidi, con la conseguenza che gli alimenti ne contengono a volte residui in quantità superiore ai limiti consentiti. Inoltre, durante l’elaborazione delle derrate e delle bevande possono essere introdotti additivi involontari per errori nella preparazione degli alimenti (scambio di materie prime, uso di recipienti occasionalmente contaminati ecc.) o degli imballaggi (metalli pesanti da scatolame, coloranti da carte d’imballaggio ecc.). Gli alimenti possono subire anche c. microbiologiche (da microrganismi o da parassiti) dovute a cattiva conservazione, incuria, uso di materie prime scadenti, adozione di tecnologie insufficienti.
Fusione di elementi di diversa provenienza nella composizione di un’opera letteraria. In particolare si parla di contaminatio per indicare la pratica degli antichi commediografi latini di inserire nella rielaborazione latina di una commedia originale greca qualche parte tolta da un’altra commedia greca.
Nella critica testuale, assunzione da parte di uno o più codici di lezioni caratteristiche di un ramo della tradizione diverso da quello a cui il codice o i codici in questione appartengono. I codici contaminati sono quelli che presentano tale mescolanza.
Per la c. in linguistica ➔ incrocio.