• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

CORANO

di A.M. Piemontese - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1994)
  • Condividi

CORANO

A.M. Piemontese

Libro sacro musulmano (arabo Qur'ān 'salmodia, lettura cantilenata'; siriaco Qeryânâ) recante il testamento divino di Allāh in lingua araba, rivelato al profeta Maometto (ca. 610-631) tramite l'arcangelo Gabriele, a cominciare da un brano - secondo alcune autorevoli tradizioni scritto o ricamato su una pezza di broccato - introdotto dall'imperativo iqra' (Corano XCVI, 1) 'salmòdia, lèggi, grida'.Il testo, la cui struttura canonica si fa risalire alla vulgata edita sotto il terzo califfo ῾Uthmān (31 a.E./651), si fissò con un complesso e non ben documentato processo di scritturazione e codificazione. La sanzionatura delle sette modalità ortodosse di recitazione o lettura rituale stabilita da Ibn Mujāhid (324 a.E./936) si colloca in un periodo che la paleografia fa ritenere come conclusione dell'età arcaica o altomedievale. Per essa non si dispone che di frammenti pergamenacei o fogli sparsi, mentre esemplari di C. frammentari, pergamenacei o cartacei, quando non smembrati di recente per ragioni antiquarie, prevalgono nella documentazione esistente, relativa fino al 14° secolo. Il libro, che ha forma di codice, di assetto oblungo o verticale, per esigenze sembra di ordine rituale, era allestito per lo più in trenta tomi (ajzā', pl. di juz' 'parte, sezione', anche di lettura nell'arco di un mese come quello di Ramaḍān). Esso rappresenta il massimo campo d'esercizio della calligrafia e la pietra di paragone dell'arte libraria; inoltre s'interseca con l'epigrafia praticata in architettura e ogni altro manufatto artistico, sia per i brani coranici che di frequente vi sono citati sia per il corrispettivo rimbalzo di stili calligrafici e motivi ornamentali.A diversità dei monumenti, manufatti e libri profani di ambito islamico e al pari della moschea, il C. non ammette figurazione oggettiva. L'arte libraria coranica, quindi aniconica, si sostanzia delle virtù della calligrafia, il cui modulo determina la configurazione del foglio e l'assetto, così come il formato del codice, a partire anche da un minimo di tre linee di testo per facciata, e si staglia, sviluppata soprattutto dal sec. 10° in poi, con l'ornamentazione miniata di carattere astratto, a motivi geometrici e vegetali. Essa può dispiegarsi in zone extratestuali con pannelli rettangolari - anepigrafi o provvisti di cartigli inscritti, sovente coordinati a coppia speculare tra un foglio e quello a fronte -, impropriamente chiamati dagli esperti frontespizi, che funzionano da antiporta, inoltre postporta, e sembrano da correlare a occhielli o pagine dedicatorie di codici siriaci e bizantini. L'ornamentazione miniata compare anche in luoghi liminari, interrigali e marginali quale riscontro dell'articolazione canonica e rituale del testo, comunque animato dalla scrittura, nera o, nei codici preziosi, oro.Il testo si articola in centoquattordici capitoli, ciascuno detto sūra (da sūr 'cima, cinta, fila di muro') e introdotto dalla basmala, giaculatoria inaugurale musulmana per eccellenza, ed è contraddistinto da un titolo allusivo per ogni sūra, cui, con il totale del numero dei versetti che la compongono, si accompagna il qualificativo di meccano o medinese, a seconda se l'insieme di rivelazioni si sia avuto primitivamente alla Mecca o successivamente a Medina. Dal sec. 9°-10° il titolo si trova inscritto a testata, con un cartiglio rettangolare oblungo sul cui margine esterno aderisce la shujayra ('alberello'), fregio oro a palmetta, quando non anello di chiave, che pare richiamarsi all'orlatura foliata del clavus tardoantico, come secondo alcuni la testata alla tabula ansata romana.Il cap. I (Fatīḥa 'aprente, espugnante'), breve preghiera propiziatoria in sette versetti, tende a un abbinamento ornamentale simmetrico con il principio del cap. II (Baqara 'la vacca'), creandosi sui due fogli a fronte un assetto da frontespizio. Questo, stando l'alternanza dei singoli tomi, può ricrearsi in apertura di juz', così come l'antiporta e la postporta. Tranne il primo, i capitoli sono disposti in ordine decrescente di lunghezza e numero di versetti, grosso modo scalandosi da ampi testi normativi e narrativi verso brevi frasi oracolari e sibilline, dove si ha quindi una frequenza crescente di testate. L'unità testuale è costituita dal singolo versetto (āya, pl. āyāt, 'segno igneo o di luce, miracolo') il cui termine di sequenza è scandito da una shamsa ('piccolo sole'), bolla o rondella dorata, poi rosetta miniata. Come questi dischetti oro sul filo delle righe, o più di frequente in margine, s'inseriscono rondelle e palmette miniate, spesso recanti lettere in valore di cifra numerica secondo il sistema alfabetico abjad, a segnale di ripartizione rituale dei versetti per gruppi di cinque (khamsa), sette e dieci. Un pannello ornato può svilupparsi nel luogo del colofone. La gamma dei pigmenti, scarna nell'età arcaica, si fonda sul ruolo strutturante dell'oro e del blu alla maniera tardoantica e bizantina, con punte accessorie di seppia, verde, giallo, rosso a contrasto armonico, quindi, fra i secc. 10°-11° e 14°, di bianco, cremisi e tinte vivide.Le varietà diacroniche e regionali sono da riferirsi a diverse modulazioni di tali elementi strutturali e formali. Per divaricazione di apparato paleografico, tipi di scritture e modi artistici, esse si ripartiscono e distinguono in due emisferi del mondo islamico: Occidente o Maghreb (Tunisia, Marocco) con la Spagna musulmana e Oriente, ossia Egitto, Siria, Iraq, Persia, con le rispettive capitali storiche o dinastiche quali principali centri di produzione. L'Arabia (Medina, La Mecca, Yemen) e la Mesopotamia araba (Bassora, Kufa) svolsero una parte scrittoria discussa e in via di definizione verso le origini dell'età arcaica (sec. 8°-9° ca.), mentre fino alla seconda metà del sec. 10° dominò nella documentazione una varia tipologia pittorica densa e distesa, cangiante fino a tratteggi zoomorfi e ornitomorfi, costituita dalla scrittura ieratica che si usa chiamare cufica, regina del codice pergamenaceo. Questo, con il formato oblungo o assetto ad album vergato dalla cufica, quindi con il sec. 12°-13° dalla corsiva naskh, fu continuato per tutta l'epoca medievale nell'area magrebina, conservativa. Nella sobria ornamentazione arcaizzante predominano il pigmento oro e il motivo geometrico, l'intreccio arabescato sul pannello da pluteo dell'antiporta, la fascia della cufica oro che reca, per tutta testata dove a margine spicca la palmetta, il titolo della sūra su una linea di comune modulo e smagliante contrasto alle altre d'inchiostro bruno. Nell'età matura, specialmente con la più minuta naskh, la bruna scrittura magrebina si snoda fra l'allegro cromatismo verde, giallo, rosso, blu dei segni dell'ortografia, per la configurazione di una pittoricità ineguagliata della pagina di testo.L'area orientale, innovativa almeno dalla seconda metà del sec. 10°, adottò il codice cartaceo di formato verticale, con cui elaborò altri schemi ornamentali ed esaltò il valore artistico di nuove scritture relegando vari tipi di cufica in funzione epigrafica entro cartigli e pannelli, dove s'inserirono anche scritture rubricali come la thulth e la riqā῾. L'unico codice sopravvissuto del grande calligrafo e miniatore Ibn al-Bawwāb, eseguito a Baghdad nel 391 a.E./1001 (Dublino, Chester Beatty Lib., 1431), documenta l'equilibrio chiaro della naskh e l'elaborazione degli schemi ornamentali accessori. Quando non oro, la scrittura nera compatta, e sovente contrassegnata di blu nei segni dell'ortografia vocalica, si espanse sul foglio a disegno dell'ornamento capitale del codice, massimamente con l'imperiosa muḥaqqaq, impostasi dal 12° secolo. Ciò comportò un riequilibrio geometrico della pagina fino all'introduzione di una cornice, oltre la norma di una testata a misura, la cui palmetta può essere replicata a margine del quadrato o rettangolo dell'antiporta; questa, con riflessi sul frontespizio, fu arricchita di elementi floreali e cartigli epigrafati di cufica bianca, oltre incastri di figure stellari e sezioni poligonali. L'auge di tali sviluppi si ebbe sotto i Mamelucchi di Egitto e Siria e i Mongoli ilkhanidi di Iraq e Persia (sec. 13°-14°), alle cui officine librarie contigue si devono numerosi codici monumentali, di massimo formato e lusso, come quello eseguito al Cairo nel 704-705 a.E./1304-1306 per Baybars II al-Jāshnagīr (Londra, BL, Add. Ms 22406-13) e il coevo, eseguito dal grande calligrafo Aḥmad ibn al-Suhrawardī e dal grande miniatore Muḥammad ibn Aybak a Baghdad per il sultano ilkhanide Üljaytü (703-717 a.E./1304-1317) e il suo mausoleo di Sulṭāniyya (Persia).La paleografia e la considerazione artistica del C. sono cominciate solo negli ultimi decenni; terminologia, analisi e classificazioni attendono di essere precisate.

Bibl.: A. Jeffery, Materials for the History of the Text of the Koran, Leyden 1937; N. Abbott, The Rise of the North Arabic Script and its Ḳur'ānic Development (University of Chicago Oriental Institute Publications, 50), Chicago 1939; D.S. Rice, The Unique Ibn al-Bawwāb Manuscript in the Chester Beatty Library, Dublin 1955; R. Ettinghausen, Arab Painting (Treasures of Asia, 4), Genève 1962; M. Lings, The Quranic Art of Calligraphy and Illumination, [London] 1976; M. Lings, Y.H. Safadi, The Qur'ān, cat., London 1976; F. Déroche, Les écritures coraniques anciennes: bilan et perspectives, REI 48, 1980, pp. 207-224; D. James, Qur'āns and Bindings from the Chester Beatty Library, London 1980; F. Déroche, Les manuscrits du Coran, 2 voll., Paris 1983-1985; Splendeur et majesté: les plus beaux Corans de la Bibliothèque Nationale, cat., Paris 1987; D. James, Qur'āns of the Mamlūks, London 1988; Les manuscrits du Moyen-Orient. Essais de codicologie et de paléographie, "Actes du Colloque, Istanbul 1986", a cura di F. Déroche, Istanbul-Paris 1989; J.M. Bloom, The Blue Koran: an Early Fatimid Kufic Manuscript from the Maghrib, ivi, pp. 95-99; F. Déroche, A propos d'une série de manuscrits coraniques anciens, ivi, pp. 101-111; B. Saint-Laurent, The Identification of a Magnificent Koran Manuscript, ivi, pp. 115-123.A.M. Piemontese

Vedi anche
Maométto Maométto (arabo Muḥammad "il Lodato"). - Fondatore della religione islamica (La Mecca 570 circa - Medina 632). È considerato dai musulmani il sigillo dei profeti, cioè colui che ha concluso il ciclo della rivelazione iniziata da Adamo. Maometto, figura chiave dell'Islam, è il messaggero di Dio (rasūl ... islam La grande religione monoteistica fondata in Arabia nel 7° sec. da Maometto e, collettivamente, il sistema sociale, culturale e politico che ne assume i principi. 1. Il sistema religioso L’islam è l’ultima delle grandi religioni monoteistiche rivelate, dopo l’ebraismo e il cristianesimo. Suo fondamento ... ῾Othmān ῾Othmān. - Terzo califfo dell'Islam. Eletto alla morte di ῾Omar, ne continuò la politica, pur non avendo le doti del suo predecessore. Nonostante avesse promulgato una versione ufficiale del Corano, ῾Othman si inimicò larghi strati della comunità musulmana, per aver condotto una politica che favoriva ... Arabi (arabo ‛Arab) In senso stretto gli abitanti musulmani dell’Arabia, comunemente tutti gli individui di lingua araba, cioè gli abitanti dell’Arabia, della Siria, del Libano, della Giordania e dell’Iraq. Arabi sono detti anche gli abitanti dell’Africa settentrionale e di buona parte del Sudan settentrionale, ...
Tag
  • ARCANGELO GABRIELE
  • SCRITTURA IERATICA
  • SPAGNA MUSULMANA
  • LINGUA ARABA
  • MESOPOTAMIA
Altri risultati per CORANO
  • Corano
    Enciclopedia on line
    Libro sacro dell’islam, costituito dall’insieme delle rivelazioni ricevute da Maometto, in lingua araba, per bandire la sua nuova religione e dare assetto alla società dei fedeli. Inizialmente affidate alla memoria dei primi seguaci, le rivelazioni vennero fissate su carta dopo la morte di Maometto, ...
  • Corano
    Enciclopedia dei ragazzi (2005)
    Cristiana Baldazzi Il libro sacro dei musulmani Il Corano, secondo i musulmani, contiene la parola di Dio (Allah), che l'arcangelo Gabriele ha dettato al profeta arabo Maometto (Muhammad). La parola Corano deriva dall'arabo al-Qur'an, che significa letteralmente "la recitazione" o "la lettura". Diviso ...
  • CORANO
    Enciclopedia Italiana (1931)
    È l'insieme delle rivelazioni che Maometto affermò esser a lui discese da Dio nella lingua araba (per il modo della discesa, e per il giudizio sulla sincerità di Maometto, v. islamismo; maometto) per predicare la nuova religione e dare il nuovo assetto alla società dei fedeli; il Corano si chiama anche ...
Vocabolario
corano
corano (o Corano) s. m. [dall’arabo qur’ān «lettura, recitazione liturgica», e quindi anche il testo recitato]. – Libro sacro dell’islamismo, costituito dall’insieme delle rivelazioni che Maometto affermò essere a lui venute da Dio; scritto...
corata
corata s. f. [lat. volg. coratum, pl. corata, der. di cor «cuore»]. – 1. Nell’uso ant. e letter., denominazione complessiva del cuore, polmoni, fegato, milza nell’uomo e negli animali: Tra le gambe pendevan le minugia, La corata pareva...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali