MIGRATORIE, CORRENTI (XXIII, p. 249)
Migrazioni internazionali (p. 250). - I problemi relativi alle migrazioni internazionali non sono in complesso mutati negli ultimi anni. Va tenuta presente però la natura essenzialmente dinamica del fenomeno e la sua stretta connessione con la situazione economica, per evitare di trarre troppo categoriche previsioni circa il suo futuro andamento. Non appena infatti la congiuntura economica sembrò avviarsi a un progressivo miglioramento, specie nei paesi d'oltremare, varie restrizioni all'immigrazione furono attenuate (soprattutto nell'America Meridionale) da una applicazione più liberale delle norme stabilite in materia e in qualche caso addirittura abrogate da nuove disposizioni. Non si può tuttavia da ciò dedurre, specie al momento in cui la congiuntura sembra di nuovo aggravarsi (principio 1938), la tendenza a una generale ripresa dei movimenti migratorî o a una generale riforma delle regolamentazioni vigenti.
Particolare rilievo va dato agli accordi a due in materia di colonizzazione e importazione di mano d'opera specializzata, specie agricola, conclusi recentissimamente da paesi sudamericani con paesi europei sul modello di quello stipulato dall'Argentina con la Svizzera il 7 luglio 1937.
A proposito dell'attività svolta dall'Organizzazione internazionale del lavoro, va ricordata la questione circa "il reclutamento, il collocamento e le condizioni di lavoro (eguaglianza di trattamento) dei lavoratori migranti" trattata dalla Conferenza internazionale del lavoro del 1938 in vista dell'adozione di una regolamentazione internazionale in materia. Il problema della colonizzazione, intimamente legato a quello delle migrazioni, è stato d'altra parte abbordato per la prima volta nel suo aspetto internazionale nel marzo 1938 da una conferenza tecnica di esperti governativi che si è tenuta a Ginevra per stabilire un programma di cooperazione internazionale tecnica e finanziaria in questo campo.
L'emigrazione italiana. - Come risulta dalle seguenti tabelle (continuazione di quelle pubblicate a p. 254 del volume XXIII) l'emigrazione italiana è andata nel suo complesso sempre più restringendosi; e la prevalenza dell'emigrazione verso paesi d'Europa su quella verso paesi d'oltremare - a differenza di ciò che si era verificato negli anni precedenti - è nettamente diminuita specie per il ridotto flusso verso la Francia e la Svizzera (percentuale dell'emigrazione continentale sul totale passata da 73,12% nel 1933 a 52,46% nel 1936), il che si è naturalmente tradotto in una più uniforme distribuzione dell'emigrazione secondo i compartimenti d'origine. Nel 1937 va però notata una lieve ripresa in relazione con l'aumentata richiesta di paesi sudamericani. Nella primavera del 1938 si è avuto poi l'espatrio verso la Germania di 30.000 rurali; emigrazione temporanea minutamente regolata e tutelata.
Come la particolare intensità delle migrazioni industriali nel 1932 e 1933 era dovuta alla battaglia condotta per la redenzione dell'Agro Pontino, cosi la diminuzione delle stesse nel 1934 è da attribuirsi in parte al ritorno alla normalità, o quasi, della vita delle zone redente. A prescindere però da questa circostanza eccezionale, la contrazione e quindi la stazionarietà di questa corrente migratoria è intimamente connessa al miglioramento generale verificatosi nell'attività delle industrie dal 1934 in poi, in quanto, come è noto, le migrazioni industriali tendono a variare in senso contrario a quello delle condizioni del rispettivo mercato di lavoro.
Le migrazioni agricole, direttamente connesse invece all'andamento delle produzioni, hanno risentito delle successive contrazioni verificatesi d'anno in anno in alcune specie di produzioni agrarie. Né deve ingannare il considerevole aumento del 1936, in quanto dovuto non a una generale espansione del fenomeno, ma solo ad aumenti particolari, sotto l'influenza contingente di fattori eccezionali, delle migrazioni per alcune specie di lavori e principalmente di quelle per lavori al grano e al riso, mentre quasi tutte le altre, nonostante la maggiore accuratezza della rilevazione, mostrano diminuzioni sensibili.
Sembra quindi trovare conferma anche nel 1936 la tendenza alla contrazione o quanto meno alla stazionarietà del fenomeno, manifestatasi già nei due anni precedenti, tendenza che naturalmente non è detto che abbia un carattere duraturo, data la sensibilità delle migrazioni interne ai mutamenti della situazione generale e di particolari rami di attività. È da notare inoltre come la crescente preponderanza delle migrazioni agricole (che nel 1936 hanno raggiunto l'85% del totale) faccia sì che il fenomeno nel suo complesso assuma sempre più alcune caratteristiche ad esse proprie, specie relativamente alla stagionalità e alla durata.
Migrazioni interne (p. 258). - Le seguenti cifre completano la tabella a p. 259:
Per quanto in ordine diverso, i compartimenti di maggiore emigrazione sono sempre gli stessi, e cioè, nel 1936, Puglia, Emilia, Lombardia, Sicilia, Piemonte, Veneto, come è sempre Bari che è alla testa tra le provincie. Tra quelli di maggiore immigrazione va notata la retrocessione del Lazio dal secondo posto nel 1932 al quarto nel 1936, mentre il primato è sempre tenuto dal Piemonte (Vercelli), cui seguono Sicilia e Lombardia.
Per quel che riguarda poi in particolare le migrazioni a carattere permanente, va ricordato come dall'inizio della sua attività alla fine del 1937 il Commissariato abbia sistemato nel regno e in Libia circa 15.000 famiglie con oltre 100.000 componenti, provenienti per lo più dall'Italia settentrionale, e soprattutto dal Veneto. A questi nuclei familiari il Commissariato dedica continua assistenza morale e materiale di cui tipica manifestazione sono i premî colonici, per i quali fino al 28 ottobre 1937 sono stati erogati circa 14 milioni di lire.
In complesso gli operai e contadini trasferiti per ragioni di lavoro attraverso il Commissariato dall'inizio del 1927 al 28 ottobre 1937 hanno superato i 3 milioni e mezzo e a tale cifra globale di migrazioni interne corrispondono quasi 5 miliardi di reddito prodotto rappresentanti 230 milioni di giornate di lavoro compensate in ragione di circa 20 lire a giornata.
Su queste cifre hanno avuto evidentemente una decisiva influenza i movimenti migratorî verso l'A.O.I., caratterizzati, come è noto, da una durata media piuttosto lunga e da mercedi più alte di quelle della madrepatria. Dal gennaio 1935 al 30 settembre 1937 gli operai avvicendatisi in A.O.I. sono stati 193.546 e alla stessa data quelli presenti erano 75.688. Il totale delle rimesse effettuate dagli operai stessi a mezzo vaglia postali a tutto il 30 giugno 1937 ha superato gli 800 milioni di lire.
Bibl.: Per le migrazioni internazionali, oltre alle più recenti pubblicazioni dell'Ufficio internazionale del lavoro (Les travailleurs migrants, Ginevra 1936; Recrutement, placement et conditions de travail, ecc., ivi 1938 e Le problème des migrations, in Revue internat. du travail, dicembre 1937), v. I. Legonis, Mémoire sur les migrations, problème international: difficultés, éléments de solution e Notice sur l'organisation internat. de migr. (in Rapports à la Conférence perm. des hautes études intern., X sessione, Parigi, giugno 1937).
Per l'emigrazione italiana v. le pubblicazioni continuative dell'Istituto centrale di statistica, e per le migrazioni interne quelle del Commissariato per le migrazioni.