Corsica
Dopo le alterne vicende storiche del periodo barbaro, nell'ottavo secolo l'isola fu annessa al regno longobardo. Successivamente fu a lungo tormentata dalle frequenti incursioni saracene, dalle quali l'affrancarono Pisani e Genovesi nel sec. XI. Genova e Pisa si contesero poi il possesso dell'isola, finché nel 1217 una bolla di Onorio III consacrò il dominio genovese, già di fatto consolidatosi dalla fine del XII secolo. Dopo la battaglia della Meloria (1284) i Genovesi consolidarono vieppiù il loro dominio, senza però riuscire a imporsi validamente né ai grossi feudatari né ai popolani che nel Trecento insanguinarono l'isola con le loro lotte.
D. non nomina mai direttamente la C., anche se essa è senz'altro da considerarsi tra le terre che Ulisse dice di aver visto, pur non elencandole specificamente: e l'altre che quel mare [il Mediterraneo] intorno bagna (If XXVI 105); mentre in Pg XVIII 81 e correa [la luna] contra 'l ciel per quelle strade / che 'l sole infiamma allor che quel da Roma / tra ' Sardi e ' Corsi il vede quando cade, Corsi sta chiaramente per Corsica. Per quanto riguarda la seconda citazione è evidente che D. fornisce questa indicazione di carattere astronomico basandosi sull'osservazione di carte del suo tempo.
Secondo il Porena, D. commette un'inesattezza in quanto aveva a disposizione carte nelle quali la Sardegna e la C. erano poste più a sud della loro vera posizione; per il Revelli invece (Italia 195) le carte del tempo erravano nell'indicare lo stretto di Bonifacio più ampio di quanto non è in realtà. Molto più semplice sembra la questione per G. Buti e R. Bertagni: " Alla latitudine di Roma il Sole tramonta nella direzione delle Bocche di Bonifacio, cioè alquanto a sud-ovest della città, verso la fine del mese di novembre. E in quel periodo il Sole si trova nella costellazione del Sagittario. Quindi la Luna si trova adesso nella costellazione del Sagittario: questo vuol significare il Poeta ". Molta incertezza, come in altre occasioni, nei commenti più antichi: la luna è nel segno dello Scorpione per l'Ottimo, per Benvenuto, per l'Anonimo, per il Landino, per il Vellutello, per il Daniello, per il Venturi, e per il Cesari; è nel segno dell'Ariete per il Buti; è nel segno del Sagittario per Pietro Alighieri, per il Tommaseo e per l'Andreoli.
Per tutto il passo (vv. 76-81) si vedano comunque le voci Luna e Carte Geografiche.
È perlomeno singolare il fatto che D. non consideri la C. tra le regioni dialettologiche (VE I 10), né tra quelle appartenenti alla " dextra d'Italia " (v.). Un'ipotesi forse accettabile è quella proposta dal Revelli (Italia 72, 183), il quale sostiene che D. riprende la divisione augustea, per la quale la C. è una dipendenza della Sardegna. L'isola, afferma il Revelli (p. 196) " è geologicamente un tutto coll'antica ‛ Ichnusa '. A questa unità geologica corrisponde talvolta, come nell'età dei Cesari, l'unità amministrativa. E questo spiega come Dante non consideri, nella sua divisione regionale d'Italia, come regione distinta l'isola che Pipino donò nel 775 alla Santa Sede (Baronio). Per Dante, come per la divisione augustea, la Corsica è un'appendice della Sardegna ".
Bibl. - G. Buti-R. Bertagni, Commento astronomico della D.C., Firenze 1966, 139-140.