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COSCIENZA

di Antonio Renda - Enciclopedia Italiana (1931)
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COSCIENZA (dal lat. conscientia: fr. conscience; sp. conciencia; ted. Bewusstsein; ingl. consciousness)

Antonio Renda

È la consapevolezza che il soggetto ha del suo oggetto, e non può separarsi da quella che il soggetto ha di sé come oggetto. Il problema della sua interpretazione filosofica viene in primo piano nella filosofia moderna, con Campanella e Cartesio; e diventa fondamentale dopo Kant, che distingue la coscienza empirica dalla trascendentale, atto dell'io penso, la quale condiziona e unifica tutte le rappresentazioni. L'idealismo hegeliano, accentuando le distinzioni tra coscienza e autocoscienza, tra forme finite e forme infinite dello spirito, fa della coscienza il "grado della riflessione o della relazione dello spirito, in quanto apparenza", della soggettiva certezza di sé stesso; premette quindi alla filosofia dello spirito una fenomenologia, che è la considerazione del processo per cui la coscienza si eleva all'assoluta autocoscienza. Invece nell'attualismo gentiliano è accentuata l'unità della coscîenza con l'autocoscienza, o meglio l'atto unitivo che così costituisce l'io reale, ed è posta a principio fondamentale del sistema dello spirito.

Solo ai nostri tempi sorgono distinti studî psicologici della coscienza. Essi sono legittimi se restano nel campo delle considerazioni empiriche, e se, consapevoli che, concependola come "fatto", astraggono dal valore dell'atto, non elevano a concetti speculativi le descrizioni e le distinzioni psicologiche. Risultati notevoli ha raggiunti la psicologia sperimentale negli studî sulla soglia della coscienza e la soglia differenziale, approfondendo un concetto precisato per la prima volta da Herbart e che riguarda i rapporti di tempo e d'intensità tra la stimolazione e l'avvertimento cosciente. Notevoli anche le osservazioni sulle anomalie della coscienza e sui suoi rapporti con l'incosciente, che hanno oggi un nuovo orientamento con la psicoanalisi del Freud. Minore interesse scientifico hanno gli studî numerosi sulla coscienza sociale, collettiva, delle folle, delle coppie, ecc.

Tra le numerose teorie sul carattere e sull'origine della coscienza hanno importanza o per il loro intrinseco valore o per la loro efficacia nella storia del pensiero le seguenti: 1. la spiritualistica, per cui la coscienza è un ente sostanziale, distinto dai suoi atti, semplice e radicalmente immutabile; 2. l'idealistica, per cui, inseparabile dall'autocoscienza, è immanente in ogni determinazione come atto; 3. la materialistica, che la riduce a un epifenomeno, secondario e inefficace, del meccanismo dei fatti psico-fisici; 4. la positivistica che, senza identificarla con i fatti psico-fisici, disconosce la sua originarietà e assolutezza e la considera come risultato di un processo psico-sociale.

Il concetto psicologico e il concetto speculativo della coscienza si distinguono tardi e lentamente dal concetto etico, ancor vivo nel linguaggio popolare e letterario, che la considerava sorgente delle valutazioni morali. Bisogna forse giungere alle considerazioni di Leibniz sulla percezione e sull'appercezione per trovare l'inizio sistematico di quelle determinazioni di significato che prevalgono nel pensiero moderno. Gli stoici si avvicinano al concetto moderno con il loro concetto di συνείδησις, organo del principio intelligente dell'anima (ἡγεμονικόν); ma anch'esso assume nella letteratura evangelica quel significato etico che prevale nella filosofia scolastica e nel concetto della sineresi.

Bibl.: B. Spaventa, Logica e metafisica, Bari 1911; G. Gentile, Teoria generale dello spirito, Bari 1920; F. Bonatelli, La coscienza e il meccanismo interiore, Padova 1872, e in Atti Accad. Linc., s. 3ª, VIII, 1884; A. Faggi, Principi di psic. moderna, Palermo 1907; F. De Sarlo, Psicologia e filosofia, Firenze 1918; F. Masci, Coscienza, libertà, volontà, Lanciano 1884; R. Ardigò, L'unità della coscienza, Padova 1898; D. Iaia, L'enigma della coscienza, in Rivista filos., III, 1900; F. Brentano, Psych. vom empirischen standpunkte, Vienna 1874; Maine de Biran, Oeuvres, spec. I, II, Parigi 1920, 1922; D. Draghicesco, Le problème de la conscience, Parigi 1907; G. Cesca, La dottrina psicologica della coscienza, in Rivista di filosofia scient., V, 1886; E. Eucken, Die Einheit des Geisteslebens im Bewusstsein, Lipsia 1888; H. Bergson, Essai sar les données immédiates de la conscience, Parigi 1924; A. Fouillée, La vie consciente et la vie incosciente d'après la nouvelle psychologie, in Rev. des Deux mondes, ott.-nov. 1883.

Vedi anche
epifenomeno Termine filosofico coniato in ambiente positivistico per designare la coscienza quale fenomeno accessorio o secondario, la presenza o l’assenza del quale non inciderebbe sulla esplicazione dei fenomeni essenziali. Fu usato specialmente dai seguaci del materialismo psicofisico e dagli psicologi seguaci ... io Pronome di 1ª persona, usato cioè dalla persona (o cosa personificata) che parla quando si riferisce a sé stessa. Sia nel linguaggio della filosofia e psicologia sia nell’uso corrente, designa la personalità umana, l’uomo in quanto ha coscienza di sé stesso. Filosofia Nella filosofia moderna, il pronome ... coscienza Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità e del complesso delle proprie attività interiori. Diritto Libertà di c. Diritto di sentire e professare opinioni e fedi religiose senza alcuna restrizione, impedimento o coazione dell’autorità ... filosofia Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento. Definizioni La f. può definirsi come una forma di sapere che, pur nella grande varietà delle ...
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Vocabolario
cosciènza
coscienza cosciènza (letter. ant. consciènza, consciènzia) s. f. [dal lat. conscientia, der. di conscire; v. cosciente]. – 1. a. Consapevolezza che il soggetto ha di sé stesso e del mondo esterno con cui è in rapporto, della propria identità...
clausola di coscienza
clausola di coscienza loc. s.le f. Istituto che regola la possibilità di esercitare un’obiezione di coscienza. ◆ Con un documento a lungo studiato e mediato, il Comitato Nazionale di Bioetica ieri ha ratificato il diritto per i medici ad...
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