ACQUAVIVA D'ARAGONA, Cosimo
Nacque dopo il 1621 da Giovan Girolamo, conte di Conversano, e da Isabella Filomarino. Nel 1647-48 partecipò alla repressione dei moti antifeudali e antispagnoli nel Regno di Napoli. Nel novembre 1647, insieme con i suoi due fratelli, Giulio e fra' Tommaso, seguì il padre al campo dei baroni a S. Maria di Capua, agli ordini di V. Tuttavilla, e si distinse particolarmente nell'assalto di Frattamaggiore, dove suo fratello Giulio perse la vita, e nell'assedio di Caivano. Quando il padre volle abbandonare il campo del Tuttavilla (11 genn. 1648), tornò anch'egli nelle Puglie: fu lasciato dal padre, che mosse verso Foggia, a presidiare Acquaviva. Combatté, sempre nel 1648, anche ad Altamura ed a Matera contro le bande di ribelli guidate da Matteo Cristiano e dal conte del Vaglio. In riconoscimento dei servigi resi alla Spagna in questa campagna, nel 1650 fu creato cavaliere del Toson d'Oro.
Il resto della sua vita fu un seguito di violenze, cui fu in buona parte trascinato dal padre, e di arresti. Nel 1649, insieme con il fratello Tommaso e un amico, sostenne, per istigazione del padre, un duello contro il duca d'Andria, che aveva cercato di infrangere il monopolio dei conti di Conversano sull'esportazione del grano dalle Puglie verso Venezia. Ferito, fu chiamato a Napoli, insieme con gli altri duellanti e con il padre, ritenuto l'istigatore del duello, e fu trattenuto per qualche tempo agli arresti in casa sua. Un secondo arresto subì nel 1651 insieme col padre, perché implicato nelle malefatte che questi aveva compiuto nel 1647-48, specialmente a Nardò. Rimesso in libertà poco tempo dopo, nel 1653 fu fatto arrestare una terza volta dal nuovo viceré, il duca di Castrillo, sotto accusa di duplice omicidio (cfr. G. Coniglio, p. 18) e fu rilasciato soltanto nel 1658, in occasione della nascita del principe ereditario. Ma, nel 1661, fu nuovamente arrestato e inviato in Spagna, per aver partecipato ad alcune manifestazioni contro l'inquisitore C. Piazza, che aveva tra l'altro fatto imprigionare un cameriere personale dell'A., Ambrogio Lanza (il Piazza si diede alla fuga da Napoli in seguito ai tumulti dei nobili). Fu rilasciato, e poté ritornare in patria soltanto nel 1663.
Il 6 luglio 1665, ad Ostuni, ebbe un duello con il duca di Martina, Petricone Caracciolo, che già da tempo era il massimo avversario degli Acquaviva nelle Puglie, e con il quale l'A. era allora in conflitto per alcune questioni concernenti la giurisdizione di due loro feudi confinanti, quello di Noci dell'A., e quello di Mottola del duca di Martina. L'intervento personale del vescovo di Ostuni non servì a scongiurare il duello, che ebbe luogo sul sagrato della cattedrale e portò all'uccisione dell'Acquaviva.
L'A. sposò Caterina, figlia di Fabrizio Di Capua, principe della Riccia, e ne ebbe due figli, Giangirolamo e Giulio. Successe al padre come duca delle Noci, ma mai come conte di Conversano, di cui non poté ottenere l'investitura nei pochi mesi che intercorsero tra la morte del padre e la propria.
Fonti e Bibl.: F. Capecelatro, Diario contenente la storia delle cose avvenute nel reame di Napoli negli anni 1647-1650, a cura di A. Granito di Belmonte, II, 1, Napoli 1852, pp. 147, 214-215, 259, 276, 429; III, ibid. 1854, pp. 114, 172, 528, 529; I. Fuidoro, Successi del governo del conte d'Oñatte (1648-1653), a cura di A. Parente, Napoli 1932, pp. 96-97, 167, 186; Id., Giornali di Napoli dal 1660 al 1680, a cura di F. Schlitzer, I, Napoli 1934, pp. 81 e 286-287; P. Litta, Fam. cel. ital., Acquaviva, tav. VII; D. A. Parrino, Teatro eroico e politico de' governi de' viceré del Regno di Napoli..., III, Napoli 1694, pp. 95-96; G. B. Tafuri, Dell'origine, sito ed antichità della città di Nardò..., in Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, XI, Venezia 1735, p. 293 (falsificazione deliberata della biografia dell'A.); P. Gioia, Conferenze istoriche sulle origini e sui progressi del Comune di Noci in Terra di Bari, II, Napoli 1842, p. 341-350 (differisce in alcuni particolari dalle altre biografie dell'A.: avrebbe sposato Anna Maria Di Capua; il duello in cui morì avrebbe avuto luogo il 19 luglio 1665); G. A. di Tarsia Morisco, Memorie storiche della città di Conversano, Conversano 1881, pp. 432-440; L. Amabile, Il Santo 0fficio della Inquisizione in Napoli, II, Città di Castello 1892, pp. 41-42; L. Pepe, Nardò e Terra d'Otranto nei moti del 1647-1648, Trani 1895, passim; G. Bolognini, Storia di Conversano, Bari 1937, pp. 137 e 141-142; G. Coniglio, Il Viceregno di Napoli nel secolo XVII, Roma 1955, p. 18.