Costa d'Avorio
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(XI, p. 592; App. III, i, p. 446; IV, i, p. 539; V, i, p. 744)
Geografia umana ed economica
di Paolo Migliorini
Popolazione
La popolazione della repubblica ivoriana, che in occasione dell'ultimo censimento (1988) ammontava a 10.812.700 ab., si avvicinava ai 14,3 milioni di unità nel 1998, per l'effetto congiunto di un elevato tasso di accrescimento naturale (29‰ annuo nel periodo 1990-97) e di un consistente afflusso di immigrati da paesi vicini (particolarmente Burkina Faso, Guinea e Mali). Gli immigrati costituiscono attualmente circa un terzo della popolazione, e hanno concorso in maniera determinante alla forte crescita del tasso di urbanizzazione e all'aggravarsi del problema della disoccupazione nell'area urbana di Abidjan. La pressione sulla capitale, che ha visto raddoppiare la sua popolazione fra i censimenti del 1975 e del 1988, ha portato alla designazione di Yamoussoukro come nuova capitale politica del paese (il processo di trasferimento è iniziato fin dal 1983), anche se finora Abidjan è restata (ed è prevedibile che resterà) il centro principale dell'attività economica.
Condizioni economiche
L'economia della C. d'A. ha attraversato un periodo critico nei primi anni Novanta, ma dopo la svalutazione del 50% del franco CFA (gennaio 1994) ha migliorato la competitività delle esportazioni ed è entrata in una fase di crescita piuttosto sostenuta (nel 1997 il PIL è aumentato del 6,6%).
La coltivazione del caffè rimane la principale fonte di reddito e dà lavoro a circa 2,5 milioni di persone. Nel 1997 la C. d'A. era ancora il terzo produttore africano, dopo l'Etiopia e l'Uganda, ma la produzione (1.650.000 q) è in declino, in quanto circa tre quarti delle piantagioni del paese hanno superato l'età più redditizia. L'altra fondamentale risorsa agricola, il cacao, è contrassegnata invece da una tendenza all'aumento della produzione (11.190.000 q); la coltivazione si è gradualmente trasferita dalla tradizionale zona del sud-est verso le regioni occidentali del paese, più umide. Da una ventina d'anni a questa parte la C.d'A. ha superato il Ghana, ed è il principale produttore ed esportatore mondiale di cacao. Dato che i proventi totali delle esportazioni sono costituiti per circa la metà dalla vendita di questi due prodotti (entrambi altamente vulnerabili dalle fluttuazioni dei prezzi sui mercati mondiali), il governo persegue una politica di diversificazione nel campo agricolo. In forte aumento sono la produzione di palma da olio (300.000 q di noci e 2.650.000 q di olio), di cotone (1.420.000 q di semi e 1.140.000 q di fibra), prodotto per il quale la C. d'A. occupa un posto di rilievo tra i produttori africani, e di riso (9.100.000 q), per il quale il paese non ha ancora raggiunto l'autosufficienza e che deve essere importato in forti quantità. Negli ultimi anni le esportazioni di legname si sono notevolmente ridotte a causa dello sfruttamento intensivo al quale sono state sottoposte le foreste senza adeguati programmi di rimboschimento.
Il petrolio viene estratto in quantità modeste (358.000 t nel 1995) dal giacimento sottomarino di Bélier, scoperto nel 1975. Nel 1995 è iniziato lo sfruttamento del campo off-shore di Lion, individuato nel 1994: la produzione congiunta dei due giacimenti dovrebbe rendere la C. d'A. autosufficiente, con la prospettiva di diventare esportatore netto di petrolio. Nel 1991 ha avuto inizio lo sfruttamento del giacimento aurifero di Ity (1300 kg di oro nel 1995) e nel 1993 quello del giacimento di Aniuri (quasi 4000 kg).
Il settore manifatturiero, che fornisce circa il 18% del valore del PIL, è dominato dalle attività agroindustriali, quali la lavorazione di cacao, caffè, cotone, olio di palma, ananas, pesce ecc. Nel corso degli anni Ottanta e all'inizio degli anni Novanta il governo ha portato avanti un programma di privatizzazione delle industrie, mantenendo la partecipazione soltanto nei settori della produzione di energia elettrica e della raffinazione del petrolio. Questa politica si inquadra in un più vasto piano di ristrutturazione del debito con l'estero, il cui ammontare è talmente elevato (19.713 milioni di dollari nel 1996) che il pagamento degli interessi e i rimborsi dei debiti in scadenza assorbono circa metà delle uscite del bilancio statale.
bibliografia
R. Fuchs, Ivory Coast, Old Saybrook (Conn.) 1994.
D. Bailly, La réstauration du multipartitisme en Côte-d'Ivoire ou la double mort d'Houphouët-Boigny, Paris 1995.
B. Lewis, Ivory Coast, Boulder (Colo.) 1996.
S. Diarra, Les faux complots d'Houphouët-Boigny. Fracture dans le destin d'une nation, 1959-1970, Paris 1997.
R. Lopez, The tragedy of the commons in Côte d'Ivoire agriculture: empirical evidence and implications for evaluating trade policies, in World Bank economic review, 1998, 1, pp. 105-31.
Storia
di Paola Salvatori
Nel corso degli anni Novanta il processo di transizione dal regime autoritario a partito unico al multipartitismo, avviato in una fase di grave recessione economica e scandito da un'ondata di proteste sociali senza precedenti, fu pesantemente ostacolato dalla resistenza delle élites dirigenti, appartenenti in maggioranza all'etnia dei Baoulé ed espressione degli interessi dei ceti agrari e dei gruppi finanziari legati agli investitori stranieri.
Di fatto la legalizzazione dei partiti e le elezioni generali del 1990 non rappresentarono i presupposti di un profondo cambiamento del sistema politico che continuò a essere monopolizzato dal presidente F. Houphouët-Boigny e dal suo Parti démocratique de la Côte d'Ivoire (PDCI). Il governo, inoltre, persistette nell'attuare una pesante repressione nei confronti dell'opposizione - espressa dagli studenti universitari e dai ceti medi urbani, per lo più appartenenti alle etnie rimaste ai margini del processo di sviluppo -, che aveva come principale referente politico il Front populaire ivoirien, di sinistra.
La situazione sociale rimase dunque particolarmente tesa, acuita dal permanere di un profondo disagio economico e di un grave squilibrio regionale (gli investimenti rimasero concentrati prevalentemente nella zona sud orientale), e trovarono nuovo alimento contrasti etnici e regionalistici, nonché sentimenti xenofobi contro gli immigrati che rappresentavano, nel 1990, più del 30% della popolazione.
Nel tentativo di stroncare le proteste degli studenti, il governo ne sciolse le organizzazioni e decise di stanziare truppe all'interno dei campus universitari (giugno 1991), operando arresti indiscriminati, che colpirono anche il leader del partito di opposizione, L. Koudou Gbagbo e il presidente della Ligue ivoirienne des droits de l'homme, R. Degny-Segui (febbraio 1992).
Entrambi furono liberati nel luglio successivo in seguito all'amnistia concessa dal presidente Houphouët-Boigny, che riguardò tuttavia anche i militari riconosciuti responsabili di violenze contro gli studenti. All'interno del partito, intanto, si acuivano i contrasti e si apriva uno scontro per designare il successore dell'anziano presidente, gravemente malato.
Morto Houphouët-Boigny (dicembre 1993), capo dello Stato divenne - secondo quanto sancito dalla Costituzione - il presidente dell'Assemblea nazionale, H. Konan Bédié, impostosi sui suoi rivali anche grazie all'aperto sostegno ricevuto dalla Francia, principale partner commerciale del paese. Superate le proteste popolari suscitate dalla svalutazione, nel gennaio 1994, del franco CFA (Coopération Financière Africaine, la moneta comune dell'Africa francofona) e impressa un'accelerazione al programma di aggiustamento strutturale, Konan Bédié si aggiudicò con oltre il 95% dei suffragi le elezioni presidenziali dell'ottobre 1995, boicottate dalle opposizioni e accompagnate da violenti scontri, in numerose città. Altrettanto netto fu il successo del PDCI nelle legislative tenutesi in novembre. Nel biennio successivo il governo, pur potendo contare su una parziale ripresa dell'economia e su un incremento degli investimenti stranieri, mantenne la sua rigida politica economica, nel tentativo di contenere il crescente debito pubblico e soddisfare le richieste del Fondo monetario internazionale. Non subì sostanziali modifiche neppure la linea autoritaria adottata contro le opposizioni, ripetutamente condannata dalle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti dell'uomo, nonostante l'annuncio fatto da Konan Bédié, nell'ottobre 1996, dell'avvio di un processo di cauta democratizzazione.
Sul piano internazionale, il paese ha risentito della guerra civile scoppiata nella vicina Liberia (1989); inoltre, a causa del sostegno accordato a una delle fazioni in lotta, è entrato spesso in contrasto con i paesi dell'ECOWAS (Economic Community of West African States), a loro volta impegnati con proprie truppe in tale conflitto.
Nel febbraio 1998, per fronteggiare il deterioramento della situazione economica, il governo avanzò una richiesta di finanziamenti al Fondo monetario internazionale, impegnandosi ad accelerare il processo di privatizzazione e di riduzione della spesa pubblica.
bibliografia
T.D.Bakary Akin, La démocratie par le haut en Côte d'Ivoire, Paris 1992; J. Rapley, Ivorien capitalism: African entrepreneurs in Côte d'Ivoire, London 1993; F. Kaudjhis-Offoumou, Procès de la démocratie en Côte d'Ivoire, Paris 1997.