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La Costa Rica vanta una lunga tradizione democratica risalente alla fine del 19° secolo. La democrazia si è infatti radicata nel paese a partire dal 1899, ad eccezione di due brevi parentesi rappresentate dal governo dittatoriale del 1917-19 e dalla guerra civile, che insanguinò il paese nel 1949. La conclusione di quest’ultima coincise con la promulgazione di una nuova Costituzione che, oltre a garantire libere elezioni e suffragio universale, sanciva il divieto di formazione di un esercito nazionale. La vocazione neutralista della Costa Rica è stata ufficialmente riaffermata nel 1983, attraverso una dichiarazione di neutralità permanente. Non esiste, dunque, un ministero della difesa e le funzioni di sicurezza nazionale sono appannaggio delle forze di polizia e della Guardia civile, facenti capo al ministero della pubblica sicurezza e dell’interno.
La vocazione democratica del paese si riflette nelle sue relazioni internazionali, fondate sulla cooperazione multilaterale e sulla promozione della stabilità regionale. Non è dunque un caso che a San José abbia sede la Corte inter-americana dei diritti umani, istituzione giudiziaria autonoma affiliata alla Organizzazione degli stati americani (Oas). La Costa Rica si è inoltre distinta per importanti attività di mediazione, svolte in particolare negli anni Ottanta e Novanta in relazione alla guerra civile in El Salvador, Guatemala e Nicaragua e, più di recente, in relazione alla crisi in Honduras.
Tradizionalmente solide sono le relazioni con gli Stati Uniti, principale interlocutore diplomatico e partner commerciale costaricano. La seconda presidenza di Óscar Arias (2006-10) si è caratterizzata tuttavia per un’intensa attività diplomatica che ha portato il paese a stabilire relazioni diplomatiche con la Cina nel 2007, rompendo parallelamente le relazioni con Taiwan. Arias ha inoltre riconosciuto ufficialmente la Palestina nel febbraio 2008 e, nel marzo 2009, ha ristabilito rapporti con Cuba. Al proprio successore, Laura Chinchilla Miranda – primo presidente donna della Costa Rica – Arias ha lasciato inoltre in eredità una serie di negoziati per la creazione di zone di libero scambio con Cina, Singapore, Panamá e Unione Europea, oltre alla ratifica di un analogo accordo con Stati Uniti, Dominica, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua.
Nonostante la Costa Rica abbia risentito degli effetti della crisi economica internazionale, la solida crescita economica degli anni precedenti assicura al paese standard di vita superiori alla media regionale. Importante produttore di caffè e secondo esportatore mondiale di banane, la Costa Rica, che ospita il 4% delle specie viventi mondiali, può contare anche sugli introiti garantiti dall’ecoturismo. Inoltre, nell’ottica della diversificazione delle esportazioni, il paese è andato fortemente sviluppando produzioni ad alta tecnologia. Priva di riserve petrolifere, la Costa Rica importa idrocarburi dal Venezuela.
A fronte di un’efficace tutela delle libertà e dei diritti individuali e collettivi, il paese sconta un problema endemico di corruzione e una violenza dilagante, in parte legata al narcotraffico. Tra il 2008 e il 2009 il numero di carichi di cocaina in transito verso i mercati nord-americani sarebbe infatti aumentato del 400%. Per arginare tale fenomeno, San José ha aderito, nel 2009, alla ‘Iniziativa di Merida’, che unisce gli sforzi statunitensi, messicani e delle repubbliche centro-americane nella lotta alla criminalità organizzata transfrontaliera.