COSTANTINO VII, Porfirogenito, imperatore d'oriente
Della dinastia armeno-macedonica: porfirogeniti furono detti in Bisanzio tutti i principi "nati nella porpora", cioè da genitore regnante; ma nella comune tradizione storica quel titolo rimase legato solo al nome di lui, che, nato nel 905, successe al padre Leone VI il Filosofo nel 912 e regnò fino al 959, ma non esercitò mai un'azione personale sul governo. Questo fu tenuto prima dallo zio Alessandro (marzo 912-giugno 913); poi da un consiglio di reggenza del quale furono a capo, fino all'ottobre 913, il patriarca Nicola, dal 913 al 919, nel quale anno C. fu dichiarato maggiorenne, dall'imperatrice madre Zoe, e, infine, da Romano Lacapeno, un generale di origine armena che riuscì prima a far sposare la propria figlia Elena al giovane principe e quindi a farsi associare al trono e incoronare come imperatore. Il regno di Romano Lacapeno (v.) durò fino al 944. Per tutto questo periodo C. rimase nell'ombra, dedito esclusivamente agli studî storico-letterarî. Si riscosse dal suo torpore quando si rese evidente che Romano tendeva a soppiantare la dinastia armeno-macedonica, fondata da Basilio I. Allora con subdola abilità, C. spinse prima i figli e associati di Romano a insorgere contro il padre, che fu deposto (16 dicembre 944), poi, appoggiandosi alla famiglia dei Foca, rivali dei Lacapeno, si sbarazzò dei figli di Romano che, come il padre, furono confinati in un convento (27 gennaio 945). Da allora C. rimase solo capo dello stato, ma il governo fu retto effettivamente dall'imperatrice Elena e dal suo favorito Basilio, detto ὁ πετεινός. Morì il 9 novembre 959.
C. deve la sua celebrità soprattutto alla sua attività letteraria. Le opere che noi possediamo, in parte composte da lui stesso, in parte da altri per impulso e anche in collaborazione di lui, sono, malgrado i loro difetti di contenuto e di forma, pregevolissime: le une come fonti capitali per la storia dell'Impero nella seconda metà del sec. IX e nella prima metà del X, le altre come raccolta di preziose reliquie della letteratura greca classica.
Appartengono al primo gruppo: Dei temi (Περὶ ϑεμάτων) o provincie bizantine, interessante sotto il riguardo geografico ed etnografico, ma essendo compilata principalmente su fonti più antiche, l'opera deve essere confrontata con le altre liste ufficiali; Dell'amministrazione dell'Impero, d'inestimabile valore per la storia dei popoli finitimi dell'Impero; Delle cerimonie della corte bizantina (Περὶ βασιλείου τάξεως); Vita di Basilio, in tono assai elogiativo del suo avo, rappresentato come l'ideale dell'ottimo principe. È aggiunta come quinto libro alla Continuazione di Teofane, scritta, come pure la storia di Genesio, per ordine di C. Vanno considerate come compilazioni di opere più antiche fatte per ordine di C. e divise in separati manuali scientifici: Collezione agraria (Γεωπονικά) in 20 libri, condotta sui Geoponici di Anatolio e Cassiano Basso; Collezione medica ('Ιατρικά) in 297 capitoli, fatta da Teofane Nonno principalmente su Oribasio; Collezione zoologica, tratta da Aristotele sull'epitome di Aristofane di Bisanzio, da Eliano e Timoteo di Gaza; Collezione storica, la più estesa e più importante delle enciclopedie costantiniane, che conteneva gli estratti degli storici greci da Erodoto a Teofilatto Simocatta distribuiti per materia (riguardante generalmente la corte e lo stato) in cinquantatré libri. Disgraziatamente ci sono pervenuti, e non completamente, soltanto quattro libri: Delle ambascerie, Della virtù e del vizio, Delle sentenze, Delle insidie. Anche i Basilici (Τὰ βασιλικά) furono ampliati e riveduti sotto C. che rinnovò l'università di Costantinopoli chiamandovi a insegnare i migliori professori. Cultore delle belle arti (fu pittore e musico), eresse, restaurò, abbellì numerosi edifici sacri e profani.
Edizioni: Il De Thematibus e il De administrando imperio, Bonn 1840, e in Migne, Patrol. Graeca, CXIII; il De Ceremoniis aulae byzantinae, Bonn 1829-30, e in Migne, ibidem, XCII; la Vita Basilii, in ed. di Theophans contin., Bonn 1838, pp. 211-380, e in Migne, ibidem, CXC, coll. 225-369; Geoponica, ed. da H. Beckh, Lipsia 1895; Iatrica, in Theophanis Nonni, De curatione morborum, ed. J.S. Bernard, Gotha 1794-95; Historia animalium, ed. Sp. Lampros, in Supplementum Aristotelicum, I,1, Berlino 1885. Sugli Hippiatrica, probabilmente compilati per ordine di Michele III e di Costantino VIII, v. Corpus hippiatricorum graecorum, ed. Oder- Hoppe, Lipsia 1924-27; Excerpta historica iussu imp. Constantini Porphyrogeniti, ed. Boissevain-De Boor-Büttner Wobst-De Roos, I-IV, Berlino 1903-1910.
Bibl.: A. Rambaud, L'empire grec au dixième siècle: Constantin Porphyrogénète, Parigi 1870; Krumbacher, Geschichte der byzantinischen Litteratur, 2ª ed., Monaco 1897, pp. 252-264; L. Cohn, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV (1901), coll. 1033-1040. Sugli scritti vedi, in particolare: J.B. Bury, in Gibbon, Decline and fall of the Roman Empire, VI, Londra 1902, appendix 3-4; id., The treatise "De administrando imperio", in Byzantinische Zeitschrift, XV (1906), pp. 517-577; H. Kretschmayr, in Byzant. Zeitschrift, XIII (1904), pp. 482-489 (sul De thematibus e sul De administrando imperio); J.B. Bury, in English Historical Review, XXII (1907), pp. 210-227, 417-439; J. Ebersolt, Le grand Palais de Constantinople et le Livre des cérémonies, Parigi 1910 (sul De Ceremoniis); E. Täubler, Zur Beurteilung der Konstantinischen Excerpta, in Byzant. Zeitschrift, XXV (1925), pp. 25-40 (sugli Excerpta historica).